This work focuses on the French consulate in Ancona, entrusted to the Benincasa family since 1671, with particular emphasis on Marchioness Maria Eleonora Vincenzi Benincasa, widow of Mr. Luciano Filippo Benincasa, who previously served as consul for the French and Levantines. The widow decided to take charge of the family, the education of her children, and the fate of the French consulate, obtaining recognition for her son as the future consul, assisted by the Marchioness herself and Vice Consul Auber. The study investigates the special functioning of the French consular office's transition between father Luciano and son Giuseppe, and later between the two brothers, a necessary consequence of Giuseppe's choice to pursue an ecclesiastical path. It also examines the experience of a woman from the high Doric aristocracy who, choosing to remain a widow, embraces her role as a mother and demonstrates excellent qualities in both managing the family patrimony and in the diplomatic field, allowing her to acquire important protectors in the French court. The analysis of material preserved in the State Archives of Ancona allows for the reconstruction of key points in the history of the consulate and the family, which intertwine with each other and with local reality, subject to the decisions of papal power. Family documentation produced between 1730 (the year of family patriarch Luciano Filippo's death) and 1754 (the year in which Luciano Luigi Benincasa obtained the position of French consul) allows observation of the evolution of the consular institution at the Doric port. In addition to the changes in office that affected the top of the consulate, its vice consuls, and its chancellors, the documents allow for the reconstruction of French representatives activities in a commercial port: commercial disputes, tax issues, requests for consular rights, proposals, and orders that show the existence of a two-way exchange between the court and agents placed on the periphery of the kingdom. While this periodization was chosen for the analysis of consular life in the Doric port, the desire to understand the figure of the Marchioness as a woman, widow, and French consuless coincided with the period between 1730 and 1749, the year in which the transfer of office to her son Giuseppe was made official. 1749 is also the last year in which her son Luciano studied at the College of Nobles in Modena, concluding the epistolary exchange that the Marchioness maintained with its rector to stay updated on the developments of their education. Family documents, cross-referenced with notarial and municipal ones, also allow for at least partial reconstruction of the most important event in her patrimonial management: the transfer of the family library to the community of Ancona, a collection that would become the founding nucleus of the Luciano Benincasa Public Library. The study of these papers allows for the reconstruction of the figure of a woman capable of maneuvering and adapting to the new roles and tasks she found herself managing after her husband's death, showing a clear interest in favoring and strengthening the privileges that her children would enjoy.
Analisi del contesto anconetano nella metà del Settecento e della gestione del consolato francese nella città di Ancona, affidato dal 1671 alla famiglia Benincasa, focalizzandosi sulla figura della marchesa Maria Eleonora Vincenzi Benincasa, vedova del signor Luciano Filippo Benincasa, precedentemente in carica come console dei francesi e dei levantini. La vedova deciderà di prendere le redini della famiglia, dell’educazione dei figli e delle sorti del consolato francese, ottenendo il riconoscimento del figlio quale futuro console, coadiuvato dalla stessa marchesa e dal vice console Auber. Il lavoro indaga il funzionamento speciale del passaggio della carica consolare francese tra il padre Luciano ed il figlio Giuseppe e, in seguito, tra i due fratelli, conseguenza obbligata per la scelta di Giuseppe di intraprendere la via ecclesiastica; e l’esperienza di una donna dell’alta aristocrazia dorica che, scegliendo di rimanere vedova, abbraccia il suo ruolo di madre e dimostra di avere ottime qualità sia nella gestione del patrimonio familiare che nel campo diplomatico, che le permettono di acquisire importanti protettori nella corte francese. L’analisi del materiale conservato presso l’Archivio di Stato di Ancona permette di ricostruire i punti chiave della storia del consolato e della famiglia che si intrecciano tra loro e con la realtà locale, sottoposta alle decisioni del potere pontificio. La documentazione familiare prodotta nell’arco degli anni compresi tra il 1730 (anno della morte del capofamiglia Luciano Filippo) e il 1754 (anno in cui Luciano Luigi Benincasa otterrà la carica di console dei Francesi) permette di osservare l’evoluzione dell’eistituzione consolare presso lo scalo dorico. Oltre ai passaggi di carica che interessarono il vertice del consolato, i suoi vice consoli e i suoi cancellieri, i documenti permettono di ricostruire l’attività dei rappresentanti francesi in uno scalo commerciale: dispute commerciali, tributarie, richieste dei diritti consolari, proposte e ordini che mostrano l’esistenza di uno scambio bidirezionale tra la corte e gli agenti posti alla periferia del regno. Se questa periodizzazione è stata scelta per l’analisi della vita consolare nello scalo dorico, la volontà di conoscere la figura della marchesa quale donna, vedova e consolessa di Francia ha coinciso con il periodo compreso tra il 1730 e il 1749, anno in cui viene ufficializzato il passaggio di carica nei confronti del figlio Giuseppe. Il 1749 è anche l’ultimo anno in cui il figlio Luciano studia presso il Collegio dei Nobili di Modena e, con esso, si conclude lo scambio epistolare che la marchesa intrattiene con il suo rettore per rimanere aggiornata sugli sviluppi della loro educazione. I documenti della famiglia, incrociati con quelli notarili e comunali, permettono di ricostruire, almeno in parte, anche la vicenda più importante della sua gestione patrimoniale: la cessione della libreria di famiglia alla comunità di Ancona, insieme librario che sarà il nucleo fondativo della Biblioteca Pubblica Luciano Benincasa. Lo studio delle carte permette di ricostruire la figura di una donna capace di destreggiarsi ed adattarsi ai nuovi ruoli e compiti che si trova a dover gestire dopo la morte del marito, mostrando il chiaro interesse di favorire e rafforzare i privilegi di cui potranno godere i figli.
