Negli ultimi anni la finanza islamica ha raggiunto un importante sviluppo anche al fuori dei confini dei paesi mussulmani. Dopo la crisi finanziaria del 2008 e successivamente a quella del debito sovrano del 2010 l'attenzione verso le ingenti risorse finanziarie del mondo islamico ed in particolare verso strumenti finanziari come i sukuk, è decisamente cresciuta. I sukuk sono riconducibili ad una forma di obbligazione o meglio certificati di investimento conformi alle leggi della Shari'ah e come tali non ammettono il riconoscimento di interessi finanziari sul capitale. Si possono considerare come l'equivalente per la finanza islamica dei prestiti obbligazionari, tuttavia a differenza di quest'ultimi devono essere relativi ad un ben definito progetto di tipo immobiliare o infrastrutturale, configurandosi quindi come strumenti adatti ad essere utilizzati nel project finance. La domanda, a cui il presente lavoro tenta di dare una risposta, è se i sukuk possano diventare veicoli per indirizzare capitali dei paesi islamici verso il resto del mondo ed in particolare verso i paesi occidentali. Questa fonte di finanziamento risulterebbe particolarmente importante in Europa alla luce delle difficoltà a sostenere progetti infrastrutturali a seguito della crisi del debito pubblico. L'elaborato procede, quindi, ad analizzare la struttura giuridica e finanziaria tipica di questi strumenti per evidenziarne condizioni di applicabilità ed eventuali limiti. Successivamente si è provveduto a studiare la tipologia di emissioni fin qui effettuate sui mercati internazionali. Dopo l'esordio in Malesia, la rapida diffusione in Asia, ora i sukuk cominciano ad essere utilizzati nel mercato occidentale, in particolare in Gran Bretagna e Stati Uniti, e sono allo studio emissioni anche nell'Europa continentale.

I sukuk quali strumento per finanziare progetti infrastrutturali

SPRIANO, MARTINA
2013/2014

Abstract

Negli ultimi anni la finanza islamica ha raggiunto un importante sviluppo anche al fuori dei confini dei paesi mussulmani. Dopo la crisi finanziaria del 2008 e successivamente a quella del debito sovrano del 2010 l'attenzione verso le ingenti risorse finanziarie del mondo islamico ed in particolare verso strumenti finanziari come i sukuk, è decisamente cresciuta. I sukuk sono riconducibili ad una forma di obbligazione o meglio certificati di investimento conformi alle leggi della Shari'ah e come tali non ammettono il riconoscimento di interessi finanziari sul capitale. Si possono considerare come l'equivalente per la finanza islamica dei prestiti obbligazionari, tuttavia a differenza di quest'ultimi devono essere relativi ad un ben definito progetto di tipo immobiliare o infrastrutturale, configurandosi quindi come strumenti adatti ad essere utilizzati nel project finance. La domanda, a cui il presente lavoro tenta di dare una risposta, è se i sukuk possano diventare veicoli per indirizzare capitali dei paesi islamici verso il resto del mondo ed in particolare verso i paesi occidentali. Questa fonte di finanziamento risulterebbe particolarmente importante in Europa alla luce delle difficoltà a sostenere progetti infrastrutturali a seguito della crisi del debito pubblico. L'elaborato procede, quindi, ad analizzare la struttura giuridica e finanziaria tipica di questi strumenti per evidenziarne condizioni di applicabilità ed eventuali limiti. Successivamente si è provveduto a studiare la tipologia di emissioni fin qui effettuate sui mercati internazionali. Dopo l'esordio in Malesia, la rapida diffusione in Asia, ora i sukuk cominciano ad essere utilizzati nel mercato occidentale, in particolare in Gran Bretagna e Stati Uniti, e sono allo studio emissioni anche nell'Europa continentale.
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