La presente tesi si compone di tre capitoli che analizzano le differenti crisi economiche verificatesi rispettivamente in Argentina nel 2001, in Islanda nel 2008 ed in Grecia a partire dal 2009 e, purtroppo, ancora in essere. La scelta di metodo, alla base del lavoro, è quella di effettuare un'analisi completa, nei tre Paesi presi in considerazione, degli eventi che portarono allo scatenarsi della crisi e quindi delle sue cause e dei suoi effetti, ponendo particolare attenzione a quelle che sono state le misure adottate al fine di risolverla o, per quanto attiene la Grecia, di arginarla. Il primo capitolo esamina la crisi argentina del 2001, imponente e paragonata alla Grande Depressione degli anni Trenta, che anticipa di qualche anno quelle islandese e greca. L'Argentina fu vittima di crisi multiple: monetaria, fiscale, finanziaria, economica e di debito monetario. Tutti questi fattori, tra loro interconnessi, fecero precipitare il Paese in una spirale verso il basso che né la classe politica locale, né la comunità finanziaria internazionale si dimostrarono in grado di evitare o almeno di mitigare con azioni preventive. L'Argentina, durante la sua crisi, fece affidamento al FMI che le accordò un prestito di Stand-By-Arrangement, con relative - e quasi standardizzate- condizioni le quali, però, crearono ulteriori problemi all'economia del Paese e resero ancora più difficile la ripresa.Nel 2014, nonostante siano passati quasi tredici anni, gli strascichi della crisi del 2001 sono ancora visibili. L'Islanda viene analizzata nel secondo capitolo. La sua fu sostanzialmente una crisi finanziaria causata dalla spregiudicatezza delle banche e dei suoi banchieri, avallata non solo dalla Banca Centrale del Paese ma anche dal FMI con il suo supporto implicito.La tacita garanzia di sostegno dl FMI ridusse infatti il premio per il rischio, la volatilità dei tassi di cambio e ciò, a sua volta, indusse tutto il mondo ad aumentare i finanziamenti all'Islanda in valuta: la Corona divenne una delle valute alle quali gli investitori si rivolgevano di preferenza. Le banche islandesi, tra le varie pratiche adottate, iniziarono anche ad accumulare passività verso l'estero sponsorizzate dall'espansione del credito internazionale ma, quando la liquidità internazionale iniziò a scarseggiare, l'economia isolana crollò. L'Islanda riuscì a risollevarsi grazie ad un pacchetto di aiuti del FMI e ad un currency swap dei Paesi vicini che permisero di stabilizzare la Corona, garantire le importazioni essenziali e guadagnare abbastanza tempo per ristrutturare l'economia la quale, dopo il 2012, si è completamente ripresa.La crisi greca è l'ultima analizzata.La crisi finanziaria internazionale del 2008 colpì l'economia greca nel suo tallone d'Achille: il rifinanziamento del debito pubblico, accumulato soprattutto durante gli anni Ottanta. La situazione fiscale greca venne al centro dell'attenzione internazionale dopo le elezioni di ottobre 2009. Il deficit di bilancio della Grecia peggiorò notevolmente durante la crisi, come in molte altre economie dell'area dell'euro e del resto del mondo.Nel 2010 e nel 2011 le furono accordati dalla Troika europea e dal FMI dei pacchetti di salvataggio i quali erano condizionati a quelle medesime condizioni che crearono così tanti problemi all'Argentina.Da fine aprile 2010 il Paese è escluso di fatto dai mercati finanziari internazionali e dal 2009 è entrato in una recessione prolungata, la fine della quale non è ancora visibile.
Argentina, Islanda, Grecia: tre vie d'uscita alternative alla corrente crisi finanziaria
CAPELLO, FEDERICA
2013/2014
Abstract
La presente tesi si compone di tre capitoli che analizzano le differenti crisi economiche verificatesi rispettivamente in Argentina nel 2001, in Islanda nel 2008 ed in Grecia a partire dal 2009 e, purtroppo, ancora in essere. La scelta di metodo, alla base del lavoro, è quella di effettuare un'analisi completa, nei tre Paesi presi in considerazione, degli eventi che portarono allo scatenarsi della crisi e quindi delle sue cause e dei suoi effetti, ponendo particolare attenzione a quelle che sono state le misure adottate al fine di risolverla o, per quanto attiene la Grecia, di arginarla. Il primo capitolo esamina la crisi argentina del 2001, imponente e paragonata alla Grande Depressione degli anni Trenta, che anticipa di qualche anno quelle islandese e greca. L'Argentina fu vittima di crisi multiple: monetaria, fiscale, finanziaria, economica e di debito monetario. Tutti questi fattori, tra loro interconnessi, fecero precipitare il Paese in una spirale verso il basso che né la classe politica locale, né la comunità finanziaria internazionale si dimostrarono in grado di evitare o almeno di mitigare con azioni preventive. L'Argentina, durante la sua crisi, fece affidamento al FMI che le accordò un prestito di Stand-By-Arrangement, con relative - e quasi standardizzate- condizioni le quali, però, crearono ulteriori problemi all'economia del Paese e resero ancora più difficile la ripresa.Nel 2014, nonostante siano passati quasi tredici anni, gli strascichi della crisi del 2001 sono ancora visibili. L'Islanda viene analizzata nel secondo capitolo. La sua fu sostanzialmente una crisi finanziaria causata dalla spregiudicatezza delle banche e dei suoi banchieri, avallata non solo dalla Banca Centrale del Paese ma anche dal FMI con il suo supporto implicito.La tacita garanzia di sostegno dl FMI ridusse infatti il premio per il rischio, la volatilità dei tassi di cambio e ciò, a sua volta, indusse tutto il mondo ad aumentare i finanziamenti all'Islanda in valuta: la Corona divenne una delle valute alle quali gli investitori si rivolgevano di preferenza. Le banche islandesi, tra le varie pratiche adottate, iniziarono anche ad accumulare passività verso l'estero sponsorizzate dall'espansione del credito internazionale ma, quando la liquidità internazionale iniziò a scarseggiare, l'economia isolana crollò. L'Islanda riuscì a risollevarsi grazie ad un pacchetto di aiuti del FMI e ad un currency swap dei Paesi vicini che permisero di stabilizzare la Corona, garantire le importazioni essenziali e guadagnare abbastanza tempo per ristrutturare l'economia la quale, dopo il 2012, si è completamente ripresa.La crisi greca è l'ultima analizzata.La crisi finanziaria internazionale del 2008 colpì l'economia greca nel suo tallone d'Achille: il rifinanziamento del debito pubblico, accumulato soprattutto durante gli anni Ottanta. La situazione fiscale greca venne al centro dell'attenzione internazionale dopo le elezioni di ottobre 2009. Il deficit di bilancio della Grecia peggiorò notevolmente durante la crisi, come in molte altre economie dell'area dell'euro e del resto del mondo.Nel 2010 e nel 2011 le furono accordati dalla Troika europea e dal FMI dei pacchetti di salvataggio i quali erano condizionati a quelle medesime condizioni che crearono così tanti problemi all'Argentina.Da fine aprile 2010 il Paese è escluso di fatto dai mercati finanziari internazionali e dal 2009 è entrato in una recessione prolungata, la fine della quale non è ancora visibile.File | Dimensione | Formato | |
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