La contribution empirique suivante se propose comme un complément aux recherches déjà menées sur la question de l'accueil familial thérapeutique (AFT), qui est une forme de résidence protégées avec laquelle les patients psychiatriques sont accueillis en famille. En échange la famille reçoit un remboursement des dépenses financées en partie par l'ASL et en partie par le patient. Suite à une analyse des catégories des diagnostics présentées par l'échantillon, décrite selon les manuels diagnostics les plus courantes (DSM-5, lCD-10, PDM), et leur traitement dans la vue actuelle clinique, il y a la présentation du modèle d'intégration d'accueil familial thérapeutique de personnes adultes. Ce service se presente comme un processus d'autonomisation et de lutte contre la stigmatisation. Il essaie de favoriser le changement chez le patient avec la possibilité pour lui de entrer en relation avec d'autres personnes qui ne soit pas patients où parent, donc de développer relations saines. Une partie du troisième chapitre est également accordée à la présentation d'un aperçu des recherches déjà publiés sur le sujet, pour en démontrer l'efficacité (notamment en matière de prévention de la rechute et la réduction des doses de médicaments) et d'examiner les caractéristiques des familles d'accueil. Ce travail de recherche a l'intention de porter à l'attention de la communauté scientifique le projet d'accueil familial thérapeutique, et vise à élargir les connaissances existantes sur le service, respectivement, sur deux fronts: l'efficacité, et les caractéristiques des familles d'accueil. Un autre objectif est de donner naissance à un nouveau matériel de recherche à partir pour faire d'autres enquête plus approfondie dans ce domaine. La recherche empirique vise, en particulier, à la vérification de trois hypothèses: la première concerne l'efficacité du AFT, étudié au moyen d'une étude du cas individuel mettant l'accent sur l'évaluation des fonctions adaptatives d'un patient, avant et après l'insertion dans la famille; la deuxième hypothèses vise à l'identification d'un style d'attachement secure en famille d'accueil, vérifiées par l'administration d'un questionnaire à chaque famille d'accueil; enfin, la troisième hypothèse concerne les représentations mentales du rôle de la famille d'accueil et ceux liés à la modification des frontières familial, étudiés au moyen d'un test projectif et d'une question ouverte. Concernant la première hypothèse, l'efficacité réelle du traitement AFT sur l'amélioration de la capacité d'adaptation de la personne hébergée est établie, en effet, on rencontre des scores élevés dans les mesures effectuées après le traitement dans certaines étapes du test utilisé (Vineland, Adaptive beahavior Scales). Quant au style d'attachement, l'échantillon est distribué principalement vers un style d'attachement sécure, fait qui démontre la capacité des famille d'accueil de s'offrir comme base sécure dans la relation avec le patient. Enfin, les représentations mentales des répondants sont diversifiés et elles conduisent à l'examen de l'importance de soutenir l'élaboration de la «bonne distance» à conserver avec le patient et de clarifier le rôle à prendre dans la relation, sans fausser la spontanéité de la relation entre le patient et la famille d'accueil.
Il seguente contributo empirico si propone come un'integrazione alle ricerche già svolte sul tema dell'affidamento eterofamiliare di persone adulte sofferenti di un disturbo psichico, ovvero una forma di residenzialità protetta grazie alla quale i pazienti psichiatrici vengono dati in affidamento a famiglie di volontari ventiquattro ore su ventiquattro. In cambio la famiglia riceve un rimborso spese finanziato in parte dall'ASL e in parte dal paziente. In seguito a un'analisi delle categorie diagnostiche presentate dal campione, descritte in base ai più diffusi manuali diagnostici (DSM-5, ICD-10, PDM) e dei relativi trattamenti presenti nel panorama clinico attuale, si passa alla presentazione del modello integrativo di assistenza all'adulto sofferente di disagio psichico: l'inserimento eterofamiliare supportato di adulti (IESA), presentato come processo di empowering e lotta allo stigma e foriero di cambiamento e stimoli per lo sviluppo da parte dell'ospite di nuove e sane relazioni. Una porzione del terzo capitolo è dedicata inoltre alla presentazione di una panoramica sulle ricerche già pubblicate sul tema, volte a dimostrarne l'efficacia (soprattutto riguardo la prevenzione delle ricadute e la diminuzione dei dosaggi dei farmaci) e ad indagare le caratteristiche delle famiglie ospitanti. Il presente lavoro di ricerca ha l'intento di riportare all'attenzione della comunità scientifica il progetto di affidamento familiare, ponendosi l'obiettivo di allargare le conoscenze già acquisite sul servizio, rispettivamente su due fronti: quello dell'efficacia dello stesso, e quello delle caratteristiche delle famiglie ospitanti. Ulteriore obiettivo è quello di dar luogo a nuovo materiale di ricerca da cui partire per ulteriori indagini in questo ambito. La ricerca empirica è volta, nello specifico, alla verifica di tre ipotesi: la prima riguarda l'efficacia dello IESA, indagata attraverso uno studio sul caso singolo incentrato sulla valutazione delle funzioni adattive di un paziente prima e dopo l'inserimento in famiglia; la seconda ipotesi è volta all'individuazione di uno stile di attaccamento sicuro nelle famiglie ospitanti, verificata somministrando a ciascuno un questionario sull'attaccamento nell'adulto; infine la terza ipotesi riguarda le rappresentazioni mentali del ruolo di famiglia d'accoglienza e quelle relative al cambiamento dei confini familiari, indagate attraverso un test proiettivo e una domanda aperta. In conclusione, riguardo la prima ipotesi, emerge l'effettiva efficacia del trattamento IESA sul miglioramento delle capacità adattive della persona ospitata, si riscontrano infatti punteggi più alti per le misurazioni effettuate dopo il trattamento in alcune scale del test utilizzato (Vineland, Adaptive Beahavior Scales). Per quel che riguarda lo stile di attaccamento, il campione si distribuisce per lo più verso uno stile di attaccamento sicuro, dimostrando di essere in grado di offrirsi come base sicura nella relazione con il paziente. Infine, le rappresentazioni mentali dei soggetti intervistati sono diversificate e portano alla considerazione dell'importanza di un supporto all'elaborazione della ¿giusta distanza¿ da tenere con il paziente e al chiarimento del ruolo da adottare all'interno della relazione, pur non snaturando la spontaneità del rapporto tra ospite e famiglia d'accoglienza.
