Within the European judicial area, the relationship between international arbitration and state courts assumes a particular configuration, which is due to the coexistence of two spheres of rules that partially cover the same matter and therefore tend to collide: the sphere of national and international rules regulating the relationship between arbitrator and court judge, and the sphere of European rules regulating the relationship between court judges of different member States, namely Regulation (EC) no 44/2001 (now Regulation (EU) no 1215/2012, Recast). In order to avoid interferences with arbitration, article 1(2)(d) of the Regulation provided for an "arbitration exclusion". However, such exclusion proved highly problematic. The dissertation will therefore analyse the "evolution" of the arbitration exclusion, in an attempt to identify the origins of its problematic nature and to express an informed opinion on the "innovations" introduced by Regulation (EU) no 1215/2012, notably on how (and if) they will affect the relationship between arbitration and state courts within the European judicial area. To that end, the genesis of article 1(2)(d) will first be investigated, recalling the explanatory Reports to the Brussels Convention in order to pinpoint the reasons that led to the arbitration exclusion. The scope of such exclusion will then be addressed, examining its problematic structure and the resulting interpretative uncertainty, as well as the interpretative instruments available to judges and commentators: the explanatory Reports to the Brussels Convention and the decisions of the Court of Justice in Marc Rich, van Uden and West Tankers. A schematic reorganisation of the various interfaces between arbitration and the Regulation will therefore follow, along with a deeper analysis of the problematic ones, which will focus on their persistent criticality despite the above mentioned decisions. The process of reform that Regulation (EC) no 44/2001 underwent will next be retraced, examining the opposite positions of the ¿pro-European¿ stakeholders, who were favourable to the deletion of the arbitration exclusion, and the ¿arbitration community¿, who was firmly against it, and highlighting the deep-rooted conflict which characterised the debate, along with its strong ¿ideological¿ features. The new text of Regulation (EU) no 1215/2012 will lastly be addressed, analysing the ¿innovations¿ introduced in regard to arbitration (i.e. article 73(2) and recital no 12) in the light of the first views expressed by commentators, and proposing some considerations on the ¿failed expectations¿ of both pro-Europeans and arbitration community, as well as on the reappearance of the same conflict dynamic. In this regard, a particular attention will be paid to Advocate General Wathelet's Opinion presented in the Gazprom case on December 4, 2015. It will thus be shown how the problematic nature of article 1(2)(d) cannot be reduced to the mere synthetic formulation of the provision and has instead much deeper roots, which some legislative clarification or interpretative decision will unlikely be able to cut off: as long as diverging ¿representations¿ of arbitration will coexist within the European judicial area, the relationship between arbitration and Regulation will remain conflictual.
All'interno dello spazio giudiziario europeo, il rapporto fra arbitrato internazionale e giurisdizione statale assume una configurazione peculiare, dovuta alla coesistenza di due sfere di disciplina che insistono parzialmente sul medesimo oggetto e che sono pertanto destinate a collidere: la disciplina, di origine nazionale e internazionale, che regola i rapporti fra arbitro e giudice statale, e la disciplina, di origine comunitaria, che regola i rapporti fra giudici di diversi Stati membri, contenuta nel Regolamento CE n. 44/2001 (oggi Regolamento UE n. 1215/2012, rifusione). Il legislatore europeo ha voluto evitare che la disciplina comunitaria uniforme si ingerisse nella materia arbitrale ed ha pertanto introdotto un'¿esclusione arbitrale¿ all'articolo 1(2)(d) del Regolamento. Tale esclusione si è tuttavia dimostrata gravemente problematica. L'elaborato mira pertanto ad approfondire l'¿evoluzione¿ dell'esclusione arbitrale, nel tentativo di comprendere l'origine della sua problematicità ed esprimere un'opinione informata sulle ¿innovazioni¿ introdotte dal Regolamento UE n. 1215/2012 e su come (e se) esse incideranno sul rapporto fra arbitrato e giurisdizione statale all'interno dello spazio giudiziario europeo. Sarà a questo fine analizzata la genesi dell'articolo 1(2)(d), risalendo alle Relazioni esplicative alla Convenzione di Bruxelles per individuare le ragioni che hanno motivato l'esclusione. Si affronterà quindi il campo di applicazione dell'esclusione, esaminando la sua problematica struttura e l'incertezza interpretativa che ne deriva, nonché gli strumenti interpretativi a disposizione dell'interprete: le Relazioni esplicative della Convenzione di Bruxelles e le pronunce della Corte di Giustizia nei casi Marc Rich, van Uden e West Tankers. Si procederà dunque a una riorganizzazione schematica dei ¿punti di contatto¿ emersi fra arbitrato e Regolamento, approfondendo quelli problematici e le loro persistenti criticità anche alla luce delle sentenze sopra ricordate. Si ripercorrerà quindi il procedimento di revisione del Regolamento CE n. 44/2001, analizzando nel dettaglio le posizioni della dottrina favorevole alla soppressione dell'esclusione arbitrale (i c.d. ¿europeisti¿) e di quella contraria (la c.d. ¿comunità dell'arbitrato¿) ed evidenziando la profonda conflittualità che ha caratterizzato il dibattito, nonché le sue marcate connotazioni ¿ideologiche¿. Si affronterà infine il nuovo testo del Regolamento UE n. 1215/2012, esaminando le ¿innovazioni¿ introdotte in materia arbitrale (l'articolo 73(2) e il considerandum n. 12), alla luce della prima dottrina e proponendo alcune osservazioni sulle ¿aspettative disattese¿ degli europeisti e della comunità dell'arbitrato, nonché sulla ricomparsa della medesima dinamica conflittuale. In questo contesto, un'attenzione particolare sarà rivolta alle Conclusioni dell'avvocato generale Wathelet sulla causa Gazprom, presentate il 4 dicembre u.s. Si dimostrerà così come la problematicità insita nell'articolo 1(2)(d), che si manifesta nell'incertezza interpretativa, non sia riducibile alla mera formulazione sintetica della disposizione, ma abbia al contrario radici ben più profonde, che difficilmente una chiarificazione normativa o una sentenza interpretativa potranno recidere: fino a quando opposte ¿rappresentazioni¿ dell'arbitrato coesisteranno all'interno dello spazio giudiziario europeo, il rapporto fra arbitrato e Regolamento si riproporrà sempre in termini conflittuali.
