Durante l'attività di tirocinio svolta presso l'azienda Martin Bauer di Nichelino, ho potuto osservare il flusso aziendale a cui vengono sottoposte tutte le materie prime vegetali ed in particolare il carciofo. La fornitura di quest'ultimo proviene da agricoltori facenti parte della Cooperativa erbe aromatiche di Pancalieri. La droga vegetale in esame (foglie del carciofo) viene scrupolosamente analizzata in un laboratorio adibito al controllo qualità, in modo da valutarne la conformità e la corrispondenza agli standard previsti dalla Farmacopea. Il controllo qualità risulta un passaggio fondamentale in aziende farmaceutiche ed erboristiche che commercializzano e/o trasformano materie prime di origine vegetale, poiché fornisce una garanzia di sicurezza al consumatore e consente all'azienda che lo attua di valutare e correggere preventivamente eventuali problematiche tecnologiche. Esso consiste di numerose analisi sulla droga come tale o polverizzata, precisamente: - identificazione morfologica: analisi macroscopica, organolettica e microscopica, necessarie per valutare l'effettiva corrispondenza della droga in esame con i parametri descritti in Farmacopea, lo stato di conservazione e l'assenza o presenza entro certi limiti di materiali e corpi estranei; - saggi da Farmacopea: ceneri totali (quantificazione delle componenti minerali presenti nella pianta per valutarne lo stato di pulitura), perdita all'essiccamento (umidità della droga che influisce sulla sua conservazione), densità apparente e granulometria delle particelle (esami necessari per valutazioni tecnologiche); - identificazione chimica: utilizzando tecniche cromatografiche come Thin Layer Chromatography (TLC) e High Pressure Liquid Cromatography (HPLC). Con questa tipologia di analisi viene valutata la presenza di principi attivi nella pianta, dal punto di vista qualitativo (identificazione della specie) e quantitativo (corrispondenza agli standard descritti in Farmacopea); - controllo dei contaminanti: analisi sui metalli pesanti come Cd, Pb, Hg (utilizzando la tecnica della spettroscopia di assorbimento atomico), analisi sulle aflatossine (avvalendosi in contemporanea di due metodi: colonnine di immuno-affinità e kit immuno-enzimatici), in ultimo ma non per importanza, il controllo microbiologico (carica batterica totale, funghi, muffe, batteri Gram negativi bile-tolleranti, Salmonella, Escherichia coli, Staphylococcus aureus). I risultati ottenuti vengono confrontati con i limiti riportati nel Codex herbarum per valutarne la conformità. Se il lotto analizzato risulta entro gli standard di qualità previsti, continua il flusso aziendale fino alla trasformazione e/o vendita. Qualora invece alcuni valori risultassero al di fuori dei suddetti standard, la droga potrebbe essere, in alcuni casi, trattata nuovamente per riportare tutti i valori entro i limiti, altrimenti restituita al fornitore.

IL CARCIOFO: UN PERCORSO DI QUALITA'

CRUSIGLIA CABODI, CHIARA
2013/2014

Abstract

Durante l'attività di tirocinio svolta presso l'azienda Martin Bauer di Nichelino, ho potuto osservare il flusso aziendale a cui vengono sottoposte tutte le materie prime vegetali ed in particolare il carciofo. La fornitura di quest'ultimo proviene da agricoltori facenti parte della Cooperativa erbe aromatiche di Pancalieri. La droga vegetale in esame (foglie del carciofo) viene scrupolosamente analizzata in un laboratorio adibito al controllo qualità, in modo da valutarne la conformità e la corrispondenza agli standard previsti dalla Farmacopea. Il controllo qualità risulta un passaggio fondamentale in aziende farmaceutiche ed erboristiche che commercializzano e/o trasformano materie prime di origine vegetale, poiché fornisce una garanzia di sicurezza al consumatore e consente all'azienda che lo attua di valutare e correggere preventivamente eventuali problematiche tecnologiche. Esso consiste di numerose analisi sulla droga come tale o polverizzata, precisamente: - identificazione morfologica: analisi macroscopica, organolettica e microscopica, necessarie per valutare l'effettiva corrispondenza della droga in esame con i parametri descritti in Farmacopea, lo stato di conservazione e l'assenza o presenza entro certi limiti di materiali e corpi estranei; - saggi da Farmacopea: ceneri totali (quantificazione delle componenti minerali presenti nella pianta per valutarne lo stato di pulitura), perdita all'essiccamento (umidità della droga che influisce sulla sua conservazione), densità apparente e granulometria delle particelle (esami necessari per valutazioni tecnologiche); - identificazione chimica: utilizzando tecniche cromatografiche come Thin Layer Chromatography (TLC) e High Pressure Liquid Cromatography (HPLC). Con questa tipologia di analisi viene valutata la presenza di principi attivi nella pianta, dal punto di vista qualitativo (identificazione della specie) e quantitativo (corrispondenza agli standard descritti in Farmacopea); - controllo dei contaminanti: analisi sui metalli pesanti come Cd, Pb, Hg (utilizzando la tecnica della spettroscopia di assorbimento atomico), analisi sulle aflatossine (avvalendosi in contemporanea di due metodi: colonnine di immuno-affinità e kit immuno-enzimatici), in ultimo ma non per importanza, il controllo microbiologico (carica batterica totale, funghi, muffe, batteri Gram negativi bile-tolleranti, Salmonella, Escherichia coli, Staphylococcus aureus). I risultati ottenuti vengono confrontati con i limiti riportati nel Codex herbarum per valutarne la conformità. Se il lotto analizzato risulta entro gli standard di qualità previsti, continua il flusso aziendale fino alla trasformazione e/o vendita. Qualora invece alcuni valori risultassero al di fuori dei suddetti standard, la droga potrebbe essere, in alcuni casi, trattata nuovamente per riportare tutti i valori entro i limiti, altrimenti restituita al fornitore.
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