He passed himself off as the Indian chief White Deer (Chief White Elk) and as the delegate of the League of Nations, elected as representative of the American Indians. In fact, his real name was Edgar Laplante. He was born in Pawtucket (USA) on March, 16th 1888. The evidence of his existence is his white buckskin jacket and his Native American headdress, which are now kept at the Museum of Criminal Anthropology 'Cesare Lombroso' in Turin. His adventure lasted about six months, in which the Indian chief became very popular in Italy. He cheated two Italo-Austrian women ¿ a mother and her daughter, who fell in love with him, and he received honours from the Fascist regime. According to the reconstruction of the episode, Edgar said to be a descendant of some Canadian Indian chiefs on his mother's side. After performing some shows on the Indians in America, he landed in Halifax (England) in 1922, in order to promote the Paramount Pictures's film The Covered Wagon in Europe. He came to Italy in 1924 and he had the chance of visiting the most important Italian cities, such as Florence and Rome. He also sent a telegram to the Duce by the establishment of Diano Marina, in order to meet him in Rome and he finally got this opportunity. Instead, he did not get an invitation by Pope Pius IX. In 1925, he was given permission to give a speech at the Odeon Theatre in Turin on the occasion of the anniversary of the March on Rome. His fraud was exposed in December 1924, and he was forced to leave Italy and to take refuge in Switzerland. Here, he received a warrant of arrest and a fraud charge amounting over one million lire, stolen from the Italo - Austrian countesses. Put into a mental hospital, a psychiatric examination describes him as psychopathic individual who belongs to the group of pathological liars. The Turin Court states that the life of the fake Indian chief was always characterized by wandering, lies, simulation and aversion to work. These tendencies are typical of a delinquent accustomed to fraud. In 1925, he was sentenced to imprisonment for five years, seven months and fifteen days. Released for amnesty in 1932, he went back to America and disappeared until 1944, when he died in an hospital department in Phoenix (Arizona). (Revision of a museum label of the Criminal Anthropology Museum 'Cesare Lombroso' in Turin)
Si spacciava per il capo indiano Cervo Bianco (Chief White Elk) e per il delegato della Lega delle Nazioni, eletto in rappresentanza degli indiani d'America. In realtà, il suo nome era Edgar Laplante, nato a Pawtucket (USA) il 16 marzo 1888. La prova della sua esistenza è testimoniata oggi dalla casacca di pelle di daino bianco e dal suo copricapo da indiano pellerossa, conservati presso il Museo di Antropologia Criminale ¿Cesare Lombroso¿ a Torino. La sua avventura durò poco più di sei mesi, nei quali il capo indiano divenne molto popolare in Italia, truffando due donne italo -austriache (madre e figlia) che si erano invaghite di lui, e ricevendo glorie e onori dal regime fascista. Secondo la ricostruzione dell'episodio, il personaggio diceva di discendere da parte di madre da capi indiani canadesi. Dopo aver partecipato ad alcuni spettacoli sugli indiani in America, nel 1922 sbarcò ad Halifax (Inghilterra) per promuovere il film della Paramount Pictures The Covered Wagon anche in Europa. L'approdo in Italia avvenne nel 1924 e lo portò a visitare le più grandi città italiane come Firenze e Roma. Dallo stabilimento di Diano Marina inviò un telegramma al Duce al fine di incontrarlo a Roma e gli fu data la possibilità. Non riuscì invece a farsi ricevere da Papa Pio IX. Nel 1925, ottenne il permesso di tenere un discorso al teatro Odeon di Torino in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma. Scoperta la sua truffa nel dicembre del 1924, Edgar fu costretto a lasciare l'Italia e a rifugiarsi in Svizzera. Qui lo raggiunse un mandato di cattura ed un'accusa di truffa pari ad un milione di lire, sottratte alle contesse