Il lavoro compiuto nella presente tesi si concentra su uno dei componimenti della raccolta "Magenta Soul Whip" di Lisa Robertson, "Early Education", per molti versi oscuro, che risulta particolarmente interessante in virtù delle sue caratteristiche compositive. Si tratta, infatti, di una prosa poetica costruita come ¿traduzione¿ del primo libro delle "Confessiones" di Agostino. Il testo fonde inglese e latino e, oltre ad avere uno stile molto complesso e pluricomposto, si configura come interpretazione originale anche per quanto riguarda il contenuto, ribaltando di segno il testo originario e riferendosi ad Agostino solo per problematizzarlo. Per questo motivo, invece di limitarmi a un'analisi ¿esterna¿ del testo, ho pensato di entrarvi facendone una traduzione allo scopo di sviscerarne appieno le caratteristiche e le problematiche, usando, cioè, la traduzione come strategia ermeneutica privilegiata. Questo offre anche la possibilità di un doppio commento interpretativo, quello riguardante la traduzione che Robertson compie di Agostino e quello sulla traduzione italiana del testo di Robertson. Del resto gli innumerevoli studi sulla traduzione hanno ormai dimostrato che essa non può più essere sbrigativamente e riduttivamente considerata una mera un'operazione linguistica e, pur senza entrare nel dettaglio della disputa sulla traducibilità per motivi di spazio , resta che affrontare una traduzione richiede un'analisi approfondita del testo in questione, analisi che la traduzione stessa aiuta a svolgere obbligando a concentrarsi su piccole porzioni del testo, fino a porre domande parola per parola. La traduzione diventa quindi un mezzo ermeneutico atto alla comprensione, oltre che successivo a essa. L'interpretazione diventa fondante di una traduzione, e per questo motivo ogni traduzione è solo una delle tante possibilità che si diramano, scelta dopo scelta, durante il processo. Una scrittura sperimentale che cerchi di enfatizzare la prerogativa della poesia ¿ essere un linguaggio oltre il linguaggio, che, mai in modo spontaneo e innocente, forzi i significati e soprattutto i significanti per dire ¿di più¿ ¿, enfatizza di rimando anche la componente artificiale della lingua. La poesia non usa mai una lingua neutra, e il prezzo da pagare per una scelta come quella del testo in esame, cioè violare le norme linguistiche e traduttive per ottenere una capacità allusiva moltiplicata tramite il confronto e la risonanza di un secondo testo (quello agostiniano), è proprio l'oscurità del testo. Tradurre un testo come Early Education, dunque, non vuol dire solo renderlo disponibile a lettori di un'altra lingua: è uno strumento per indagare più a fondo il testo. Tramite la traduzione, un testo che usa una lingua sperimentale esplicita alcune sue inferenze: succede certo a scapito di altre, ma il processo che l'originale attraversa nell'essere tradotto può essere rivelatore. Nel caso specifico, senza l'obbligo morale di interpretare ogni parte del testo che la traduzione pone, sarebbe stato più difficile trovare non solo l'origine dei frammenti di latino, ma anche il loro uso e le loro implicazioni. Essendo costretti a cercare i motivi di ognuna delle deviazioni sul piano linguistico, si arriva a conclusioni sul piano contenutistico che sarebbero state più difficili da considerare senza attraversare un processo di rilettura, interpretazione e riscrittura. La traduzione svolge il compito di uno strumento ermeneutico di enormi potenzialità.
Traduzione come interpretazione: Early Education di Lisa Robertson
BEVACQUA, LUCA GERO
2013/2014
Abstract
Il lavoro compiuto nella presente tesi si concentra su uno dei componimenti della raccolta "Magenta Soul Whip" di Lisa Robertson, "Early Education", per molti versi oscuro, che risulta particolarmente interessante in virtù delle sue caratteristiche compositive. Si tratta, infatti, di una prosa poetica costruita come ¿traduzione¿ del primo libro delle "Confessiones" di Agostino. Il testo fonde inglese e latino e, oltre ad avere uno stile molto complesso e pluricomposto, si configura come interpretazione originale anche per quanto riguarda il contenuto, ribaltando di segno il testo originario e riferendosi ad Agostino solo per problematizzarlo. Per questo motivo, invece di limitarmi a un'analisi ¿esterna¿ del testo, ho pensato di entrarvi facendone una traduzione allo scopo di sviscerarne appieno le caratteristiche e le problematiche, usando, cioè, la traduzione come strategia ermeneutica privilegiata. Questo offre anche la possibilità di un doppio commento interpretativo, quello riguardante la traduzione che Robertson compie di Agostino e quello sulla traduzione italiana del testo di Robertson. Del resto gli innumerevoli studi sulla traduzione hanno ormai dimostrato che essa non può più essere sbrigativamente e riduttivamente considerata una mera un'operazione linguistica e, pur senza entrare nel dettaglio della disputa sulla traducibilità per motivi di spazio , resta che affrontare una traduzione richiede un'analisi approfondita del testo in questione, analisi che la traduzione stessa aiuta a svolgere obbligando a concentrarsi su piccole porzioni del testo, fino a porre domande parola per parola. La traduzione diventa quindi un mezzo ermeneutico atto alla comprensione, oltre che successivo a essa. L'interpretazione diventa fondante di una traduzione, e per questo motivo ogni traduzione è solo una delle tante possibilità che si diramano, scelta dopo scelta, durante il processo. Una scrittura sperimentale che cerchi di enfatizzare la prerogativa della poesia ¿ essere un linguaggio oltre il linguaggio, che, mai in modo spontaneo e innocente, forzi i significati e soprattutto i significanti per dire ¿di più¿ ¿, enfatizza di rimando anche la componente artificiale della lingua. La poesia non usa mai una lingua neutra, e il prezzo da pagare per una scelta come quella del testo in esame, cioè violare le norme linguistiche e traduttive per ottenere una capacità allusiva moltiplicata tramite il confronto e la risonanza di un secondo testo (quello agostiniano), è proprio l'oscurità del testo. Tradurre un testo come Early Education, dunque, non vuol dire solo renderlo disponibile a lettori di un'altra lingua: è uno strumento per indagare più a fondo il testo. Tramite la traduzione, un testo che usa una lingua sperimentale esplicita alcune sue inferenze: succede certo a scapito di altre, ma il processo che l'originale attraversa nell'essere tradotto può essere rivelatore. Nel caso specifico, senza l'obbligo morale di interpretare ogni parte del testo che la traduzione pone, sarebbe stato più difficile trovare non solo l'origine dei frammenti di latino, ma anche il loro uso e le loro implicazioni. Essendo costretti a cercare i motivi di ognuna delle deviazioni sul piano linguistico, si arriva a conclusioni sul piano contenutistico che sarebbero state più difficili da considerare senza attraversare un processo di rilettura, interpretazione e riscrittura. La traduzione svolge il compito di uno strumento ermeneutico di enormi potenzialità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
745726_tesidilaurea.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
894.67 kB
Formato
Adobe PDF
|
894.67 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/63137