ABSTRACT Introduction: Nowadays, our society is becoming more and more pluricultural; as a matter of fact, there has been a significant increase of newborns in Italy from foreign parents as well as family reunifications involving minors from their original countries. Moreover, the focus on complementary nutrition and breast feeding is growing because it represents a primary step in children’s early life. Consequently, it is necessary to learn behaviours and beliefs concerning complementary nutrition of children of immigrated parents, to grant a better food assistance and to prevent the risk of nutritional deficiencies and/or nutritional disorders. Objective: First of all, the aim of this study is to reconstruct and to understand the weaning methods of a group of foreign women, coming from different locations, in order to customize the dietician’s nutritional directions and to find out the problems of these methods. This thesis aims to demonstrate that an intercultural approach towards nutrition is compulsory when dealing with mothers of foreign origin. Materials and methods: with the help of the Association “Camminare Insieme - Turin”, the “Centro ISI - Turin”, and the dieticians from SIAN – Turin, a nutritional and cultural survey was conducted. 18 interviews were done with mothers of different nationality thus obtaining 18 different stories. During these encounters, a list of standard open questions was followed. Results: the participants of the survey were 18 mothers: 6 Moroccans, 5 Nigerians, 1 Romanian, 1 Peruvian, 2 Egyptians, 2 Senegaleses and 1 Cameroonian. Many mothers did the breast feeding for one year/one year and a half and started weaning when the baby was 6 months old. Most of the children started eating solid food when they were one year old because they were afraid of the risk of chocking. Almost all mothers followed the Italian paediatrician’s advice and they said to prefer the homemade recipes rather than industrial products. Following the paediatrician’s opinion, most of the mothers inserted food in a gradual way to avoid alimentary allergies and they added salt and sugar to meals before their children were 12 months old. Most of the mothers followed a traditional weaning with Italian food as well as ethnical recipes adapted to children’s needs. Conclusion: there is a strong necessity for people working in the healthcare field to acquire a “specific professionality”. While giving instructions for the complementary nutrition to immigrated families, it is of vital importance to proceed with a transcultural approach, thus respecting nutritional directions and cultural principles. Key words: complementary nutrition, weaning, breast feeding, immigration, foreign mothers, paediatrician nutrition, dietician, anthropology, food, culture, relational ability.

ABSTRACT Introduzione: La società di oggi è sempre più una società pluriculturale; infatti, vi è stato un aumento dei nati in Italia da genitori stranieri e ricongiungimenti di minori dal paese di origine. Inoltre, sta crescendo sempre di più l’attenzione verso l’alimentazione complementare e l’allattamento poiché vi è la consapevolezza che una corretta alimentazione deve partire dai primi mesi di vita del bambino. Risulta quindi necessario conoscere comportamenti e credenze riguardo l’alimentazione complementare di figli di genitori immigrati per garantire una migliore assistenza nutrizionale e prevenire il rischio di carenze nutrizionali e/o disturbi alimentari. Obiettivo: L’obiettivo dello studio è innanzitutto la ricostruzione e conoscenza delle pratiche di svezzamento di un gruppo di donne migranti di provenienza eterogenea al fine di personalizzare le indicazioni alimentari del dietista e individuare il nodo problematico di queste pratiche. Questa tesi vuole anche dimostrare la necessità dell’utilizzo di un approccio interculturale all’alimentazione con madri di origine straniera. Materiali e metodi: È stata condotta un’indagine alimentare e culturale presso l’Associazione “Camminare Insieme” e il “Centro ISI” di Torino, in affiancamento alle dietiste del SIAN di Torino. Sono stati effettuati 18 colloqui con madri di diversa nazionalità da cui sono state elaborate 18 trasposizioni narrative. Per esplorare i temi d’indagine, durante gli incontri, è stata seguita una traccia di 16 domande aperte, realizzate ad hoc, rivolte alle madri straniere. Risultati: Sono state coinvolte nell’indagine 6 mamme marocchine, 5 nigeriane, 1 rumena, 1 peruviana, 2 egiziane, 2 senegalesi e 1 camerunese. La maggior parte delle madri ha allattato al seno fino ad un anno/un anno e mezzo e ha iniziato lo svezzamento intorno ai 6 mesi. La maggior parte dei bambini ha iniziato a mangiare alimenti solidi a un anno di età per paura del soffocamento. Quasi tutte le madri hanno seguito i consigli del pediatra italiano e hanno detto di preferire le preparazioni casalinghe ai prodotti industriali. Su indicazione del pediatra, la maggior parte ha inserito gli alimenti in modo graduale per evitare allergie alimentari e ha aggiunto sale e zucchero alle pappe prima dei 12 mesi. La maggioranza ha seguito uno svezzamento tradizionale con alimenti italiani ma alternato a preparazioni etniche adattate alle esigenze del bambino, per mantenere un legame con la cultura di origine. Conclusione: Emerge la necessità di acquisire una “professionalità specifica” da parte dei professionisti sanitari che operano in questo campo: nel fornire indicazioni per l’alimentazione complementare alle famiglie immigrate si deve procedere con un approccio transculturale, nel rispetto delle indicazioni nutrizionali e dei principi culturali. Parole chiave: alimentazione complementare, svezzamento, allattamento, immigrazione, madri straniere, nutrizione pediatrica, dietista, antropologia, cibo, cultura, capacità relazionale.

L’alimentazione complementare: è una questione culturale? Le donne straniere si raccontano!

