La presente ricerca è nata con l'obiettivo di ripercorrere e analizzare i momenti più significative che hanno modificato, e a mio avviso migliorato, il sistema delle regole generali che disciplinano la responsabilità della pubblica amministrazione nel caso di lesioni dell' interesse legittimo. Ho focalizzato in particolar modo la mia attenzione sul ruolo che l' elemento soggettivo ha in questa tematica partendo dalla storica sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, sentenza n. 500 / 1999. Quest' ultima riconosce la responsabilità della pubblica amministrazione per danni ingiusti causati alla posizione giuridica soggettiva, a noi più noto come interesse legittimo, riconoscendola anche nel caso in cui il soggetto non sia titolare di un diritto soggettivo ma comunque di un interesse giuridicamente rilevante diverso cioè dalla mera aspettativa. Ad esprimersi successivamente sul argomento in questione è stata la Corte di Giustizia, attraverso la sentenza del 30 settembre 2010, che pone sul piano comunitario il tema controverso dell' onere di provare la colpa in capo al privato. La Corte di Giustizia dell' Unione Europea qualifica come extracontrattuale la responsabilità della pubblica amministrazione. Tale orientamento è poi stato mitigato limitando l' onere probatorio alla ¿semplice¿ dimostrazione dell' illegittimità del provvedimento. Tappa successiva è stata poi la sentenza del Consiglio di Stato, la n. 482 / 2012, dalla quale emerge come principale esigenza quella di assicurare la massima effettività del diritto dell' Unione Europea all' interno del nostro vigente diritto interno. Attraverso questa sentenza si afferma il principio della responsabilità dello Stato per i danni causati ai soggetti dell' ordinamento conseguenti a violazioni del diritto comunitario, riconoscendo ai soggetti lesi un diritto al risarcimento. Il passo successivo è stato quello di analizzare un caso recente, successivo alle sentenze poc' anzi citate, si tratta della sentenza n. 4958 del 29 maggio 2013,Sez. V, del Consiglio di Stato. Il proposito è stato quello di analizzare gli elementi che han fatto incorrere la pubblica amministrazione nella responsabilità per lesioni di interessi legisti nel confronti di un privato, con conseguente condanna al risarcimento del danno dovuto al suo ritardo adempimento. Possiamo in fine affermare che anche gli interessi legittimi pretensivi godono di una tutela giurisdizionale adeguata grazie alla possibilità, già in sede di cognizione, di ottenere una condanna della pubblica amministrazione all' emanazione del provvedimento di spettanza del ricorrente.Non si può dunque che arrivare ad interpretare la recente introduzione dell' azione di condanna della pubblica all' esatto adempimento come ultima significativa tappa di questo processo evolutivo culminato con l' attuazione del principio di pienezza e ed effettività della tutela giurisdizionale dell' interesse legittimo cominciato con la, già citata, storica sentenza n.500 del 22 luglio del 1999 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.
L' elemento soggettivo nella responsabilità della pubblica amministrazione per le lesioni di interessi legittimi
GIACHETTI, ELISABETTA
2014/2015
Abstract
La presente ricerca è nata con l'obiettivo di ripercorrere e analizzare i momenti più significative che hanno modificato, e a mio avviso migliorato, il sistema delle regole generali che disciplinano la responsabilità della pubblica amministrazione nel caso di lesioni dell' interesse legittimo. Ho focalizzato in particolar modo la mia attenzione sul ruolo che l' elemento soggettivo ha in questa tematica partendo dalla storica sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, sentenza n. 500 / 1999. Quest' ultima riconosce la responsabilità della pubblica amministrazione per danni ingiusti causati alla posizione giuridica soggettiva, a noi più noto come interesse legittimo, riconoscendola anche nel caso in cui il soggetto non sia titolare di un diritto soggettivo ma comunque di un interesse giuridicamente rilevante diverso cioè dalla mera aspettativa. Ad esprimersi successivamente sul argomento in questione è stata la Corte di Giustizia, attraverso la sentenza del 30 settembre 2010, che pone sul piano comunitario il tema controverso dell' onere di provare la colpa in capo al privato. La Corte di Giustizia dell' Unione Europea qualifica come extracontrattuale la responsabilità della pubblica amministrazione. Tale orientamento è poi stato mitigato limitando l' onere probatorio alla ¿semplice¿ dimostrazione dell' illegittimità del provvedimento. Tappa successiva è stata poi la sentenza del Consiglio di Stato, la n. 482 / 2012, dalla quale emerge come principale esigenza quella di assicurare la massima effettività del diritto dell' Unione Europea all' interno del nostro vigente diritto interno. Attraverso questa sentenza si afferma il principio della responsabilità dello Stato per i danni causati ai soggetti dell' ordinamento conseguenti a violazioni del diritto comunitario, riconoscendo ai soggetti lesi un diritto al risarcimento. Il passo successivo è stato quello di analizzare un caso recente, successivo alle sentenze poc' anzi citate, si tratta della sentenza n. 4958 del 29 maggio 2013,Sez. V, del Consiglio di Stato. Il proposito è stato quello di analizzare gli elementi che han fatto incorrere la pubblica amministrazione nella responsabilità per lesioni di interessi legisti nel confronti di un privato, con conseguente condanna al risarcimento del danno dovuto al suo ritardo adempimento. Possiamo in fine affermare che anche gli interessi legittimi pretensivi godono di una tutela giurisdizionale adeguata grazie alla possibilità, già in sede di cognizione, di ottenere una condanna della pubblica amministrazione all' emanazione del provvedimento di spettanza del ricorrente.Non si può dunque che arrivare ad interpretare la recente introduzione dell' azione di condanna della pubblica all' esatto adempimento come ultima significativa tappa di questo processo evolutivo culminato con l' attuazione del principio di pienezza e ed effettività della tutela giurisdizionale dell' interesse legittimo cominciato con la, già citata, storica sentenza n.500 del 22 luglio del 1999 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/62747