Adriano Olivetti fu un grandissimo imprenditore che portò al successo mondiale una piccola azienda, l'Olivetti appunto, fondata dal padre Camillo nel 1908. Caratteristica più unica che rara di quest'uomo fu il non essere un semplice uomo d'affari interessato alla sola massimizzazione del profitto, ma egli si interessava, e si applicava per ottenere, uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio in cui le sue fabbriche svolgevano la propria attività. Da questo suo interesse per il territorio nasce l'idea della Comunità. La Comunità nella visione di Adriano Olivetti doveva essere il luogo ideale in cui una persona poteva svolgere appieno la sua vita. Aveva una dimensione ridotta che comprendeva una popolazione variabile tra i settantacinquemila e i centomila abitanti. Il progetto della nascita di una Comunità concreta porta Olivetti ad elaborare, nel 1942/1943, una riforma dello Stato italiano su base federalista. In questa sua riforma federalista la cellula di base è rappresentata dalla Comunità, mentre l'ente al di sopra è lo Stato regionale, ovvero un aggregato di Comunità. Il sistema di elezione dei politici, che andranno a ricoprire le varie cariche elettive ai diversi livelli è molto articolato e preciso al fine di eliminare le persone non qualificate. Infatti, i cittadini eleggono direttamente i rappresentati della loro Comunità. Questi eleggeranno, a loro volta, i rappresentanti dello Stato regionale. Questi ultimi, infine, eleggono il Parlamento dello Stato federale. Adriano Olivetti criticava fortemente i partiti politici. Nella sua idea di riforma,infatti, non si parla mai di partiti, ma solo e sempre di uomini. Se una persona non si dimostrava capace nella gestione ed amministrazione di una Comunità, non avrebbe mai potuto raggiungere le più alte cariche dello Stato, perché in questo progetto non vi è il sostegno di un partito alle spalle, ma il successo politico si può raggiungere solo con le proprie capacità. Olivetti cerca anche di attuare in prima persona le sue idee politiche e alle elezioni del 1958 venne eletto alla Camera dei Deputati. Essendo l'unico eletto del suo Movimento Comunità non riuscì, però, mai a realizzare il suo progetto. Tornando all'Olivetti imprenditore, le sue idee, il suo modo di fare impresa andrebbero, a mio avviso, oggi riviste e riprese. Sotto la guida di Adriano, l'Olivetti divenne, oltre che un leader mondiale nel settore delle macchine da scrivere e calcolatrici, un'impresa che garantiva ai propri dipendenti una vastissima gamma di servizi sociali : case, asili nido, biblioteca, mensa, infermeria, studio medico, servizio di trasporto. Per l'imprenditore eporediese era fondamentale che i dipendenti si sentissero parte della fabbrica in cui lavoravano. Non dovevano essere considerati come dei semplici fattori di produzione come accade spesso oggi. In Adriano Olivetti era inoltre importantissimo il rapporto che la fabbrica aveva con il territorio, infatti questa non doveva e non poteva staccarsi da esso, ma al contrario doveva favorirne uno sviluppo parallelo, investendo una parte dei propri profitti proprio sullo sviluppo territoriale. Olivetti cerca di anche di realizzare un nuovo modo di costruire, attraverso l'Inu di cui diverrà presidente nel 1948. Per Olivetti l'urbanistica è una scienza fondamentale, capace di dare ordine e razionalità al mondo.

Adriano Olivetti. Un imprenditore per la società

BRIZZI, ALFREDO
2014/2015

Abstract

Adriano Olivetti fu un grandissimo imprenditore che portò al successo mondiale una piccola azienda, l'Olivetti appunto, fondata dal padre Camillo nel 1908. Caratteristica più unica che rara di quest'uomo fu il non essere un semplice uomo d'affari interessato alla sola massimizzazione del profitto, ma egli si interessava, e si applicava per ottenere, uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio in cui le sue fabbriche svolgevano la propria attività. Da questo suo interesse per il territorio nasce l'idea della Comunità. La Comunità nella visione di Adriano Olivetti doveva essere il luogo ideale in cui una persona poteva svolgere appieno la sua vita. Aveva una dimensione ridotta che comprendeva una popolazione variabile tra i settantacinquemila e i centomila abitanti. Il progetto della nascita di una Comunità concreta porta Olivetti ad elaborare, nel 1942/1943, una riforma dello Stato italiano su base federalista. In questa sua riforma federalista la cellula di base è rappresentata dalla Comunità, mentre l'ente al di sopra è lo Stato regionale, ovvero un aggregato di Comunità. Il sistema di elezione dei politici, che andranno a ricoprire le varie cariche elettive ai diversi livelli è molto articolato e preciso al fine di eliminare le persone non qualificate. Infatti, i cittadini eleggono direttamente i rappresentati della loro Comunità. Questi eleggeranno, a loro volta, i rappresentanti dello Stato regionale. Questi ultimi, infine, eleggono il Parlamento dello Stato federale. Adriano Olivetti criticava fortemente i partiti politici. Nella sua idea di riforma,infatti, non si parla mai di partiti, ma solo e sempre di uomini. Se una persona non si dimostrava capace nella gestione ed amministrazione di una Comunità, non avrebbe mai potuto raggiungere le più alte cariche dello Stato, perché in questo progetto non vi è il sostegno di un partito alle spalle, ma il successo politico si può raggiungere solo con le proprie capacità. Olivetti cerca anche di attuare in prima persona le sue idee politiche e alle elezioni del 1958 venne eletto alla Camera dei Deputati. Essendo l'unico eletto del suo Movimento Comunità non riuscì, però, mai a realizzare il suo progetto. Tornando all'Olivetti imprenditore, le sue idee, il suo modo di fare impresa andrebbero, a mio avviso, oggi riviste e riprese. Sotto la guida di Adriano, l'Olivetti divenne, oltre che un leader mondiale nel settore delle macchine da scrivere e calcolatrici, un'impresa che garantiva ai propri dipendenti una vastissima gamma di servizi sociali : case, asili nido, biblioteca, mensa, infermeria, studio medico, servizio di trasporto. Per l'imprenditore eporediese era fondamentale che i dipendenti si sentissero parte della fabbrica in cui lavoravano. Non dovevano essere considerati come dei semplici fattori di produzione come accade spesso oggi. In Adriano Olivetti era inoltre importantissimo il rapporto che la fabbrica aveva con il territorio, infatti questa non doveva e non poteva staccarsi da esso, ma al contrario doveva favorirne uno sviluppo parallelo, investendo una parte dei propri profitti proprio sullo sviluppo territoriale. Olivetti cerca di anche di realizzare un nuovo modo di costruire, attraverso l'Inu di cui diverrà presidente nel 1948. Per Olivetti l'urbanistica è una scienza fondamentale, capace di dare ordine e razionalità al mondo.
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