Background This thesis is aimed to study the results of acculturation process that involves embedded journalists and military culture, the culture shock that reporters may suffer from and effects that both phenomena may have on journalism. Methods While the first part is about the war reporting and the particular case of embedded journalism besides the role of sociology and the processes of acculturation, in the second part, research was presented and results were shown. Nine journalists from national press and news broadcasts were interviewed by phone and Skype. They were given an in-depth interview in order to bring out, in addition to manifest contents, interpersonal processes. Results and conclusions The results of acculturation process vary according to the army in which journalists are embedded and to the activities that they have the opportunity to carry out depending on unit the platoon to which they are assigned. Differences were found among reporters that spent most of the time in the camp and those embedded in the platoon; in fact, while the former are adapted to the military culture, the latter incorporated in. Culture shock, observed notably in the early hours of embedding, appeared as preoccupation for feeding, accommodation and health (primary needs) and, in certain cases, as repulsion or at least mistrust toward the military. Effects of these two phenomena on journalists and journalism may be due to in-group dynamics and the distinctions referred at the beginning of the paragraph. In addition to the results related to studied variables, it was possible to detect important information regarding embedded journalism, and especially about two themes: differences of missions in which reporters are involved in the U.S. and Italian Army and difficulties of journalists about their safety and living conditions in the camp.

Obiettivo Questa tesi nasce e si sviluppa con l'obiettivo di studiare i risultati del processo acculturativo che vede coinvolti i giornalisti embedded e la cultura militare che li ospita, il manifestarsi di forme di cultural shock e le ripercussioni che i due fenomeni possono avere sul lavoro giornalistico. Metodo Mentre nella prima parte del lavoro sono stati analizzati il giornalismo di guerra ed il particolare caso degli embedded ed il ruolo della sociologia e i processi di acculturazione, nella seconda è stata presentata la ricerca ed esposti i risultati. Sono stati intervistati tramite telefono e Skype nove giornalisti della stampa e dei telegiornali nazionali. A loro è stata somministrata un'intervista in profondità al fine di fare emergere, oltre al contenuto manifesto, i processi interpersonali. Conclusioni I risultati del processo acculturativo variano in base all'esercito nel quale i giornalisti vengono intruppati e all'attività che gli stessi hanno occasione di svolgere a seconda del reparto e del plotone a cui vengono assegnati. Si sono riscontrate differenze tra i reporter che hanno fatto maggiormente ¿vita di base¿ e quelli che hanno fatto ¿vita di plotone¿: infatti, mentre i primi sono risultati essersi adattati alla cultura ospitanti, i secondi incorporati. Il cultural shock rilevato in particolar modo nelle prime ore dell'embedding, è parso manifestarsi sotto forma di preoccupazione per l'alimentazione, il pernottamento e la salute, ossia i bisogni primari e, in alcuni casi, di una certa qual repulsione o quantomeno diffidenza verso i militari. Gli effetti di questi due fenomeni sul lavoro del giornalista possono essere riconducibili a dinamiche in-group e alle distinzioni di cui ad inizio paragrafo. Oltre ai risultati relativi alle variabili in studio, è stato possibile rilevare significative informazioni riguardanti il giornalismo embedded ed in particolar su modo due temi: la differenza delle missioni in cui vengono coinvolti i reporter ¿intruppati¿ nell'esercito americano e in quello italiano e le difficoltà dei giornalisti rispetto alla loro sicurezza e alle condizioni di vita nel campo.

Acculturazione e cultural shock nel giornalismo embedded

CARRER, GABRIELE
2013/2014

Abstract

Obiettivo Questa tesi nasce e si sviluppa con l'obiettivo di studiare i risultati del processo acculturativo che vede coinvolti i giornalisti embedded e la cultura militare che li ospita, il manifestarsi di forme di cultural shock e le ripercussioni che i due fenomeni possono avere sul lavoro giornalistico. Metodo Mentre nella prima parte del lavoro sono stati analizzati il giornalismo di guerra ed il particolare caso degli embedded ed il ruolo della sociologia e i processi di acculturazione, nella seconda è stata presentata la ricerca ed esposti i risultati. Sono stati intervistati tramite telefono e Skype nove giornalisti della stampa e dei telegiornali nazionali. A loro è stata somministrata un'intervista in profondità al fine di fare emergere, oltre al contenuto manifesto, i processi interpersonali. Conclusioni I risultati del processo acculturativo variano in base all'esercito nel quale i giornalisti vengono intruppati e all'attività che gli stessi hanno occasione di svolgere a seconda del reparto e del plotone a cui vengono assegnati. Si sono riscontrate differenze tra i reporter che hanno fatto maggiormente ¿vita di base¿ e quelli che hanno fatto ¿vita di plotone¿: infatti, mentre i primi sono risultati essersi adattati alla cultura ospitanti, i secondi incorporati. Il cultural shock rilevato in particolar modo nelle prime ore dell'embedding, è parso manifestarsi sotto forma di preoccupazione per l'alimentazione, il pernottamento e la salute, ossia i bisogni primari e, in alcuni casi, di una certa qual repulsione o quantomeno diffidenza verso i militari. Gli effetti di questi due fenomeni sul lavoro del giornalista possono essere riconducibili a dinamiche in-group e alle distinzioni di cui ad inizio paragrafo. Oltre ai risultati relativi alle variabili in studio, è stato possibile rilevare significative informazioni riguardanti il giornalismo embedded ed in particolar su modo due temi: la differenza delle missioni in cui vengono coinvolti i reporter ¿intruppati¿ nell'esercito americano e in quello italiano e le difficoltà dei giornalisti rispetto alla loro sicurezza e alle condizioni di vita nel campo.
ITA
Background This thesis is aimed to study the results of acculturation process that involves embedded journalists and military culture, the culture shock that reporters may suffer from and effects that both phenomena may have on journalism. Methods While the first part is about the war reporting and the particular case of embedded journalism besides the role of sociology and the processes of acculturation, in the second part, research was presented and results were shown. Nine journalists from national press and news broadcasts were interviewed by phone and Skype. They were given an in-depth interview in order to bring out, in addition to manifest contents, interpersonal processes. Results and conclusions The results of acculturation process vary according to the army in which journalists are embedded and to the activities that they have the opportunity to carry out depending on unit the platoon to which they are assigned. Differences were found among reporters that spent most of the time in the camp and those embedded in the platoon; in fact, while the former are adapted to the military culture, the latter incorporated in. Culture shock, observed notably in the early hours of embedding, appeared as preoccupation for feeding, accommodation and health (primary needs) and, in certain cases, as repulsion or at least mistrust toward the military. Effects of these two phenomena on journalists and journalism may be due to in-group dynamics and the distinctions referred at the beginning of the paragraph. In addition to the results related to studied variables, it was possible to detect important information regarding embedded journalism, and especially about two themes: differences of missions in which reporters are involved in the U.S. and Italian Army and difficulties of journalists about their safety and living conditions in the camp.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/61812