La scelta di trattare il tema della dittatura franchista nasce dalla personale esperienza di studio realizzata in Spagna, nell'ambito del progetto Erasmus. L'ultimo corso che ho frequentato, di storia del cinema, purtroppo interrotto anticipatamente a causa della mia decisione di rientrare in Italia prima del previsto, presentava un interessante riferimento all'uso della propaganda nei regimi totalitari, segnatamente al notiziario spagnolo. Grazie alla lettura di alcuni testi e alla visione di filmati dell'epoca ho scoperto che, tra gli strumenti utilizzati per il controllo del dissenso, il NO-DO assume effettivamente un'importante rilevanza tanto da diventare l'unico settimanale di attualità proiettato nelle sale cinematografiche prima del film. Dal momento della sua fondazione avvenuta nel '43, resa possibile anche dai contributi dell'UFA (casa di produzione e distribuzione cinematografica tedesca), la proiezione dei notiziari è resa obbligatoria per 20 anni. Il fulcro della ricerca è stato il tentativo di verificare, attraverso l'analisi della struttura e dell'evoluzione del NO-DO e di alcuni documenti filmici presenti in esso, il modo di presentare i cambiamenti di atteggiamento del Caudillo (tra gli anni '40 e '50) rispetto alla guerra, alle forze alleate, alla politica economica. In particolare mi propongo di dimostrare, in relazione alle fasi più significative del Franchismo dal punto di vista istituzionale, politico ed economico, che l'obiettivo del NO-DO non è solo quello di esaltare e legittimare il regime, ma anche di incidere profondamente sulla sfera privata delle persone, modellandone il pensiero e gli stili di vita. Il lavoro, organizzato secondo un ordine più tematico che cronologico, si struttura in tre parti: anzitutto la descrizione dell'evoluzione storica del Franchismo nei primi 20 anni, finalizzata a evidenziare l'impalcatura istituzionale e ideologica del regime, con inevitabili riferimenti all'economia; in secondo luogo l'analisi della struttura e dell'evoluzione del NO-DO; infine le modalità di comunicazione proprie del notiziario, relativamente ad alcuni cambiamenti di posizione di Franco, determinati da mutamenti importanti a livello internazionale (caduta del nazifascismo e guerra fredda in primis), che comunque bisognava legittimare. Per realizzare l'intento di caratterizzare la dittatura di Franco dal punto di vista culturale e socio-economico mi sono avvalsa di diversi riferimenti bibliografici. Due saggi, tuttavia, hanno colpito in particolare la mia attenzione: G. Di Febo, S. Julià, Il Franchismo, Roma, Carocci, 2003 e G. Hermet, Storia della Spagna nel Novecento, Bologna, Il Muluno, 1999. In relazione alle caratteristiche e finalità del NO-DO, tra i vari documenti a disposizione, ho privilegiato, in particolare, l'approfondimento del testo -in lingua spagnola- di R. R. Tranche, V. Sanchez-Biosca, NO-DO. El tiempo y la memoria, Madrid, Filmoteca Española, 2008. Tra i filmati, ho analizzato con particolare attenzione, i numeri 1, 14, 34 A, 59 A, 79 B, e 206. È utile precisare che ho avuto accesso a gran parte dei documenti filmici attraverso la pagina della filmoteca sul sito della ¿RTVE¿.
Il NO-DO. La voce del regime Franchista.
SALVATI, MARTINA
2013/2014
Abstract
La scelta di trattare il tema della dittatura franchista nasce dalla personale esperienza di studio realizzata in Spagna, nell'ambito del progetto Erasmus. L'ultimo corso che ho frequentato, di storia del cinema, purtroppo interrotto anticipatamente a causa della mia decisione di rientrare in Italia prima del previsto, presentava un interessante riferimento all'uso della propaganda nei regimi totalitari, segnatamente al notiziario spagnolo. Grazie alla lettura di alcuni testi e alla visione di filmati dell'epoca ho scoperto che, tra gli strumenti utilizzati per il controllo del dissenso, il NO-DO assume effettivamente un'importante rilevanza tanto da diventare l'unico settimanale di attualità proiettato nelle sale cinematografiche prima del film. Dal momento della sua fondazione avvenuta nel '43, resa possibile anche dai contributi dell'UFA (casa di produzione e distribuzione cinematografica tedesca), la proiezione dei notiziari è resa obbligatoria per 20 anni. Il fulcro della ricerca è stato il tentativo di verificare, attraverso l'analisi della struttura e dell'evoluzione del NO-DO e di alcuni documenti filmici presenti in esso, il modo di presentare i cambiamenti di atteggiamento del Caudillo (tra gli anni '40 e '50) rispetto alla guerra, alle forze alleate, alla politica economica. In particolare mi propongo di dimostrare, in relazione alle fasi più significative del Franchismo dal punto di vista istituzionale, politico ed economico, che l'obiettivo del NO-DO non è solo quello di esaltare e legittimare il regime, ma anche di incidere profondamente sulla sfera privata delle persone, modellandone il pensiero e gli stili di vita. Il lavoro, organizzato secondo un ordine più tematico che cronologico, si struttura in tre parti: anzitutto la descrizione dell'evoluzione storica del Franchismo nei primi 20 anni, finalizzata a evidenziare l'impalcatura istituzionale e ideologica del regime, con inevitabili riferimenti all'economia; in secondo luogo l'analisi della struttura e dell'evoluzione del NO-DO; infine le modalità di comunicazione proprie del notiziario, relativamente ad alcuni cambiamenti di posizione di Franco, determinati da mutamenti importanti a livello internazionale (caduta del nazifascismo e guerra fredda in primis), che comunque bisognava legittimare. Per realizzare l'intento di caratterizzare la dittatura di Franco dal punto di vista culturale e socio-economico mi sono avvalsa di diversi riferimenti bibliografici. Due saggi, tuttavia, hanno colpito in particolare la mia attenzione: G. Di Febo, S. Julià, Il Franchismo, Roma, Carocci, 2003 e G. Hermet, Storia della Spagna nel Novecento, Bologna, Il Muluno, 1999. In relazione alle caratteristiche e finalità del NO-DO, tra i vari documenti a disposizione, ho privilegiato, in particolare, l'approfondimento del testo -in lingua spagnola- di R. R. Tranche, V. Sanchez-Biosca, NO-DO. El tiempo y la memoria, Madrid, Filmoteca Española, 2008. Tra i filmati, ho analizzato con particolare attenzione, i numeri 1, 14, 34 A, 59 A, 79 B, e 206. È utile precisare che ho avuto accesso a gran parte dei documenti filmici attraverso la pagina della filmoteca sul sito della ¿RTVE¿.File | Dimensione | Formato | |
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