Taking the distances from the common idea of Turin as an ¿anti-fascist¿ city since the very beginning, this survey's aim is to underline the existence of fascist art and artists during the years 1928-1939. On the background there is the historical development of facts and ideas in the fascist national party, linked with the choices and the policies of Turin's power elite. The survey started with the press review for the main journals and magazines of Turin, where the most important experiences of paintings, sculptures and monuments committed by the local organ of the fascist party had been underlined. The dates had been expressly chosen by noticing the most interesting period in Turin for this kind of events between the entire Fascist Era. The main focus is about monumental art, mostly architecture, sculptures and frescos. The result is an innovative imagine of Turin's art during this period, showing its agreement to Fascism myths and ideas.
In contrasto con certa storiografia, spesso impegnata a sottolineare una certa estraneità della città di Torino agli entusiasmi per il regime e da fenomeni di qualche rilievo nell'attestare il consenso di artisti ed intellettuali, il lavoro è finalizzato a riportare in superficie l'esistenza, anche nella capitale sabauda, di un'arte propriamente fascista. L'indagine è stata effettuata tenendo fermo sullo sfondo la vicenda nazionale del Partito, sia dal punto di vista propriamente storico-politico, sia da una prospettiva propriamente artistica, collegandola a quella del Fascismo locale. A partire dallo spoglio dei quotidiani e delle riviste torinesi, sono state individuate le principali vicende artistiche collegabili alla committenza o in ogni caso alla partecipazione degli organi cittadini del Partito Nazionale Fascista, come la Federazione Provinciale dei Fasci di combattimento, il Gruppo Universitario Fascista, l'Opera Nazionale Dopolavoro. Pur rendendone brevemente conto, si è scelto di escludere una trattazione sistematica di esperienze legate alla committenza privata. La cronologia prescelta (1938-1939) fa leva sull'osservazione, effettuata nel corso della rassegna stampa per l'intero Ventennio, dell'arco temporale in cui i fenomeni artistici legati al Fascio di Torino hanno avuto maggiore rilievo e sviluppo, sia teorico che pratico. Si sono tenute in particolare rilievo quelle operazioni che hanno privilegiato interventi di decorazione monumentale, pittorica o scultorea, sulla scia di dibattiti od esperienze che hanno caratterizzato altre città italiane, ed evidenziando l'importanza del ruolo dell'architettura e dell'urbanistica contemporanea. Ne emerge un panorama inedito della Torino fascista, impegnata nella progettazione e nell'attuazione di operazioni artistiche spesso su scala monumentale, avvalendosi di un certo numero di artisti ed architetti (spesso usciti dalle file del GUF), che per personale adesione al Fascismo (sincera o di comodo), hanno interpretato temi e miti dell'ideologia di regime.
Arte Fascista a Torino (1928-1939)
VENUTI, GIULIA
2013/2014
Abstract
In contrasto con certa storiografia, spesso impegnata a sottolineare una certa estraneità della città di Torino agli entusiasmi per il regime e da fenomeni di qualche rilievo nell'attestare il consenso di artisti ed intellettuali, il lavoro è finalizzato a riportare in superficie l'esistenza, anche nella capitale sabauda, di un'arte propriamente fascista. L'indagine è stata effettuata tenendo fermo sullo sfondo la vicenda nazionale del Partito, sia dal punto di vista propriamente storico-politico, sia da una prospettiva propriamente artistica, collegandola a quella del Fascismo locale. A partire dallo spoglio dei quotidiani e delle riviste torinesi, sono state individuate le principali vicende artistiche collegabili alla committenza o in ogni caso alla partecipazione degli organi cittadini del Partito Nazionale Fascista, come la Federazione Provinciale dei Fasci di combattimento, il Gruppo Universitario Fascista, l'Opera Nazionale Dopolavoro. Pur rendendone brevemente conto, si è scelto di escludere una trattazione sistematica di esperienze legate alla committenza privata. La cronologia prescelta (1938-1939) fa leva sull'osservazione, effettuata nel corso della rassegna stampa per l'intero Ventennio, dell'arco temporale in cui i fenomeni artistici legati al Fascio di Torino hanno avuto maggiore rilievo e sviluppo, sia teorico che pratico. Si sono tenute in particolare rilievo quelle operazioni che hanno privilegiato interventi di decorazione monumentale, pittorica o scultorea, sulla scia di dibattiti od esperienze che hanno caratterizzato altre città italiane, ed evidenziando l'importanza del ruolo dell'architettura e dell'urbanistica contemporanea. Ne emerge un panorama inedito della Torino fascista, impegnata nella progettazione e nell'attuazione di operazioni artistiche spesso su scala monumentale, avvalendosi di un certo numero di artisti ed architetti (spesso usciti dalle file del GUF), che per personale adesione al Fascismo (sincera o di comodo), hanno interpretato temi e miti dell'ideologia di regime.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/63212