COSSETTO, ALICE
2022/2023

Abstract

ABSTRACT Introduzione: La società di oggi è sempre più una società pluriculturale; infatti, vi è stato un aumento dei nati in Italia da genitori stranieri e ricongiungimenti di minori dal paese di origine. Inoltre, sta crescendo sempre di più l’attenzione verso l’alimentazione complementare e l’allattamento poiché vi è la consapevolezza che una corretta alimentazione deve partire dai primi mesi di vita del bambino. Risulta quindi necessario conoscere comportamenti e credenze riguardo l’alimentazione complementare di figli di genitori immigrati per garantire una migliore assistenza nutrizionale e prevenire il rischio di carenze nutrizionali e/o disturbi alimentari. Obiettivo: L’obiettivo dello studio è innanzitutto la ricostruzione e conoscenza delle pratiche di svezzamento di un gruppo di donne migranti di provenienza eterogenea al fine di personalizzare le indicazioni alimentari del dietista e individuare il nodo problematico di queste pratiche. Questa tesi vuole anche dimostrare la necessità dell’utilizzo di un approccio interculturale all’alimentazione con madri di origine straniera. Materiali e metodi: È stata condotta un’indagine alimentare e culturale presso l’Associazione “Camminare Insieme” e il “Centro ISI” di Torino, in affiancamento alle dietiste del SIAN di Torino. Sono stati effettuati 18 colloqui con madri di diversa nazionalità da cui sono state elaborate 18 trasposizioni narrative. Per esplorare i temi d’indagine, durante gli incontri, è stata seguita una traccia di 16 domande aperte, realizzate ad hoc, rivolte alle madri straniere. Risultati: Sono state coinvolte nell’indagine 6 mamme marocchine, 5 nigeriane, 1 rumena, 1 peruviana, 2 egiziane, 2 senegalesi e 1 camerunese. La maggior parte delle madri ha allattato al seno fino ad un anno/un anno e mezzo e ha iniziato lo svezzamento intorno ai 6 mesi. La maggior parte dei bambini ha iniziato a mangiare alimenti solidi a un anno di età per paura del soffocamento. Quasi tutte le madri hanno seguito i consigli del pediatra italiano e hanno detto di preferire le preparazioni casalinghe ai prodotti industriali. Su indicazione del pediatra, la maggior parte ha inserito gli alimenti in modo graduale per evitare allergie alimentari e ha aggiunto sale e zucchero alle pappe prima dei 12 mesi. La maggioranza ha seguito uno svezzamento tradizionale con alimenti italiani ma alternato a preparazioni etniche adattate alle esigenze del bambino, per mantenere un legame con la cultura di origine. Conclusione: Emerge la necessità di acquisire una “professionalità specifica” da parte dei professionisti sanitari che operano in questo campo: nel fornire indicazioni per l’alimentazione complementare alle famiglie immigrate si deve procedere con un approccio transculturale, nel rispetto delle indicazioni nutrizionali e dei principi culturali. Parole chiave: alimentazione complementare, svezzamento, allattamento, immigrazione, madri straniere, nutrizione pediatrica, dietista, antropologia, cibo, cultura, capacità relazionale.
Complementary Nutrition: can it be considered as a cultural issue? Foreign women tell their stories!
ABSTRACT Introduction: Nowadays, our society is becoming more and more pluricultural; as a matter of fact, there has been a significant increase of newborns in Italy from foreign parents as well as family reunifications involving minors from their original countries. Moreover, the focus on complementary nutrition and breast feeding is growing because it represents a primary step in children’s early life. Consequently, it is necessary to learn behaviours and beliefs concerning complementary nutrition of children of immigrated parents, to grant a better food assistance and to prevent the risk of nutritional deficiencies and/or nutritional disorders. Objective: First of all, the aim of this study is to reconstruct and to understand the weaning methods of a group of foreign women, coming from different locations, in order to customize the dietician’s nutritional directions and to find out the problems of these methods. This thesis aims to demonstrate that an intercultural approach towards nutrition is compulsory when dealing with mothers of foreign origin. Materials and methods: with the help of the Association “Camminare Insieme - Turin”, the “Centro ISI - Turin”, and the dieticians from SIAN – Turin, a nutritional and cultural survey was conducted. 18 interviews were done with mothers of different nationality thus obtaining 18 different stories. During these encounters, a list of standard open questions was followed. Results: the participants of the survey were 18 mothers: 6 Moroccans, 5 Nigerians, 1 Romanian, 1 Peruvian, 2 Egyptians, 2 Senegaleses and 1 Cameroonian. Many mothers did the breast feeding for one year/one year and a half and started weaning when the baby was 6 months old. Most of the children started eating solid food when they were one year old because they were afraid of the risk of chocking. Almost all mothers followed the Italian paediatrician’s advice and they said to prefer the homemade recipes rather than industrial products. Following the paediatrician’s opinion, most of the mothers inserted food in a gradual way to avoid alimentary allergies and they added salt and sugar to meals before their children were 12 months old. Most of the mothers followed a traditional weaning with Italian food as well as ethnical recipes adapted to children’s needs. Conclusion: there is a strong necessity for people working in the healthcare field to acquire a “specific professionality”. While giving instructions for the complementary nutrition to immigrated families, it is of vital importance to proceed with a transcultural approach, thus respecting nutritional directions and cultural principles. Key words: complementary nutrition, weaning, breast feeding, immigration, foreign mothers, paediatrician nutrition, dietician, anthropology, food, culture, relational ability.
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