italo - austriache. Finito in manicomio, una perizia lo descrive come ¿individuo psicopatico che rientra nel gruppo dei bugiardi patologici¿ (Del Sette, Luciano (sabato 27 aprile 2013), L'enigma del capo indiano. Cervo Bianco, la leggenda del finto capo tribù, in «Alias», a cura di «Il Messaggero», XVI, n. 17, pp. 2-3, http://ilmanifesto.info/wordpress/wp-content/uploads/2013/12/12/alias20130427.pdf (consultato il 29/10/2014). Il Tribunale di Torino decretò che la vita del finto capo indiano ¿fu sempre informata al vagabondaggio, alle menzogne, alla simulazione, al falso reclamistico, all'avversione al lavoro, tendenze queste di un delinquente abituato alla frode¿. (E. Ferrero, L'anno dell'Indiano, Einaudi, Torino, 2001, pp.178-195). Nel 1925, venne condannato alla reclusione per cinque anni, sette mesi e quindici giorni. Liberato per amnistia nel 1932, tornò in America e scomparve fino alla morte, avvenuta nel 1944 in una clinica di Phoenix (Arizona). (Rielaborazione da un pannello esplicativo presso il museo di Antropologia Criminale ¿Cesare Lombroso¿ di Torino)
Il "capo indiano": Tewanna Ray. Cronache di un pellerossa "italiano"
CIOFFI, DANIELE
2013/2014
Abstract
Si spacciava per il capo indiano Cervo Bianco (Chief White Elk) e per il delegato della Lega delle Nazioni, eletto in rappresentanza degli indiani d'America. In realtà, il suo nome era Edgar Laplante, nato a Pawtucket (USA) il 16 marzo 1888. La prova della sua esistenza è testimoniata oggi dalla casacca di pelle di daino bianco e dal suo copricapo da indiano pellerossa, conservati presso il Museo di Antropologia Criminale ¿Cesare Lombroso¿ a Torino. La sua avventura durò poco più di sei mesi, nei quali il capo indiano divenne molto popolare in Italia, truffando due donne italo -austriache (madre e figlia) che si erano invaghite di lui, e ricevendo glorie e onori dal regime fascista. Secondo la ricostruzione dell'episodio, il personaggio diceva di discendere da parte di madre da capi indiani canadesi. Dopo aver partecipato ad alcuni spettacoli sugli indiani in America, nel 1922 sbarcò ad Halifax (Inghilterra) per promuovere il film della Paramount Pictures The Covered Wagon anche in Europa. L'approdo in Italia avvenne nel 1924 e lo portò a visitare le più grandi città italiane come Firenze e Roma. Dallo stabilimento di Diano Marina inviò un telegramma al Duce al fine di incontrarlo a Roma e gli fu data la possibilità. Non riuscì invece a farsi ricevere da Papa Pio IX. Nel 1925, ottenne il permesso di tenere un discorso al teatro Odeon di Torino in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma. Scoperta la sua truffa nel dicembre del 1924, Edgar fu costretto a lasciare l'Italia e a rifugiarsi in Svizzera. Qui lo raggiunse un mandato di cattura ed un'accusa di truffa pari ad un milione di lire, sottratte alle contesse italo - austriache. Finito in manicomio, una perizia lo descrive come ¿individuo psicopatico che rientra nel gruppo dei bugiardi patologici¿ (Del Sette, Luciano (sabato 27 aprile 2013), L'enigma del capo indiano. Cervo Bianco, la leggenda del finto capo tribù, in «Alias», a cura di «Il Messaggero», XVI, n. 17, pp. 2-3, http://ilmanifesto.info/wordpress/wp-content/uploads/2013/12/12/alias20130427.pdf (consultato il 29/10/2014). Il Tribunale di Torino decretò che la vita del finto capo indiano ¿fu sempre informata al vagabondaggio, alle menzogne, alla simulazione, al falso reclamistico, all'avversione al lavoro, tendenze queste di un delinquente abituato alla frode¿. (E. Ferrero, L'anno dell'Indiano, Einaudi, Torino, 2001, pp.178-195). Nel 1925, venne condannato alla reclusione per cinque anni, sette mesi e quindici giorni. Liberato per amnistia nel 1932, tornò in America e scomparve fino alla morte, avvenuta nel 1944 in una clinica di Phoenix (Arizona). (Rielaborazione da un pannello esplicativo presso il museo di Antropologia Criminale ¿Cesare Lombroso¿ di Torino)File | Dimensione | Formato | |
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