In questa tesi viene analizzato il principio del libero convincimento del giudice nei suoi vari ambiti di applicazione. Si cercherà di comprendere come il giudice penale prenda la decisione sulla colpevolezza o l'innocenza dell'imputato, verificando se il libero convincimento corrisponda o meno all'espressione "arbitrio del giudice". Si procede preliminarmente all'analisi del concetto di prova penale, per poi sviluppare il discorso sul procedimento probatorio. Successivamente la tesi sarà divisa in due parti. La prima ha un contenuto storico: viene, cioè, effettuata una ricostruzione delle origini del principio posando lo sguardo sulle ragioni che ne hanno determinato l'introduzione. Ci si addentrerà nell'analisi di come il principio venne recepito in Italia e l'evoluzione che subirà dall'Italia preunitaria fino ai nostri giorni, ponendo l'attenzione sull'impiego che ebbe nel vigore del fascismo. La seconda parte, invece, si concentra sull'attuale fisionomia del principio, richiamato nel codice di procedura penale all'art 192 c.p.p. Si procederà così all'esame delle modalità attraverso le quali il giudice svolge il giudizio di fatto ed espleta tutte le possibili attività per giungere al suo convincimento. Diverranno oggetto di analisi alcuni concetti fondamentali, come quello di massima di esperienza e legge scientifica, quello di regole di valutazione e regole di esclusione. Si porrà, inoltre, l'attenzione sui cd. limiti legali del principio quali la prova indiziaria e le dichiarazioni del coimputato e dell'imputato di reato connesso o collegato. L'ultimo punto oggetto di analisi è rappresentato dall'esame dell'obbligo di motivazione della decisione giudiziale e il ricorso per Cassazione per i vizi della motivazione. Tale argomentazione permette di ricostruire il significato attuale della locuzione "libero convincimento". Libero convincimento significa libero da intimidazioni, libero da pressioni che possono giungere non solo dalle parti del processo, ma dall'intera collettività. Libertà di convincimento indica che il giudice è libero da vincoli legali, ma codesta libertà passa attraverso l'obbligo di manifestare, in forma scritta, il percorso con cui quel convincimento è stato formato o raggiunto. E' la previsione dell'obbligo di motivazione che tutela da una degenerazione del principio in arbitrio. Pertanto, "libero convincimento" non deve essere inteso come "arbitrio del giudice".
Il principio del libero convincimento del giudice
ELIA, ELISABETTA
2013/2014
Abstract
In questa tesi viene analizzato il principio del libero convincimento del giudice nei suoi vari ambiti di applicazione. Si cercherà di comprendere come il giudice penale prenda la decisione sulla colpevolezza o l'innocenza dell'imputato, verificando se il libero convincimento corrisponda o meno all'espressione "arbitrio del giudice". Si procede preliminarmente all'analisi del concetto di prova penale, per poi sviluppare il discorso sul procedimento probatorio. Successivamente la tesi sarà divisa in due parti. La prima ha un contenuto storico: viene, cioè, effettuata una ricostruzione delle origini del principio posando lo sguardo sulle ragioni che ne hanno determinato l'introduzione. Ci si addentrerà nell'analisi di come il principio venne recepito in Italia e l'evoluzione che subirà dall'Italia preunitaria fino ai nostri giorni, ponendo l'attenzione sull'impiego che ebbe nel vigore del fascismo. La seconda parte, invece, si concentra sull'attuale fisionomia del principio, richiamato nel codice di procedura penale all'art 192 c.p.p. Si procederà così all'esame delle modalità attraverso le quali il giudice svolge il giudizio di fatto ed espleta tutte le possibili attività per giungere al suo convincimento. Diverranno oggetto di analisi alcuni concetti fondamentali, come quello di massima di esperienza e legge scientifica, quello di regole di valutazione e regole di esclusione. Si porrà, inoltre, l'attenzione sui cd. limiti legali del principio quali la prova indiziaria e le dichiarazioni del coimputato e dell'imputato di reato connesso o collegato. L'ultimo punto oggetto di analisi è rappresentato dall'esame dell'obbligo di motivazione della decisione giudiziale e il ricorso per Cassazione per i vizi della motivazione. Tale argomentazione permette di ricostruire il significato attuale della locuzione "libero convincimento". Libero convincimento significa libero da intimidazioni, libero da pressioni che possono giungere non solo dalle parti del processo, ma dall'intera collettività. Libertà di convincimento indica che il giudice è libero da vincoli legali, ma codesta libertà passa attraverso l'obbligo di manifestare, in forma scritta, il percorso con cui quel convincimento è stato formato o raggiunto. E' la previsione dell'obbligo di motivazione che tutela da una degenerazione del principio in arbitrio. Pertanto, "libero convincimento" non deve essere inteso come "arbitrio del giudice".File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/62346