Arbitrato e giurisdizione statale all'interno dello spazio giudiziario europeo
ROSATO, ARIANNA
2013/2014
Abstract
All'interno dello spazio giudiziario europeo, il rapporto fra arbitrato internazionale e giurisdizione statale assume una configurazione peculiare, dovuta alla coesistenza di due sfere di disciplina che insistono parzialmente sul medesimo oggetto e che sono pertanto destinate a collidere: la disciplina, di origine nazionale e internazionale, che regola i rapporti fra arbitro e giudice statale, e la disciplina, di origine comunitaria, che regola i rapporti fra giudici di diversi Stati membri, contenuta nel Regolamento CE n. 44/2001 (oggi Regolamento UE n. 1215/2012, rifusione). Il legislatore europeo ha voluto evitare che la disciplina comunitaria uniforme si ingerisse nella materia arbitrale ed ha pertanto introdotto un'¿esclusione arbitrale¿ all'articolo 1(2)(d) del Regolamento. Tale esclusione si è tuttavia dimostrata gravemente problematica. L'elaborato mira pertanto ad approfondire l'¿evoluzione¿ dell'esclusione arbitrale, nel tentativo di comprendere l'origine della sua problematicità ed esprimere un'opinione informata sulle ¿innovazioni¿ introdotte dal Regolamento UE n. 1215/2012 e su come (e se) esse incideranno sul rapporto fra arbitrato e giurisdizione statale all'interno dello spazio giudiziario europeo. Sarà a questo fine analizzata la genesi dell'articolo 1(2)(d), risalendo alle Relazioni esplicative alla Convenzione di Bruxelles per individuare le ragioni che hanno motivato l'esclusione. Si affronterà quindi il campo di applicazione dell'esclusione, esaminando la sua problematica struttura e l'incertezza interpretativa che ne deriva, nonché gli strumenti interpretativi a disposizione dell'interprete: le Relazioni esplicative della Convenzione di Bruxelles e le pronunce della Corte di Giustizia nei casi Marc Rich, van Uden e West Tankers. Si procederà dunque a una riorganizzazione schematica dei ¿punti di contatto¿ emersi fra arbitrato e Regolamento, approfondendo quelli problematici e le loro persistenti criticità anche alla luce delle sentenze sopra ricordate. Si ripercorrerà quindi il procedimento di revisione del Regolamento CE n. 44/2001, analizzando nel dettaglio le posizioni della dottrina favorevole alla soppressione dell'esclusione arbitrale (i c.d. ¿europeisti¿) e di quella contraria (la c.d. ¿comunità dell'arbitrato¿) ed evidenziando la profonda conflittualità che ha caratterizzato il dibattito, nonché le sue marcate connotazioni ¿ideologiche¿. Si affronterà infine il nuovo testo del Regolamento UE n. 1215/2012, esaminando le ¿innovazioni¿ introdotte in materia arbitrale (l'articolo 73(2) e il considerandum n. 12), alla luce della prima dottrina e proponendo alcune osservazioni sulle ¿aspettative disattese¿ degli europeisti e della comunità dell'arbitrato, nonché sulla ricomparsa della medesima dinamica conflittuale. In questo contesto, un'attenzione particolare sarà rivolta alle Conclusioni dell'avvocato generale Wathelet sulla causa Gazprom, presentate il 4 dicembre u.s. Si dimostrerà così come la problematicità insita nell'articolo 1(2)(d), che si manifesta nell'incertezza interpretativa, non sia riducibile alla mera formulazione sintetica della disposizione, ma abbia al contrario radici ben più profonde, che difficilmente una chiarificazione normativa o una sentenza interpretativa potranno recidere: fino a quando opposte ¿rappresentazioni¿ dell'arbitrato coesisteranno all'interno dello spazio giudiziario europeo, il rapporto fra arbitrato e Regolamento si riproporrà sempre in termini conflittuali.File | Dimensione | Formato | |
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