Il fenomeno dei rifugiati, oggi in preoccupante aumento, interessa nel mondo oltre 50 milioni di persone, costrette a fuggire per ragioni diverse dal loro Paese, per trovare protezione in altri luoghi. Le cause vanno ricercate non solo nei numerosi conflitti in corso tra due o più Stati, ma anche nelle guerre civili, così come negli eventi naturali che si abbattono su numerose aree del globo. Di fronte a numeri così importanti, che superano i picchi raggiunti dopo la II Guerra Mondiale, è evidente come il fenomeno dei rifugiati sia oggi più che mai attuale, tanto da essere diventato una priorità nell'agenda europea, e come il diritto d'asilo debba adeguarsi per far fronte a una simile emergenza. Nato come forma di accoglienza e ospitalità nelle tradizioni dei popoli nomadi, divenuto poi istituzione religiosa nella tradizione cristiana e infine prerogativa degli Stati, l'asilo è un istituto in continua evoluzione. Esso nel corso del Novecento è stato disciplinato non solo dagli strumenti internazionali, elaborati nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali e nell'immediato dopoguerra, ma anche nelle Costituzioni di diversi Stati, europei e non. Lo status di rifugiato è oggi disciplinato principalmente dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e dal Protocollo del 1967, che rappresentano la Magna Charta dell'istituto. La definizione di rifugiato contenuta nella Convenzione infatti si connota per essere applicabile in ciascuno e in tutti i Paesi del mondo, grazie alla larga adesione a questi accordi internazionali da parte degli Stati: 145 attualmente. Questo conferisce alla Convenzione una incontestabile portata universale. Parallelamente, l'Unione europea ha elaborato strumenti giuridici ulteriori volti a garantire la protezione dei richiedenti asilo e di coloro che non soddisfino gli standard minimi per la qualifica dello status di rifugiato secondo la Convenzione. Così facendo il legislatore europeo ha di fatto integrato il diritto internazionale in materia. Le diverse fonti che regolano l'asilo creano un quadro normativo particolarmente complesso all'interno del quale spetta agli operatori giuridici muoversi in modo da garantire ai richiedenti asilo i loro diritti. A questo si deve aggiungere la problematica legata all'individuazione di coloro che abbiano o meno diritto ad ottenere lo status di rifugiato, ossia coloro che rientrino nella definizione enunciata dalla Convenzione. Il discrimine però è tutt'altro che netto e chiaro, esso, anzi, si modifica nel tempo in base alle situazioni che si vengono a creare concretamente. Ciò significa che una categoria di soggetti che in passato non rientrava nella definizione oggi, o in futuro, può rientrarvi. Questo passaggio fondamentale, che rende vivo il diritto d'asilo, è possibile solo grazie all'attività interpretativa delle Corti europee e nazionali. Obiettivo di questo lavoro di tesi è quindi analizzare la giurisprudenza delle Corti europee ed individuare in che modo essa riesca a fare fronte al carattere evolutivo del fenomeno dei rifugiati.
I criteri per l'attribuzione dello status di rifugiato alla luce della giurisprudenza europea
MOTTA, LUCA
2013/2014
Abstract
Il fenomeno dei rifugiati, oggi in preoccupante aumento, interessa nel mondo oltre 50 milioni di persone, costrette a fuggire per ragioni diverse dal loro Paese, per trovare protezione in altri luoghi. Le cause vanno ricercate non solo nei numerosi conflitti in corso tra due o più Stati, ma anche nelle guerre civili, così come negli eventi naturali che si abbattono su numerose aree del globo. Di fronte a numeri così importanti, che superano i picchi raggiunti dopo la II Guerra Mondiale, è evidente come il fenomeno dei rifugiati sia oggi più che mai attuale, tanto da essere diventato una priorità nell'agenda europea, e come il diritto d'asilo debba adeguarsi per far fronte a una simile emergenza. Nato come forma di accoglienza e ospitalità nelle tradizioni dei popoli nomadi, divenuto poi istituzione religiosa nella tradizione cristiana e infine prerogativa degli Stati, l'asilo è un istituto in continua evoluzione. Esso nel corso del Novecento è stato disciplinato non solo dagli strumenti internazionali, elaborati nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali e nell'immediato dopoguerra, ma anche nelle Costituzioni di diversi Stati, europei e non. Lo status di rifugiato è oggi disciplinato principalmente dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e dal Protocollo del 1967, che rappresentano la Magna Charta dell'istituto. La definizione di rifugiato contenuta nella Convenzione infatti si connota per essere applicabile in ciascuno e in tutti i Paesi del mondo, grazie alla larga adesione a questi accordi internazionali da parte degli Stati: 145 attualmente. Questo conferisce alla Convenzione una incontestabile portata universale. Parallelamente, l'Unione europea ha elaborato strumenti giuridici ulteriori volti a garantire la protezione dei richiedenti asilo e di coloro che non soddisfino gli standard minimi per la qualifica dello status di rifugiato secondo la Convenzione. Così facendo il legislatore europeo ha di fatto integrato il diritto internazionale in materia. Le diverse fonti che regolano l'asilo creano un quadro normativo particolarmente complesso all'interno del quale spetta agli operatori giuridici muoversi in modo da garantire ai richiedenti asilo i loro diritti. A questo si deve aggiungere la problematica legata all'individuazione di coloro che abbiano o meno diritto ad ottenere lo status di rifugiato, ossia coloro che rientrino nella definizione enunciata dalla Convenzione. Il discrimine però è tutt'altro che netto e chiaro, esso, anzi, si modifica nel tempo in base alle situazioni che si vengono a creare concretamente. Ciò significa che una categoria di soggetti che in passato non rientrava nella definizione oggi, o in futuro, può rientrarvi. Questo passaggio fondamentale, che rende vivo il diritto d'asilo, è possibile solo grazie all'attività interpretativa delle Corti europee e nazionali. Obiettivo di questo lavoro di tesi è quindi analizzare la giurisprudenza delle Corti europee ed individuare in che modo essa riesca a fare fronte al carattere evolutivo del fenomeno dei rifugiati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/61956