Food Defense is the term used by USDA (United States Department of Agriculture) and it means ¿protection of food from intentional alterations due to biological, chemical, physical or radiological¿. Concerning the ¿food safety¿, Food Defense is probably the most difficult aspect to manage. Nevertheless Food Defense is an inevitable approach in particular for foreign countries' companies that would export their food in the U.S.A. In the Unites States, Food Defense is a concept that has become established starting from the early 2,000 years, thanks to the Bioterrorism Act of 2002, and Food Safety Modernization Act. Both these laws have the purpose of preventing the risk of contaminating the food supply in order to hurt public health, including terrorism acts. These deliberate attacks have the intentionof kill or hurt people, ruin countries economy and businesses, including the interruption of trades and the lost of public confidence in the food supply chain. As a result in U.S.A. where 15% of food is imported from foreign countries, and where in a year one person over six people accuses food diseases, it is a must pay attention to aspects concerning intentional adulterations. For this reason foreign food that arrive in U.S.A., for example form Italy, are subject to restrictions (cheese, friuts and vegetables, alcolich beverages). However recently new opportunities has been raised in the American food trade. For example, from May 28th, 2013 the gourmet Italian salami (prosciutto, pancetta, coppa, speck, cotechino) can be exported in U.S.A. Before that date the Italian salami could not be imported in the United States because they were from geographical areas considered a risk for the swine vesicular disease. Now these food can be exported in U.S.A., but manufacturing plants and slaughters have to be approved by U.S.A., and they need specific health certificate and veterinary certification. The food defense meets some requirements established by IFS and GSFS, that are standards for the food distribution in French, Britain and Germany. The implementation of the requirements, however, is not a must for every importing country, if law doesn't require it. Implementation of these requirements is a must for all the companies that would import food stuff in U.S.A. Implementation of the plan of Food Defense is governed by stages and methods that arise from IFS and GSFS'requirements (TACCP or CARVER/SHOCK methods find and analyze the most vulnerable points of the production processes) Food Defense is a new prospective for European and Italian companies, is a challenge regarding economy, quality and quantity of work, but it is a great opportunity to develop foreign trades. In conclusion, the implementation of Food Defense is referred to new standards in order to improve food safety, public health, and also the whole production system.
Food Defense è il termine comunemente usato dall'USDA (United States Departement of Agriculture) per definire: ¿la protezione dei prodotti alimentari da alterazioni intenzionali dovute ad agenti biologici, chimici, fisici o radiologici¿. Dal punto di vista della ¿sicurezza alimentare¿ il Food Defense è uno degli aspetti di più difficile gestione, ma che ormai sta diventando un approccio inevitabile soprattutto per le aziende dei Paesi che desiderano esportare i propri prodotti alimentari negli U.S.A. Negli Stati Uniti il concetto del Food Defense si è affermato agli inizi degli anni 2000, con il ¿Bioterrorism Act of 2002¿, e con il ¿Food Safety Modernization Act¿. Entrambi i provvedimenti mirano a prevenire l'adulterazione intenzionale provocata da atti volti a causare enormi danni alla salute pubblica, compresi gli atti di terrorismo. Tali atti potrebbero causare malattia, morte, danni economici alla catena alimentare, compresa l'interruzione degli scambi commerciali, e la perdita di fiducia del pubblico nella filiera alimentare. Di conseguenza, in un pase come gli Stati Uniti in cui il 15% dei prodotti alimentari sono importati da Paesi esteri, e dove circa una persona su sei all'anno accusa malattie alimentari, è d'obbligo che sia posta notevole attenzione anche agli aspetti riguardanti le adulterazioni volontarie. Proprio per questo motivo i prodotti alimentari stranieri che arrivano sul territorio statunitense, come i prodotti dell'agroalimentare italiano, sono soggetti a vincoli e restrizioni (formaggi, prodotti ortofrutticoli, bevande alcoliche). Tuttavia ultimamente sono sorte nuove opportunità, nuovi sbocchi per il commercio alimentare americano. Ne è un chiaro esempio l'alta salumeria italiana (salami, pancetta, speck, coppa e cotechino) che prima del 28 Maggio 2013 non poteva essere esportata in U.S.A. poiché provenienti da aree geografiche considerate a rischio a causa della malattie vescicolare del suino. Da tale data questi prodotti possono essere esportati, comunque è necessario che gli stabilimenti di produzione siano autorizzati dalle autorità statunitensi e devono essere in possesso di uno specifico certificato sanitario e di attestazione veterinaria. Il Food Defense risponde a determinati e specifici requisiti che sono stati redatti dagli standard IFS e GSFS; tali standard prevedono l'obbligo di applicazione, solo se richiesto a livello cogente dal Paese d'importazione. Pertanto ai fini dell'esportazione di alimenti negli Stati Uniti l'applicazione di questi requisiti risulta obbligatoria per tutti i fornitori. L'implementazione del piano di Food Defense è disciplinato da tappe e metodi che rispondono ai requisiti degli standard IFS e GSFS (metodo TACCP, o CARVER/SHOCK che hanno come obiettivo di trovare ed analizzare i punti più vulnerabili dei processi produttivi). Questa nuova prospettiva per le aziende alimentari europee, e italiane, è una nuova grande sfida dal punto di vista economico, per quantità e qualità di lavoro, ma è sicuramente una grande opportunità di sviluppo per i mercati extraeuropei. Con l'implementazione del piano di Food Defense si vuole far riferimento a nuovi standard per migliorare la sicurezza alimentare, la salute pubblica, ma anche un intero sistema produttivo.
