Quando, nella primavera del 1917, giungono in Italia i primi echi della Rivoluzione di febbraio, Camillo Berneri non ha ancora vent'anni; eppure ha già compiuto una scelta decisiva per la sua esistenza, dimettendosi dalla Federazione giovanile socialista di Reggio Emilia per passare fra le file dell'anarchismo. L'esperienza - anche se indiretta - della Rivoluzione russa è un momento fondamentale nel percorso del filosofo lodigiano, che proprio a partire dall'esame di quegli eventi inizierà il proprio percorso di ¿revisione¿ dell'anarchismo. Con questo lavoro intendo analizzare l'evoluzione dell'atteggiamento di Camillo Berneri nei confronti della Rivoluzione russa: dall'entusiasmo di primi anni, caratterizzati dalla fiducia nei confronti della nuova realtà emersa e dalla speranza di una rivoluzione italiana imminente, alla disillusione del 1921, anno in cui egli prende coscienza della deriva autoritaria dell'¿esperimento¿ bolscevico. La tesi è composta da tre capitoli. Il primo capitolo tratta della storia più generale dell'anarchismo, delle idee e dei movimenti che ne hanno caratterizzato lo sviluppo. Il secondo capitolo è dedicato alla biografia di Camillo Berneri e alla sua vita di ¿intellettuale amante dell'azione¿: dalla nascita a Lodi, il 20 maggio 1897, passando dai turbolenti anni dell'esilio e dell'opposizione al fascismo, fino alla sua tragica morte, a Barcellona, durante la Guerra civile spagnola, nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1937. Il terzo ed ultimo capitolo si concentra sull'analisi vera e propria dell'atteggiamento di Berneri nei confronti della Rivoluzione russa, inizio del suo percorso di revisione e testimonianza eloquente del suo modo di essere anarchico, soffermandosi sui temi principali emersi dalla sua visione degli eventi, spesso originali e in controtendenza rispetto alla generale vulgata anarchica del periodo. Per la ricostruzione degli eventi storici ho consultato di Sabatucci, G., Vidotto, V., Storia Contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 2012; per la biografia di Camillo Berneri mi sono affidato principalmente al testo di De Maria, C., Camillo Berneri tra anarchismo e liberalismo, Milano, Franco Angeli, 2004 e Santos, F. M., Camillo Berneri, un anarchico italiano (1897-1937), Rivoluzione e controrivoluzione in Europa, 1917-1937, Pistoia, Archivio famiglia Berneri, 1985. Lo studio del suo pensiero è avvenuto invece attraverso la consultazione, la selezione e l'analisi di fonti dirette, indirette ed alcune raccolte di suoi articoli. Malgrado l'intensa attività editoriale e pubblicistica, le contingenze storiche e la morte prematura hanno infatti impedito al filosofo lodigiano di coronare il progetto di scrivere un'opera organica sulla Rivoluzione russa e, più in generale, sulle proprie idee. Se de un lato questo aspetto favorisce una lettura contrastata del suo pensiero e ostacola qualsiasi interpretazione sistematica delle sue riflessioni, dall'altro consente di coglierne la dinamicità e l'assoluta originalità, preservandole dai rischi, che egli stesso temeva, dell'appiattimento e della cristallizzazione.

Camillo Berneri e la Rivoluzione russa

GRANDI, MICHELE
2013/2014

Abstract

Quando, nella primavera del 1917, giungono in Italia i primi echi della Rivoluzione di febbraio, Camillo Berneri non ha ancora vent'anni; eppure ha già compiuto una scelta decisiva per la sua esistenza, dimettendosi dalla Federazione giovanile socialista di Reggio Emilia per passare fra le file dell'anarchismo. L'esperienza - anche se indiretta - della Rivoluzione russa è un momento fondamentale nel percorso del filosofo lodigiano, che proprio a partire dall'esame di quegli eventi inizierà il proprio percorso di ¿revisione¿ dell'anarchismo. Con questo lavoro intendo analizzare l'evoluzione dell'atteggiamento di Camillo Berneri nei confronti della Rivoluzione russa: dall'entusiasmo di primi anni, caratterizzati dalla fiducia nei confronti della nuova realtà emersa e dalla speranza di una rivoluzione italiana imminente, alla disillusione del 1921, anno in cui egli prende coscienza della deriva autoritaria dell'¿esperimento¿ bolscevico. La tesi è composta da tre capitoli. Il primo capitolo tratta della storia più generale dell'anarchismo, delle idee e dei movimenti che ne hanno caratterizzato lo sviluppo. Il secondo capitolo è dedicato alla biografia di Camillo Berneri e alla sua vita di ¿intellettuale amante dell'azione¿: dalla nascita a Lodi, il 20 maggio 1897, passando dai turbolenti anni dell'esilio e dell'opposizione al fascismo, fino alla sua tragica morte, a Barcellona, durante la Guerra civile spagnola, nella notte fra il 5 e il 6 maggio 1937. Il terzo ed ultimo capitolo si concentra sull'analisi vera e propria dell'atteggiamento di Berneri nei confronti della Rivoluzione russa, inizio del suo percorso di revisione e testimonianza eloquente del suo modo di essere anarchico, soffermandosi sui temi principali emersi dalla sua visione degli eventi, spesso originali e in controtendenza rispetto alla generale vulgata anarchica del periodo. Per la ricostruzione degli eventi storici ho consultato di Sabatucci, G., Vidotto, V., Storia Contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 2012; per la biografia di Camillo Berneri mi sono affidato principalmente al testo di De Maria, C., Camillo Berneri tra anarchismo e liberalismo, Milano, Franco Angeli, 2004 e Santos, F. M., Camillo Berneri, un anarchico italiano (1897-1937), Rivoluzione e controrivoluzione in Europa, 1917-1937, Pistoia, Archivio famiglia Berneri, 1985. Lo studio del suo pensiero è avvenuto invece attraverso la consultazione, la selezione e l'analisi di fonti dirette, indirette ed alcune raccolte di suoi articoli. Malgrado l'intensa attività editoriale e pubblicistica, le contingenze storiche e la morte prematura hanno infatti impedito al filosofo lodigiano di coronare il progetto di scrivere un'opera organica sulla Rivoluzione russa e, più in generale, sulle proprie idee. Se de un lato questo aspetto favorisce una lettura contrastata del suo pensiero e ostacola qualsiasi interpretazione sistematica delle sue riflessioni, dall'altro consente di coglierne la dinamicità e l'assoluta originalità, preservandole dai rischi, che egli stesso temeva, dell'appiattimento e della cristallizzazione.
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