La pirateria rappresenta nel diritto internazionale una delle figure più antiche, basti pensare che già Cicerone definì il pirata hostis humani generis, convinto della pericolosità rappresentata da questa pratica e della necessità di combatterla senza tentennamenti. Sulla falsariga di questa impostazione concettuale il lavoro si propone di dare una visuale del fenomeno per come si presenta ai nostri giorni. In primo luogo viene approfondita la disciplina prevista dal diritto internazionale in materia, attraverso l'analisi delle disposizioni contenute nella Convenzione di Montego Bay sul Diritto del mare del 1982 e nella Convenzione di Roma del 1988, ed in altri accordi di natura pattizia. Inoltre vengono ripercorsi i provvedimenti e gli altri documenti ufficiali adottati dalle principali organizzazioni internazionali che si occupano di contrastare il fenomeno ai nostri giorni. Il lavoro si propone quindi di analizzare l'intervento della Comunità internazionale per contrastare la pirateria che infesta le acque del Golfo di Aden ed in particolare la disciplina applicata nel caso della Somalia da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al fine di evidenziare le differenze rispetto al passato in materia di repressione di tale pratica criminale. Per ultimo ho voluto analizzare il caso dei due fucilieri di marina attualmente detenuti in India in attesa di essere giudicati da un tribunale ad hoc. In primo luogo perché la vicenda presenta interessanti profili di analisi dal punto di vista delle violazioni ripetute del diritto internazionale che la caratterizzano ed in secondo luogo perché consente di prendere visione degli errori commessi dal Governo italiano in merito alla l. 130/2011, prima, e durante la gestione della vicenda, poi.
Il contrasto alla pirateria nel Diritto Internazionale
FALCINI, LUCA
2013/2014
Abstract
La pirateria rappresenta nel diritto internazionale una delle figure più antiche, basti pensare che già Cicerone definì il pirata hostis humani generis, convinto della pericolosità rappresentata da questa pratica e della necessità di combatterla senza tentennamenti. Sulla falsariga di questa impostazione concettuale il lavoro si propone di dare una visuale del fenomeno per come si presenta ai nostri giorni. In primo luogo viene approfondita la disciplina prevista dal diritto internazionale in materia, attraverso l'analisi delle disposizioni contenute nella Convenzione di Montego Bay sul Diritto del mare del 1982 e nella Convenzione di Roma del 1988, ed in altri accordi di natura pattizia. Inoltre vengono ripercorsi i provvedimenti e gli altri documenti ufficiali adottati dalle principali organizzazioni internazionali che si occupano di contrastare il fenomeno ai nostri giorni. Il lavoro si propone quindi di analizzare l'intervento della Comunità internazionale per contrastare la pirateria che infesta le acque del Golfo di Aden ed in particolare la disciplina applicata nel caso della Somalia da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, al fine di evidenziare le differenze rispetto al passato in materia di repressione di tale pratica criminale. Per ultimo ho voluto analizzare il caso dei due fucilieri di marina attualmente detenuti in India in attesa di essere giudicati da un tribunale ad hoc. In primo luogo perché la vicenda presenta interessanti profili di analisi dal punto di vista delle violazioni ripetute del diritto internazionale che la caratterizzano ed in secondo luogo perché consente di prendere visione degli errori commessi dal Governo italiano in merito alla l. 130/2011, prima, e durante la gestione della vicenda, poi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/63772