Food Defense: da vincolo ad opportunità per il commercio di alimenti negli U.S.A.
VILLANTI, MORGANA
2013/2014
Abstract
Food Defense è il termine comunemente usato dall'USDA (United States Departement of Agriculture) per definire: ¿la protezione dei prodotti alimentari da alterazioni intenzionali dovute ad agenti biologici, chimici, fisici o radiologici¿. Dal punto di vista della ¿sicurezza alimentare¿ il Food Defense è uno degli aspetti di più difficile gestione, ma che ormai sta diventando un approccio inevitabile soprattutto per le aziende dei Paesi che desiderano esportare i propri prodotti alimentari negli U.S.A. Negli Stati Uniti il concetto del Food Defense si è affermato agli inizi degli anni 2000, con il ¿Bioterrorism Act of 2002¿, e con il ¿Food Safety Modernization Act¿. Entrambi i provvedimenti mirano a prevenire l'adulterazione intenzionale provocata da atti volti a causare enormi danni alla salute pubblica, compresi gli atti di terrorismo. Tali atti potrebbero causare malattia, morte, danni economici alla catena alimentare, compresa l'interruzione degli scambi commerciali, e la perdita di fiducia del pubblico nella filiera alimentare. Di conseguenza, in un pase come gli Stati Uniti in cui il 15% dei prodotti alimentari sono importati da Paesi esteri, e dove circa una persona su sei all'anno accusa malattie alimentari, è d'obbligo che sia posta notevole attenzione anche agli aspetti riguardanti le adulterazioni volontarie. Proprio per questo motivo i prodotti alimentari stranieri che arrivano sul territorio statunitense, come i prodotti dell'agroalimentare italiano, sono soggetti a vincoli e restrizioni (formaggi, prodotti ortofrutticoli, bevande alcoliche). Tuttavia ultimamente sono sorte nuove opportunità, nuovi sbocchi per il commercio alimentare americano. Ne è un chiaro esempio l'alta salumeria italiana (salami, pancetta, speck, coppa e cotechino) che prima del 28 Maggio 2013 non poteva essere esportata in U.S.A. poiché provenienti da aree geografiche considerate a rischio a causa della malattie vescicolare del suino. Da tale data questi prodotti possono essere esportati, comunque è necessario che gli stabilimenti di produzione siano autorizzati dalle autorità statunitensi e devono essere in possesso di uno specifico certificato sanitario e di attestazione veterinaria. Il Food Defense risponde a determinati e specifici requisiti che sono stati redatti dagli standard IFS e GSFS; tali standard prevedono l'obbligo di applicazione, solo se richiesto a livello cogente dal Paese d'importazione. Pertanto ai fini dell'esportazione di alimenti negli Stati Uniti l'applicazione di questi requisiti risulta obbligatoria per tutti i fornitori. L'implementazione del piano di Food Defense è disciplinato da tappe e metodi che rispondono ai requisiti degli standard IFS e GSFS (metodo TACCP, o CARVER/SHOCK che hanno come obiettivo di trovare ed analizzare i punti più vulnerabili dei processi produttivi). Questa nuova prospettiva per le aziende alimentari europee, e italiane, è una nuova grande sfida dal punto di vista economico, per quantità e qualità di lavoro, ma è sicuramente una grande opportunità di sviluppo per i mercati extraeuropei. Con l'implementazione del piano di Food Defense si vuole far riferimento a nuovi standard per migliorare la sicurezza alimentare, la salute pubblica, ma anche un intero sistema produttivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/62762