L'elaborato, Percorsi storici sulle ferrovie, tratta della nascita e dello sviluppo delle ferrovie in Italia, studiando i testi di quattro autori che hanno affrontato l'argomento da punti di vista differenti. Dall'analisi del volume di Andrea Giuntini, Il Paese che si muove ¿ le ferrovie in Italia fra '800 e '900, seguiamo l'evoluzione delle ferrovie e di come il loro sviluppo abbia rappresentato un elemento indicativo per comprendere il cammino di modernizzazione del Paese, da quella del testo di Italo Briano, Storia delle ferrovie in Italia, emerge un racconto enciclopedico dei fatti, che spazia dalla narrazione di grandi temi storici, alle incursioni in episodi specifici, tecnici o di costume. Esaminando l'opera di Stefano Maggi, Le ferrovie, possiamo notare come il suo lavoro si sia concentrato sul contributo che la ferrovia ha dato nel definire la realtà e l'immaginario comune degli italiani, e di come nell'Ottocento sia diventata simbolo dell'unità nazionale, permettendo lo scambio non solo di merci, ma soprattutto di idee. Infine dall'esame del testo di Corrado de Biase, Il problema delle ferrovie nel Risorgimento italiano, ci accorgiamo come si concentri su un periodo più specifico: il Risorgimento; il suo testo infatti, parte dall'esposizione della situazione degli stati preunitari per giungere alla conclusione che il treno abbia dato un contributo incommensurabile all'unità dell'Italia dal punto di vista geografico, ma soprattutto morale, contribuendo a fare degli italiani un unico popolo. L'analisi delle quattro opere mi ha permesso di conoscere il punto di vista di ciascun autore e di valutare come, anche se scritti da persone con formazioni personali differenti, e redatti in epoche diverse, e con metodi diversi, tutti gli elaborati portino alle medesime conclusioni: la rete ferroviaria in Italia, sebbene sia nata in maniera disorganica e senza un disegno strutturato, a causa della situazione politica dell'Italia, che vedeva il territorio diviso in molti stati, con il suo sviluppo ha contribuito all'unità dell'Italia ed alla formazione di un'unica popolazione italiana. Infatti con i nuovi collegamenti, più agevoli e più rapidi, la nazione ha avuto modo di scambiare prodotti e sviluppare colture ed industrie diversificate nel territorio, e la popolazione, anche quella appartenente alle classi sociali più basse, ha avuto modo di effettuare viaggi, realtà che precedentemente era impensabile. Il confronto fra i testi che proseguono nella storia delle ferrovie anche dopo il Risorgimento conduce all'analisi del periodo in cui le ferrovie, che da principio erano gestite da una moltitudine di società private, sono diventate un'unica società statale. Successivamente si esamina l'uso delle strade ferrate nel periodo di emergenza delle Guerre Mondiali, epoca in cui il treno è stato fondamentale, e di come il Fascismo abbia puntato sullo sviluppo delle stesse sfruttandone l'impiego come elemento di aggregazione e vanto dei progressi della tecnica.
Percorsi storici sulle ferrovie
BARO, ENRICO
2013/2014
Abstract
L'elaborato, Percorsi storici sulle ferrovie, tratta della nascita e dello sviluppo delle ferrovie in Italia, studiando i testi di quattro autori che hanno affrontato l'argomento da punti di vista differenti. Dall'analisi del volume di Andrea Giuntini, Il Paese che si muove ¿ le ferrovie in Italia fra '800 e '900, seguiamo l'evoluzione delle ferrovie e di come il loro sviluppo abbia rappresentato un elemento indicativo per comprendere il cammino di modernizzazione del Paese, da quella del testo di Italo Briano, Storia delle ferrovie in Italia, emerge un racconto enciclopedico dei fatti, che spazia dalla narrazione di grandi temi storici, alle incursioni in episodi specifici, tecnici o di costume. Esaminando l'opera di Stefano Maggi, Le ferrovie, possiamo notare come il suo lavoro si sia concentrato sul contributo che la ferrovia ha dato nel definire la realtà e l'immaginario comune degli italiani, e di come nell'Ottocento sia diventata simbolo dell'unità nazionale, permettendo lo scambio non solo di merci, ma soprattutto di idee. Infine dall'esame del testo di Corrado de Biase, Il problema delle ferrovie nel Risorgimento italiano, ci accorgiamo come si concentri su un periodo più specifico: il Risorgimento; il suo testo infatti, parte dall'esposizione della situazione degli stati preunitari per giungere alla conclusione che il treno abbia dato un contributo incommensurabile all'unità dell'Italia dal punto di vista geografico, ma soprattutto morale, contribuendo a fare degli italiani un unico popolo. L'analisi delle quattro opere mi ha permesso di conoscere il punto di vista di ciascun autore e di valutare come, anche se scritti da persone con formazioni personali differenti, e redatti in epoche diverse, e con metodi diversi, tutti gli elaborati portino alle medesime conclusioni: la rete ferroviaria in Italia, sebbene sia nata in maniera disorganica e senza un disegno strutturato, a causa della situazione politica dell'Italia, che vedeva il territorio diviso in molti stati, con il suo sviluppo ha contribuito all'unità dell'Italia ed alla formazione di un'unica popolazione italiana. Infatti con i nuovi collegamenti, più agevoli e più rapidi, la nazione ha avuto modo di scambiare prodotti e sviluppare colture ed industrie diversificate nel territorio, e la popolazione, anche quella appartenente alle classi sociali più basse, ha avuto modo di effettuare viaggi, realtà che precedentemente era impensabile. Il confronto fra i testi che proseguono nella storia delle ferrovie anche dopo il Risorgimento conduce all'analisi del periodo in cui le ferrovie, che da principio erano gestite da una moltitudine di società private, sono diventate un'unica società statale. Successivamente si esamina l'uso delle strade ferrate nel periodo di emergenza delle Guerre Mondiali, epoca in cui il treno è stato fondamentale, e di come il Fascismo abbia puntato sullo sviluppo delle stesse sfruttandone l'impiego come elemento di aggregazione e vanto dei progressi della tecnica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/62331