Introduction: Thumb pain in physiotherapists is a recognized issue by the World Health Organization as one of the main work-related musculoskeletal disorders (WMSDs). Approximately 70.8% of Italian physiotherapists experience this pain at least once in their lifetime. Thumb pain is more commonly observed in those who practice manual therapy and can lead to the use of compensatory strategies or the inability to perform certain treatments. Furthermore, it is estimated that 1 in 6 physiotherapists ends their career due to WMSDs. The numerous data available in literature on this phenomenon in physiotherapists mainly focus on the biomechanics of the joint and its load-bearing capacity, without describing the presence and role of pain modulation processes and known mediators in chronic pain. Objective: To investigate the relationship between thumb pain and central and peripheral sensitization phenomena in a sample of physiotherapists. To determine the role of chronic pain mediators described in the literature (anxiety, depression, self-efficacy, kinesiophobia, catastrophizing) in this phenomenon, record the participants' health status from a biopsychosocial perspective, and explore the possible involvement of the autonomic nervous system. Study design: Cross-sectional observational study. Materials and Methods: A cross-sectional study was conducted with two comparison groups (44 physiotherapists with thumb pain and 44 healthy physiotherapy students). Personal and medical data were collected for each participant. After conducting a basic functional examination, validated questionnaires were administered for known pain mediators: anxiety and depression (HADS), catastrophizing (PCS), self-efficacy (PSQE), kinesiophobia (TSK), and for central sensitization (CSI). Quantitative Sensory Testing (QST) was performed to measure mechanical allodynia and temporal summation using the NeuroPen. Health status was recorded by administering the Generic Core Set of the ICF. Resting heart rate and variation during the execution of the vagus nerve neurodynamic test (VN-NDT) were measured to assess possible autonomic phenomena related to chronic stress. All conducted analyses were adjusted for age and other potential confounding factors. Results: CSI did not show pathological values in either group. However, administered QST revealed phenomena of deep mechanical allodynia in the pressure pain threshold test and wind-up in the temporal summation test. This highlighted a neural plasticity process affecting the peripheral and central nervous systems, without involving the brain. The administered assessment scales for the role of chronic pain mediators described physiotherapists as more self-efficacious compared to students, despite the detected impairments. The ICF Generic Core Set proved to be a useful tool for describing the phenomenon from a biopsychosocial perspective and revealed a significant limitation in the ability of physiotherapists to adequately perform their profession. The vagus nerve neurodynamic test did not reveal alterations in the autonomic nervous system. Conclusions: Thumb pain in physiotherapists is a multifactorial condition involving neuropathic pain mechanisms related to deep mechanical allodynia and temporal summation. Physiotherapists, in particular, underestimate the phenomenon and employ an ineffective coping strategy to adequately address the involved pain mechanisms, despite the reported disability.
Introduzione: il dolore al pollice nei fisioterapisti è un problema riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le principali problematiche muscolo-scheletriche lavoro correlate (WMSDs). Circa il 70.8 % di fisioterapisti italiani sperimenta questo dolore almeno una volta nella vita. Maggiormente riscontrato in chi pratica terapia manuale, il dolore al pollice può determinare l’uso di strategie compensatorie o l’impossibilità alla pratica di alcuni trattamenti. Inoltre, si stima che 1 fisioterapista su 6 termini la propria carriera a causa di WMSDs. I numerosi dati presenti in letteratura su tale fenomeno nei fisioterapisti riguardano principalmente la biomeccanica dell’articolazione e la sua capacità di carico, non descrivono la presenza e il ruolo di processi di modulazione del dolore e dei fattori mediatori noti nella cronicizzazione del dolore. Scopo: indagare la relazione tra dolore al pollice e fenomeni di sensibilizzazione centrale e periferica in un campione di fisioterapisti. Determinare il ruolo dei fattori mediatori del dolore cronico descritti in letteratura (ansia, depressione, autoefficacia, chinesiofobia, catastrofizzazione) in tale fenomeno, registrare lo stato di salute dei partecipanti in ottica biopsicosociale e indagare il possibile coinvolgimento del sistema nervoso autonomo. Tipo di studio: osservazionale cross-sectional. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio cross-sectional con due gruppi a confronto (44 fisioterapisti con dolore al pollice e 44 studenti di fisioterapia sani). Sono stati raccolti i dati personali e anamnestici per ogni partecipante. Dopo aver condotto un esame funzionale di base, sono stati somministrati questionari validati per i fattori mediatori del dolore noti: ansia e depressione (HADS), catastrofizzazione (PCS), autoefficacia (PSQE), chinesiofobia (TSK) e per la sensibilizzazione centrale (CSI). Sono stati performati i Quantitative Sensory Testing (QST) per la misurazione dell’allodinia meccanica e della sommazione temporale utilizzando il NeuroPen. Lo stato di salute è stato registrato somministrando il Generic Core Set dell’ICF. La frequenza cardiaca a riposo e la variazione durante l’esecuzione del test neurodinamico del nervo vago (VN-NDT) sono stati misurati per valutare possibili fenomeni autonomici legati allo stress cronico. Tutte le analisi condotte sono state aggiustate per età e altri possibili fattori confondenti. Risultati: la CSI non ha registrato valori patologici in nessuno dei due gruppi. Invece, i QST somministrati hanno rilevato fenomeni di allodinia meccanica profonda al test ppt e di wind-up al test della sommazione temporale. Questo ha messo in evidenza un processo di plasticità neurale a carico del sistema nervoso periferico e centrale, senza coinvolgere il cervello. Le scale di valutazione somministrate per il ruolo dei fattori mediatori del dolore cronico descrivono i fisioterapisti più auto efficaci rispetto agli studenti nonostante la presenza di impairment rilevata. Il Generic Core Set dell’ICF si è confermato uno strumento utile per descrivere il fenomeno da un punto di vista biopsicosociale e ha rilevato un importante limitazione nella possibilità di svolgere adeguatamente la propria professione per i fisioterapisti. Il test neurodinamico del nervo vago non ha messo in luce alterazioni del sistema nervoso autonomo. Conclusioni: il dolore al pollice nei fisioterapisti è una condizione multifattoriale che coinvolge meccanismi di dolore neuropatico legati all'allodinia meccanica profonda e alla sommazione temporale. I fisioterapisti in particolare sottovalutano il fenomeno e utilizzano una strategia di coping non efficace per trattare adeguatamente i meccanismi di dolore coinvolti, nonostante la disabilità riferita.