Un contributo di ricerca sull'affidamento eterofamiliare di persone sofferenti di disturbi psichici
CARINI, ALICE
2013/2014
Abstract
Il seguente contributo empirico si propone come un'integrazione alle ricerche già svolte sul tema dell'affidamento eterofamiliare di persone adulte sofferenti di un disturbo psichico, ovvero una forma di residenzialità protetta grazie alla quale i pazienti psichiatrici vengono dati in affidamento a famiglie di volontari ventiquattro ore su ventiquattro. In cambio la famiglia riceve un rimborso spese finanziato in parte dall'ASL e in parte dal paziente. In seguito a un'analisi delle categorie diagnostiche presentate dal campione, descritte in base ai più diffusi manuali diagnostici (DSM-5, ICD-10, PDM) e dei relativi trattamenti presenti nel panorama clinico attuale, si passa alla presentazione del modello integrativo di assistenza all'adulto sofferente di disagio psichico: l'inserimento eterofamiliare supportato di adulti (IESA), presentato come processo di empowering e lotta allo stigma e foriero di cambiamento e stimoli per lo sviluppo da parte dell'ospite di nuove e sane relazioni. Una porzione del terzo capitolo è dedicata inoltre alla presentazione di una panoramica sulle ricerche già pubblicate sul tema, volte a dimostrarne l'efficacia (soprattutto riguardo la prevenzione delle ricadute e la diminuzione dei dosaggi dei farmaci) e ad indagare le caratteristiche delle famiglie ospitanti. Il presente lavoro di ricerca ha l'intento di riportare all'attenzione della comunità scientifica il progetto di affidamento familiare, ponendosi l'obiettivo di allargare le conoscenze già acquisite sul servizio, rispettivamente su due fronti: quello dell'efficacia dello stesso, e quello delle caratteristiche delle famiglie ospitanti. Ulteriore obiettivo è quello di dar luogo a nuovo materiale di ricerca da cui partire per ulteriori indagini in questo ambito. La ricerca empirica è volta, nello specifico, alla verifica di tre ipotesi: la prima riguarda l'efficacia dello IESA, indagata attraverso uno studio sul caso singolo incentrato sulla valutazione delle funzioni adattive di un paziente prima e dopo l'inserimento in famiglia; la seconda ipotesi è volta all'individuazione di uno stile di attaccamento sicuro nelle famiglie ospitanti, verificata somministrando a ciascuno un questionario sull'attaccamento nell'adulto; infine la terza ipotesi riguarda le rappresentazioni mentali del ruolo di famiglia d'accoglienza e quelle relative al cambiamento dei confini familiari, indagate attraverso un test proiettivo e una domanda aperta. In conclusione, riguardo la prima ipotesi, emerge l'effettiva efficacia del trattamento IESA sul miglioramento delle capacità adattive della persona ospitata, si riscontrano infatti punteggi più alti per le misurazioni effettuate dopo il trattamento in alcune scale del test utilizzato (Vineland, Adaptive Beahavior Scales). Per quel che riguarda lo stile di attaccamento, il campione si distribuisce per lo più verso uno stile di attaccamento sicuro, dimostrando di essere in grado di offrirsi come base sicura nella relazione con il paziente. Infine, le rappresentazioni mentali dei soggetti intervistati sono diversificate e portano alla considerazione dell'importanza di un supporto all'elaborazione della ¿giusta distanza¿ da tenere con il paziente e al chiarimento del ruolo da adottare all'interno della relazione, pur non snaturando la spontaneità del rapporto tra ospite e famiglia d'accoglienza.File | Dimensione | Formato | |
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