Lo sport è uno dei più floridi settori dell'economia italiana che da solo copre il 2,5% del P.I.L. e nell'insieme degli sport, spicca il fenomeno calcistico che è in continua crescita poiché coadiuvato dall'influenza dei mass media che ne accentuano l'impatto e la visibilità. Ciò rappresenta una notevole opportunità per le aziende varie che possono legare il loro nome ad una società e ottenerne maggiore notorietà. In questo modo le imprese sportive non si limitano ad essere tali, ma diventano vere e proprie imprese con fini lucrosi e ciò significa che non basta più solamente vincere, ma è anche necessario il conseguimento di un profitto. Per questo motivo la gestione di un'impresa sportiva deve essere oculata e retta da personale qualificato che sia in grado di ottenere un giusto connubio tra il risultato sportivo e il risultato economico dell'azienda. Il ruolo del marketing è proprio quello di comunicare questo connubio tra vittorie e profitti e rendere la società più appetibile ai tifosi e agli investitori; permettendole di sviluppare vari accordi di partnership e sponsorship, di vendere i diritti televisivi ad un maggior prezzo e di aumentare il proprio merchandising. Ciò si traduce nella diversificazione dell'attività di una società sportiva, il cui core business resta pur sempre il gioco di per sé, ma le cui strade sono davvero molteplici. A questo proposito, una delle strade percorribili per la diversificazione è la costruzione di un impianto sportivo di proprietà, il quale rappresenta un vero e proprio polo di attrazione per diverse categorie di persone, ma non solo, può anche essere inteso come mezzo per la riqualificazione di un'area intera sulla quale sorge. In Italia, a differenza di Paesi come Inghilterra e Spagna, questo discorso è ancora allo stato embrionale dal momento che la gran parte delle entrate arriva ancora dai diritti televisivi. Le "Notti Magiche" del 1990 furono l'occasione per dotarsi di nuovi impianti, ma il San Nicola di Bari e il Delle Alpi di Torino sono gli unici due che furono costruiti all'epoca. Due impianti di vecchio stampo, tanto che uno di loro, il secondo, non esiste più e dalle sue ceneri è nato lo Juventus Stadium, il primo vero stadio di proprietà studiato e concepito secondo il modello inglese. L'8 Settembre 2011, 41mila spettatori (e milioni di tifosi che l'hanno seguita in tv) parteciparono alla cerimonia di inaugurazione di questa perla del calcio italiano, una perla che rappresenta tutto ciò che abbiamo detto in precedenza, ossia: una delle strade da intraprendere per diversificare gli introiti di una società sportiva; un modo per riqualificare l'area su cui sorge, in questo caso l'area Continassa; un cambiamento del modo di concepire il calcio qui in Italia. Ma non solo. Lo Juventus Stadium è stato anche una grande scommessa da parte della società che aveva bisogno di rilanciarsi dopo due settimi posti consecutivi e cammini fallimentari in Europa. La scommessa di Andrea Agnelli era proprio quella di riportare la Juventus sia al pareggio di bilancio, ma anche ai vecchi fasti di un tempo in Italia così come in Europa. Una scommessa azzeccatissima visti i tre Scudetti consecutivi, la costante riduzione delle perdite e uno stadio sempre pieno.

La gestione di uno stadio di proprietà, effetti sulle performance della società e della squadra: Il caso Juventus Stadium.

GIAMPIETRO, ROBERTO
2013/2014

Abstract

Lo sport è uno dei più floridi settori dell'economia italiana che da solo copre il 2,5% del P.I.L. e nell'insieme degli sport, spicca il fenomeno calcistico che è in continua crescita poiché coadiuvato dall'influenza dei mass media che ne accentuano l'impatto e la visibilità. Ciò rappresenta una notevole opportunità per le aziende varie che possono legare il loro nome ad una società e ottenerne maggiore notorietà. In questo modo le imprese sportive non si limitano ad essere tali, ma diventano vere e proprie imprese con fini lucrosi e ciò significa che non basta più solamente vincere, ma è anche necessario il conseguimento di un profitto. Per questo motivo la gestione di un'impresa sportiva deve essere oculata e retta da personale qualificato che sia in grado di ottenere un giusto connubio tra il risultato sportivo e il risultato economico dell'azienda. Il ruolo del marketing è proprio quello di comunicare questo connubio tra vittorie e profitti e rendere la società più appetibile ai tifosi e agli investitori; permettendole di sviluppare vari accordi di partnership e sponsorship, di vendere i diritti televisivi ad un maggior prezzo e di aumentare il proprio merchandising. Ciò si traduce nella diversificazione dell'attività di una società sportiva, il cui core business resta pur sempre il gioco di per sé, ma le cui strade sono davvero molteplici. A questo proposito, una delle strade percorribili per la diversificazione è la costruzione di un impianto sportivo di proprietà, il quale rappresenta un vero e proprio polo di attrazione per diverse categorie di persone, ma non solo, può anche essere inteso come mezzo per la riqualificazione di un'area intera sulla quale sorge. In Italia, a differenza di Paesi come Inghilterra e Spagna, questo discorso è ancora allo stato embrionale dal momento che la gran parte delle entrate arriva ancora dai diritti televisivi. Le "Notti Magiche" del 1990 furono l'occasione per dotarsi di nuovi impianti, ma il San Nicola di Bari e il Delle Alpi di Torino sono gli unici due che furono costruiti all'epoca. Due impianti di vecchio stampo, tanto che uno di loro, il secondo, non esiste più e dalle sue ceneri è nato lo Juventus Stadium, il primo vero stadio di proprietà studiato e concepito secondo il modello inglese. L'8 Settembre 2011, 41mila spettatori (e milioni di tifosi che l'hanno seguita in tv) parteciparono alla cerimonia di inaugurazione di questa perla del calcio italiano, una perla che rappresenta tutto ciò che abbiamo detto in precedenza, ossia: una delle strade da intraprendere per diversificare gli introiti di una società sportiva; un modo per riqualificare l'area su cui sorge, in questo caso l'area Continassa; un cambiamento del modo di concepire il calcio qui in Italia. Ma non solo. Lo Juventus Stadium è stato anche una grande scommessa da parte della società che aveva bisogno di rilanciarsi dopo due settimi posti consecutivi e cammini fallimentari in Europa. La scommessa di Andrea Agnelli era proprio quella di riportare la Juventus sia al pareggio di bilancio, ma anche ai vecchi fasti di un tempo in Italia così come in Europa. Una scommessa azzeccatissima visti i tre Scudetti consecutivi, la costante riduzione delle perdite e uno stadio sempre pieno.
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