Ruolo dei fattori contribuenti alla sensibilizzazione centrale e periferica nel dolore al pollice lavoro correlato nei fisioterapisti. Uno studio cross-sectional tra lavoratori e studenti
PRATO, ILARIA
2021/2022
Abstract
Introduzione: il dolore al pollice nei fisioterapisti è un problema riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le principali problematiche muscolo-scheletriche lavoro correlate (WMSDs). Circa il 70.8 % di fisioterapisti italiani sperimenta questo dolore almeno una volta nella vita. Maggiormente riscontrato in chi pratica terapia manuale, il dolore al pollice può determinare l’uso di strategie compensatorie o l’impossibilità alla pratica di alcuni trattamenti. Inoltre, si stima che 1 fisioterapista su 6 termini la propria carriera a causa di WMSDs. I numerosi dati presenti in letteratura su tale fenomeno nei fisioterapisti riguardano principalmente la biomeccanica dell’articolazione e la sua capacità di carico, non descrivono la presenza e il ruolo di processi di modulazione del dolore e dei fattori mediatori noti nella cronicizzazione del dolore. Scopo: indagare la relazione tra dolore al pollice e fenomeni di sensibilizzazione centrale e periferica in un campione di fisioterapisti. Determinare il ruolo dei fattori mediatori del dolore cronico descritti in letteratura (ansia, depressione, autoefficacia, chinesiofobia, catastrofizzazione) in tale fenomeno, registrare lo stato di salute dei partecipanti in ottica biopsicosociale e indagare il possibile coinvolgimento del sistema nervoso autonomo. Tipo di studio: osservazionale cross-sectional. Materiali e metodi: È stato condotto uno studio cross-sectional con due gruppi a confronto (44 fisioterapisti con dolore al pollice e 44 studenti di fisioterapia sani). Sono stati raccolti i dati personali e anamnestici per ogni partecipante. Dopo aver condotto un esame funzionale di base, sono stati somministrati questionari validati per i fattori mediatori del dolore noti: ansia e depressione (HADS), catastrofizzazione (PCS), autoefficacia (PSQE), chinesiofobia (TSK) e per la sensibilizzazione centrale (CSI). Sono stati performati i Quantitative Sensory Testing (QST) per la misurazione dell’allodinia meccanica e della sommazione temporale utilizzando il NeuroPen. Lo stato di salute è stato registrato somministrando il Generic Core Set dell’ICF. La frequenza cardiaca a riposo e la variazione durante l’esecuzione del test neurodinamico del nervo vago (VN-NDT) sono stati misurati per valutare possibili fenomeni autonomici legati allo stress cronico. Tutte le analisi condotte sono state aggiustate per età e altri possibili fattori confondenti. Risultati: la CSI non ha registrato valori patologici in nessuno dei due gruppi. Invece, i QST somministrati hanno rilevato fenomeni di allodinia meccanica profonda al test ppt e di wind-up al test della sommazione temporale. Questo ha messo in evidenza un processo di plasticità neurale a carico del sistema nervoso periferico e centrale, senza coinvolgere il cervello. Le scale di valutazione somministrate per il ruolo dei fattori mediatori del dolore cronico descrivono i fisioterapisti più auto efficaci rispetto agli studenti nonostante la presenza di impairment rilevata. Il Generic Core Set dell’ICF si è confermato uno strumento utile per descrivere il fenomeno da un punto di vista biopsicosociale e ha rilevato un importante limitazione nella possibilità di svolgere adeguatamente la propria professione per i fisioterapisti. Il test neurodinamico del nervo vago non ha messo in luce alterazioni del sistema nervoso autonomo. Conclusioni: il dolore al pollice nei fisioterapisti è una condizione multifattoriale che coinvolge meccanismi di dolore neuropatico legati all'allodinia meccanica profonda e alla sommazione temporale. I fisioterapisti in particolare sottovalutano il fenomeno e utilizzano una strategia di coping non efficace per trattare adeguatamente i meccanismi di dolore coinvolti, nonostante la disabilità riferita.File | Dimensione | Formato | |
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