Objectives: The primary aim of this study is to assess the effectiveness of intraoral scans in acquiring digital impressions from edentulous patients. Specifically, the null hypothesis is that, within the context of intraoral scans, the presence or absence of landmarks in edentulous areas does not have a statistically significant impact on the quality of acquisition. Materials and Methods: Five patients undergoing All-On-Four® rehabilitation were selected. At 1.5 - 1.2, 1.2 - 2.2, and 2.2 - 2.5, scanbodies were placed on each Multi-Unit Abutment (MUA). Using a highly precise electronic caliper, the three distances between the different sites were measured. Initially, three repeated intraoral scans of the entire upper arch were performed, relying solely on the presence of scanbodies. Subsequently, adhesive markers provided by the IOS device manufacturer were applied between each MUA, and new scans were conducted, again in triplicate, resulting in a total of thirty digital acquisitions. The Exocad® software was employed to process data from both scanning conditions and calculate distances between the various scanbodies through the program. Finally, these results were compared with the initial measurements obtained using the electronic caliper, which had been used as a reference point for evaluating the accuracy of the scans. Results: No significant improvement in trueness was observed in the examined situations. However, in general, the relevant literature does not indicate a statistically significant improvement in trueness; instead, it suggests an enhancement in precision. In the five patients in our study, the use of markers doubled the sensitivity, with values hovering around 50% compared to scans conducted without markers. The null hypothesis can be rejected because intraoral scanning with the aid of markers demonstrates a statistically significant difference. Conclusions: Despite significant advancements in intraoral scanning technology in recent years, the use of markers in edentulous areas continues to be a choice that provides added levels of security for both clinicians and technicians, particularly in terms of precision and accuracy in the obtained results.

Scopo del lavoro: L'obiettivo principale di questo studio è valutare l'efficacia dell'utilizzo di scansioni intraorali nella rilevazione di impronte digitali in pazienti edentuli. In particolare l’ipotesi nulla è che - sempre nel contesto delle scansioni intraorali - l'applicazione o l'assenza di landmark (punti di repere) nelle aree edentule non influisca in modo statisticamente significativo sulla qualità di acquisizione. Materiali e metodi: Sono stati selezionati cinque pazienti con riabilitazione All-On-Four®: in sede 1.5 e 1.2, 1.2 e 2.2, e 2.2 e 2.5, abbiamo posizionato degli scanbody su ciascun MUA e, con un calibro elettronico ad alta precisione, abbiamo misurato le tre distanze fra i diversi siti. Dapprima abbiamo eseguito tre scansioni intraorali ripetute dell'intera arcata superiore di ciascun paziente, affidandoci alla sola presenza degli scanbody. Successivamente, abbiamo applicato dei marker adesivi forniti dalla casa produttrice dell'apparecchio IOS tra ciascun MUA e abbiamo effettuato nuove scansioni, sempre per tre volte, ottenendo un totale di trenta rilevazioni digitali. Abbiamo utilizzato il software di progettazione Exocad® per elaborare i dati ottenuti da entrambe le condizioni di scansione e calcolare le distanze tra i vari scanbody mediante il programma. Infine, abbiamo confrontato questi risultati con le misurazioni iniziali ottenute tramite il calibro elettronico, che avevamo precedentemente utilizzato come punto di riferimento, al fine di valutare l'accuratezza delle scansioni effettuate. Risultati: non si riscontra un miglioramento significativo della trueness nelle situazioni esaminate. Tuttavia, in generale, la letteratura di riferimento non indica un miglioramento statisticamente significativo della trueness, ma piuttosto una migliore precisione. Nei cinque pazienti del nostro studio, l'uso di marker ha raddoppiato la sensibilità, con valori intorno al 50% rispetto alle scansioni senza marker. Possiamo respingere l'ipotesi nulla in quanto la scansione intraorale con l'ausilio di marker mostra una differenza statisticamente significativa. Conclusioni: Nonostante i notevoli progressi che le tecnologie di scansione intraorale hanno fatto negli ultimi anni, l'uso di marker nelle zone edentule continua a dimostrarsi una scelta che offre ulteriori livelli di sicurezza sia per i clinici che per i tecnici, specialmente in termini di precisione e accuratezza nei risultati ottenuti.

