Sono ormai passati due anni dall'ingresso dirompente nel panorama politico italiano del Movimento 5 Stelle, un'idea politica fondata dal comico Beppe Grillo attorno alla quale è cresciuto un consenso straordinario nel giro di pochissimi mesi. Si tratta di un movimento che si propone di incarnare quei valori che ritiene abbandonati dall'odierna classe dirigente, colpevole, a giudizio del M5S, di aver anteposto l'interesse esclusivo dell'élite parlamentare a quelli della maggioranza dei cittadini. Soprattutto nelle prime settimane della campagna precedente alle Elezioni Politiche del febbraio duemilatredici, l'immagine del M5S è stata associata alla protesta contro la ¿casta¿, l'insieme di coloro che in Parlamento e nelle dirigenze delle grandi società bancarie e finanziarie decidono le sorti di milioni di italiani, senza che questi ultimi possano prendere minimamente parte al processo decisionale che riguarda gli apparati legislativi e le riforme messe in atto dai governi che fino ad oggi si sono susseguiti a Palazzo Chigi. L'immagine dei cinque stelle è stata a lungo stigmatizzata da critici e detrattori perché associata all'ingenuità, all'inesperienza ed al populismo più bieco. Tali accuse non sembrano aver limitato il consenso che ha riscosso il Movimento, che alle elezioni del duemilatredici si è imposto come primo partito, con una percentuale di voto che ha oltrepassato il 25% , superata soltanto dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Ma quali sono le ragioni di un successo elettorale come quello che ha raggiunto il M5S alle ultime elezioni politiche? Quale importanza ha avuto la figura di Beppe Grillo prima e dopo il febbraio duemilatredici? Uno dei punti fondamentali della comunicazione politica del M5S è senza dubbio la capacità oratoria che i maggiori dei suoi esponenti dimostrano nel corso dei discorsi che pronunciano in aula, negli studi televisivi o nelle piazze italiane. Si tratta di discorsi a volte più aggressivi, a volte più tecnici, a volte più simbolici, ma che sempre celano al proprio interno significati complessi e che un'analisi semiotica può contribuire a vedere sotto un'ottica più precisa.
Analisi Semiotica delle Strategie di Comunicazione Politica del Movimento 5 Stelle. Le Campagne Elettorali 2013 e 2014.
DI MEO, STEFANO ANTONIO
2014/2015
Abstract
Sono ormai passati due anni dall'ingresso dirompente nel panorama politico italiano del Movimento 5 Stelle, un'idea politica fondata dal comico Beppe Grillo attorno alla quale è cresciuto un consenso straordinario nel giro di pochissimi mesi. Si tratta di un movimento che si propone di incarnare quei valori che ritiene abbandonati dall'odierna classe dirigente, colpevole, a giudizio del M5S, di aver anteposto l'interesse esclusivo dell'élite parlamentare a quelli della maggioranza dei cittadini. Soprattutto nelle prime settimane della campagna precedente alle Elezioni Politiche del febbraio duemilatredici, l'immagine del M5S è stata associata alla protesta contro la ¿casta¿, l'insieme di coloro che in Parlamento e nelle dirigenze delle grandi società bancarie e finanziarie decidono le sorti di milioni di italiani, senza che questi ultimi possano prendere minimamente parte al processo decisionale che riguarda gli apparati legislativi e le riforme messe in atto dai governi che fino ad oggi si sono susseguiti a Palazzo Chigi. L'immagine dei cinque stelle è stata a lungo stigmatizzata da critici e detrattori perché associata all'ingenuità, all'inesperienza ed al populismo più bieco. Tali accuse non sembrano aver limitato il consenso che ha riscosso il Movimento, che alle elezioni del duemilatredici si è imposto come primo partito, con una percentuale di voto che ha oltrepassato il 25% , superata soltanto dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Ma quali sono le ragioni di un successo elettorale come quello che ha raggiunto il M5S alle ultime elezioni politiche? Quale importanza ha avuto la figura di Beppe Grillo prima e dopo il febbraio duemilatredici? Uno dei punti fondamentali della comunicazione politica del M5S è senza dubbio la capacità oratoria che i maggiori dei suoi esponenti dimostrano nel corso dei discorsi che pronunciano in aula, negli studi televisivi o nelle piazze italiane. Si tratta di discorsi a volte più aggressivi, a volte più tecnici, a volte più simbolici, ma che sempre celano al proprio interno significati complessi e che un'analisi semiotica può contribuire a vedere sotto un'ottica più precisa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/63041