Nell'ultimo quinquennio il sistema produttivo italiano ha sofferto della crisi globale; nonostante numerose riforme per la crescita e la ripresa dell'economia, migliaia di imprese hanno chiuso i battenti. Le più colpite dalla crisi mondiale sono state le PMI che sono le più vulnerabili ai grandi cambiamenti economici in corso. In Italia, in particolare, il peso delle PMI è assolutamente preponderante; basti pensare che il 99,9% delle imprese industriali attive ha un numero di addetti inferiore alle 250 unità e il 94,4% sono addirittura microimprese (meno di 10 dipendenti). Questa composizione ha ampliato gli effetti della crisi. Inoltre lo scarso sviluppo di fonti di finanziamento alternative a quelle bancarie contribuisce a far sì che le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, siano caratterizzate da un eccessivo indebitamento e da una quota elevata di prestiti bancari, in particolare di breve termine, sul complesso dei debiti. Con la crisi in corso si è verificata una progressiva diminuzione dei prestiti alle imprese che, nonostante i numerosi provvedimenti governativi, continuano a calare (nel 2014 del 4,7%); questo a causa del cosiddetto Credit Crunch, ossia il razionamento del credito da parte delle banche. In un periodo di forte crisi economica come quello attuale, l'attività di innovazione e d'investimento delle imprese è uno dei pochi metodi per poter superare le difficoltà ed essere preparati per la futura ripresa economica. Mentre una minoranza di grandi imprese può sfruttare risorse di autofinanziamento e altre fonti diverse da quelle bancarie, la maggior parte delle PMI italiane è troppo ancorata al sistema creditizio tradizionale. Sembrano comunque esserci, dall'ultimo trimestre dello scorso anno, deboli segnali di ripresa stimolati sia dall'andamento di crescita a livello globale che dagli ultimi provvedimenti legislativi. -Il primo capitolo della presente relazione tratta delle principali dinamiche della crisi mondiale e delle conseguenze nel contesto europeo, facendo riferimento agli ultimi modelli previsionali. Si passa inoltre ad una contestualizzazione della crisi all'economia italiana ed ai provvedimenti adottati nelle ultime legislazioni e di come questi possano portare cambiamenti nel lungo termine. -Il secondo capitolo è un focus sulla struttura delle imprese italiane con un paragone con l'Europa e le economie più sviluppate. In particolare si tratterà di come le PMI italiane abbiano al contempo fattori di forza e di debolezza nei confronti della crisi. Sviluppando il tema delle debolezze si va ad approfondire il tema del Credit Crunch e di come questo abbia di fatto bloccato l'economia italiana che, rispetto a quella europea, stenta ad uscire dalla crisi. -Il terzo capitolo è incentrato sul problema dell'accesso al credito bancario per le PMI. Sono esaminate le cause e gli effetti del Credit Crunch con un'ottica rivolta sempre alle PMI. Viene inoltre trattato il tema della mancanza di investimenti in tempi di crisi e delle misure adottate per stimolare la ripresa.
CREDIT CRUNCH E PMI
FRASCAROLO, MARCO
2013/2014
Abstract
Nell'ultimo quinquennio il sistema produttivo italiano ha sofferto della crisi globale; nonostante numerose riforme per la crescita e la ripresa dell'economia, migliaia di imprese hanno chiuso i battenti. Le più colpite dalla crisi mondiale sono state le PMI che sono le più vulnerabili ai grandi cambiamenti economici in corso. In Italia, in particolare, il peso delle PMI è assolutamente preponderante; basti pensare che il 99,9% delle imprese industriali attive ha un numero di addetti inferiore alle 250 unità e il 94,4% sono addirittura microimprese (meno di 10 dipendenti). Questa composizione ha ampliato gli effetti della crisi. Inoltre lo scarso sviluppo di fonti di finanziamento alternative a quelle bancarie contribuisce a far sì che le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, siano caratterizzate da un eccessivo indebitamento e da una quota elevata di prestiti bancari, in particolare di breve termine, sul complesso dei debiti. Con la crisi in corso si è verificata una progressiva diminuzione dei prestiti alle imprese che, nonostante i numerosi provvedimenti governativi, continuano a calare (nel 2014 del 4,7%); questo a causa del cosiddetto Credit Crunch, ossia il razionamento del credito da parte delle banche. In un periodo di forte crisi economica come quello attuale, l'attività di innovazione e d'investimento delle imprese è uno dei pochi metodi per poter superare le difficoltà ed essere preparati per la futura ripresa economica. Mentre una minoranza di grandi imprese può sfruttare risorse di autofinanziamento e altre fonti diverse da quelle bancarie, la maggior parte delle PMI italiane è troppo ancorata al sistema creditizio tradizionale. Sembrano comunque esserci, dall'ultimo trimestre dello scorso anno, deboli segnali di ripresa stimolati sia dall'andamento di crescita a livello globale che dagli ultimi provvedimenti legislativi. -Il primo capitolo della presente relazione tratta delle principali dinamiche della crisi mondiale e delle conseguenze nel contesto europeo, facendo riferimento agli ultimi modelli previsionali. Si passa inoltre ad una contestualizzazione della crisi all'economia italiana ed ai provvedimenti adottati nelle ultime legislazioni e di come questi possano portare cambiamenti nel lungo termine. -Il secondo capitolo è un focus sulla struttura delle imprese italiane con un paragone con l'Europa e le economie più sviluppate. In particolare si tratterà di come le PMI italiane abbiano al contempo fattori di forza e di debolezza nei confronti della crisi. Sviluppando il tema delle debolezze si va ad approfondire il tema del Credit Crunch e di come questo abbia di fatto bloccato l'economia italiana che, rispetto a quella europea, stenta ad uscire dalla crisi. -Il terzo capitolo è incentrato sul problema dell'accesso al credito bancario per le PMI. Sono esaminate le cause e gli effetti del Credit Crunch con un'ottica rivolta sempre alle PMI. Viene inoltre trattato il tema della mancanza di investimenti in tempi di crisi e delle misure adottate per stimolare la ripresa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/64011