Tecniche di scansione intraorale per l'ottimizzazione delle aree edentule

FRANCHI, GIULIA
2022/2023

Abstract

Scopo del lavoro: L'obiettivo principale di questo studio è valutare l'efficacia dell'utilizzo di scansioni intraorali nella rilevazione di impronte digitali in pazienti edentuli. In particolare l’ipotesi nulla è che - sempre nel contesto delle scansioni intraorali - l'applicazione o l'assenza di landmark (punti di repere) nelle aree edentule non influisca in modo statisticamente significativo sulla qualità di acquisizione. Materiali e metodi: Sono stati selezionati cinque pazienti con riabilitazione All-On-Four®: in sede 1.5 e 1.2, 1.2 e 2.2, e 2.2 e 2.5, abbiamo posizionato degli scanbody su ciascun MUA e, con un calibro elettronico ad alta precisione, abbiamo misurato le tre distanze fra i diversi siti. Dapprima abbiamo eseguito tre scansioni intraorali ripetute dell'intera arcata superiore di ciascun paziente, affidandoci alla sola presenza degli scanbody. Successivamente, abbiamo applicato dei marker adesivi forniti dalla casa produttrice dell'apparecchio IOS tra ciascun MUA e abbiamo effettuato nuove scansioni, sempre per tre volte, ottenendo un totale di trenta rilevazioni digitali. Abbiamo utilizzato il software di progettazione Exocad® per elaborare i dati ottenuti da entrambe le condizioni di scansione e calcolare le distanze tra i vari scanbody mediante il programma. Infine, abbiamo confrontato questi risultati con le misurazioni iniziali ottenute tramite il calibro elettronico, che avevamo precedentemente utilizzato come punto di riferimento, al fine di valutare l'accuratezza delle scansioni effettuate. Risultati: non si riscontra un miglioramento significativo della trueness nelle situazioni esaminate. Tuttavia, in generale, la letteratura di riferimento non indica un miglioramento statisticamente significativo della trueness, ma piuttosto una migliore precisione. Nei cinque pazienti del nostro studio, l'uso di marker ha raddoppiato la sensibilità, con valori intorno al 50% rispetto alle scansioni senza marker. Possiamo respingere l'ipotesi nulla in quanto la scansione intraorale con l'ausilio di marker mostra una differenza statisticamente significativa. Conclusioni: Nonostante i notevoli progressi che le tecnologie di scansione intraorale hanno fatto negli ultimi anni, l'uso di marker nelle zone edentule continua a dimostrarsi una scelta che offre ulteriori livelli di sicurezza sia per i clinici che per i tecnici, specialmente in termini di precisione e accuratezza nei risultati ottenuti.
Intra-oral scanning techniques for the optimization of edentulous areas
Objectives: The primary aim of this study is to assess the effectiveness of intraoral scans in acquiring digital impressions from edentulous patients. Specifically, the null hypothesis is that, within the context of intraoral scans, the presence or absence of landmarks in edentulous areas does not have a statistically significant impact on the quality of acquisition. Materials and Methods: Five patients undergoing All-On-Four® rehabilitation were selected. At 1.5 - 1.2, 1.2 - 2.2, and 2.2 - 2.5, scanbodies were placed on each Multi-Unit Abutment (MUA). Using a highly precise electronic caliper, the three distances between the different sites were measured. Initially, three repeated intraoral scans of the entire upper arch were performed, relying solely on the presence of scanbodies. Subsequently, adhesive markers provided by the IOS device manufacturer were applied between each MUA, and new scans were conducted, again in triplicate, resulting in a total of thirty digital acquisitions. The Exocad® software was employed to process data from both scanning conditions and calculate distances between the various scanbodies through the program. Finally, these results were compared with the initial measurements obtained using the electronic caliper, which had been used as a reference point for evaluating the accuracy of the scans. Results: No significant improvement in trueness was observed in the examined situations. However, in general, the relevant literature does not indicate a statistically significant improvement in trueness; instead, it suggests an enhancement in precision. In the five patients in our study, the use of markers doubled the sensitivity, with values hovering around 50% compared to scans conducted without markers. The null hypothesis can be rejected because intraoral scanning with the aid of markers demonstrates a statistically significant difference. Conclusions: Despite significant advancements in intraoral scanning technology in recent years, the use of markers in edentulous areas continues to be a choice that provides added levels of security for both clinicians and technicians, particularly in terms of precision and accuracy in the obtained results.
GASSINO, GIANFRANCO
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