Marchesa Eleonora Vincenzi Benincasa di Ancona.Donna, Vedova e "Consulesse" di Francia 1730-1749
TRICARICO, LORENZO
2023/2024
Abstract
Analisi del contesto anconetano nella metà del Settecento e della gestione del consolato francese nella città di Ancona, affidato dal 1671 alla famiglia Benincasa, focalizzandosi sulla figura della marchesa Maria Eleonora Vincenzi Benincasa, vedova del signor Luciano Filippo Benincasa, precedentemente in carica come console dei francesi e dei levantini. La vedova deciderà di prendere le redini della famiglia, dell’educazione dei figli e delle sorti del consolato francese, ottenendo il riconoscimento del figlio quale futuro console, coadiuvato dalla stessa marchesa e dal vice console Auber. Il lavoro indaga il funzionamento speciale del passaggio della carica consolare francese tra il padre Luciano ed il figlio Giuseppe e, in seguito, tra i due fratelli, conseguenza obbligata per la scelta di Giuseppe di intraprendere la via ecclesiastica; e l’esperienza di una donna dell’alta aristocrazia dorica che, scegliendo di rimanere vedova, abbraccia il suo ruolo di madre e dimostra di avere ottime qualità sia nella gestione del patrimonio familiare che nel campo diplomatico, che le permettono di acquisire importanti protettori nella corte francese. L’analisi del materiale conservato presso l’Archivio di Stato di Ancona permette di ricostruire i punti chiave della storia del consolato e della famiglia che si intrecciano tra loro e con la realtà locale, sottoposta alle decisioni del potere pontificio. La documentazione familiare prodotta nell’arco degli anni compresi tra il 1730 (anno della morte del capofamiglia Luciano Filippo) e il 1754 (anno in cui Luciano Luigi Benincasa otterrà la carica di console dei Francesi) permette di osservare l’evoluzione dell’eistituzione consolare presso lo scalo dorico. Oltre ai passaggi di carica che interessarono il vertice del consolato, i suoi vice consoli e i suoi cancellieri, i documenti permettono di ricostruire l’attività dei rappresentanti francesi in uno scalo commerciale: dispute commerciali, tributarie, richieste dei diritti consolari, proposte e ordini che mostrano l’esistenza di uno scambio bidirezionale tra la corte e gli agenti posti alla periferia del regno. Se questa periodizzazione è stata scelta per l’analisi della vita consolare nello scalo dorico, la volontà di conoscere la figura della marchesa quale donna, vedova e consolessa di Francia ha coinciso con il periodo compreso tra il 1730 e il 1749, anno in cui viene ufficializzato il passaggio di carica nei confronti del figlio Giuseppe. Il 1749 è anche l’ultimo anno in cui il figlio Luciano studia presso il Collegio dei Nobili di Modena e, con esso, si conclude lo scambio epistolare che la marchesa intrattiene con il suo rettore per rimanere aggiornata sugli sviluppi della loro educazione. I documenti della famiglia, incrociati con quelli notarili e comunali, permettono di ricostruire, almeno in parte, anche la vicenda più importante della sua gestione patrimoniale: la cessione della libreria di famiglia alla comunità di Ancona, insieme librario che sarà il nucleo fondativo della Biblioteca Pubblica Luciano Benincasa. Lo studio delle carte permette di ricostruire la figura di una donna capace di destreggiarsi ed adattarsi ai nuovi ruoli e compiti che si trova a dover gestire dopo la morte del marito, mostrando il chiaro interesse di favorire e rafforzare i privilegi di cui potranno godere i figli.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Analisi dell'istituzione consolare francese di Ancona alla metà del Settecento, con particolare focus sulla figura della marchesa Eleonora Vincenzi, vedova del defunto console Luciano Filippo, e madre dei futuri successori Giuseppe Maria e Luciano Luigi.
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/6198