Obiettivo iniziale di questo progetto è stato quello di esplorare le caratteristiche di un gruppo di pazienti affetti da DCA relativamente ai tratti psicologici tipici dei suddetti disturbi, alla cura e al controllo dei genitori come percepiti dai pazienti e alle configurazioni familiari in termini di coesione, adattabilità e comunicazione su un piano sia reale che ideale. In un secondo momento, abbiamo esplorato le dimensioni di coesione, adattabilità e comunicazione, in riferimento al modello di Olson (1979), delle coppie genitoriali dei pazienti presi in carico per verificare se esistessero delle concordanze tra le valutazioni della famiglia di genitori e figli. Infine, abbiamo verificato se esistessero differenze significative nelle manifestazioni sintomatologiche dei pazienti in relazione alle differenze nella valutazione della famiglia espressa dai pazienti stessi e dai loro genitori. la valutazione dello spettro della sintomatologia alimentare risulta caratterizzata da elevata insoddisfazione per il proprio corpo, preoccupazione circa l'aumento di peso, insoddisfazione circa la forma del proprio corpo. Dagli studi che mettono in relazione i sintomi DCA con la strutturazione dei legami di attaccamento rileviamo bassi livelli di cura e livelli elevati di controllo e iper-protezione percepiti dai figli rispetto alle figure genitoriali. i risultati del FACES III ci consentono di tracciare un quadro delle famiglie prese in esame in cui i figli percepiscono maggiormente una coesione reale di tipo disimpegnato, ritengono cioè ci sia un basso legame e un elevato livello di autonomia. Nei padri e nelle madri prevale invece una percezione di tipo connesso, ritengono cioè ci sia una moderata dipendenza tra i membri della famiglia, con confini non rigidi e forti coalizioni coniugali, quando in realtà in queste famiglie ci sono aree di conflittualità irrisolta. Questo dato è solo parzialmente in accordo con la letteratura. Anche sul livello di coesione ideale permangono le differenze tra la valutazione genitoriale e quella dei figli, lo spostamento rispetto alla dimensione reale si evidenzia nel passaggio dalla dimensione disimpegnata a quella connessa (per i figli) mentre si rileva un sostanziale accordo padre-madre sulla dimensione dell'invischiamento, parzialmente in contrasto con la letteratura secondo cui le madri sarebbero maggiormente coinvolte nel sistema invischiato. Relativamente all'area dell'adattabilità, si confermano le osservazioni fatte in precedenza circa la discordanza genitori-figli. L'elemento innovativo del nostro lavoro si ritrova nella connessione tra i dati rilevati dal FACES e i punteggi dell'EDI che descrivono al meglio i sintomi manifestati dai pazienti. i dati raccolti, confermano una discrepanza tra la visione di madri, padri e figli: punteggi EDI più elevati (indici di maggiore gravità del sintomo) si rilevano, infatti in famiglie descritte in modo diverso dai diversi membri della famiglia. Si evidenzia, inoltre, una differenziazione tra il livello reale e quello ideale, che nuovamente evidenzia una tendenza ad una visione ¿idealizzata¿ da parte dei figli. Sul versante dei genitori invece, se i padri ipotizzano una stabilità sostanziale nella struttura familiare, le madri effettuano un salto ¿qualitativo¿ in senso peggiorativo.
Legame emotivo, ruoli, confini e capacità di cambiamento in famiglie di soggetti affetti da disturbo dell'alimentazione
POLITO, GIUSEPPINA
2014/2015
Abstract
Obiettivo iniziale di questo progetto è stato quello di esplorare le caratteristiche di un gruppo di pazienti affetti da DCA relativamente ai tratti psicologici tipici dei suddetti disturbi, alla cura e al controllo dei genitori come percepiti dai pazienti e alle configurazioni familiari in termini di coesione, adattabilità e comunicazione su un piano sia reale che ideale. In un secondo momento, abbiamo esplorato le dimensioni di coesione, adattabilità e comunicazione, in riferimento al modello di Olson (1979), delle coppie genitoriali dei pazienti presi in carico per verificare se esistessero delle concordanze tra le valutazioni della famiglia di genitori e figli. Infine, abbiamo verificato se esistessero differenze significative nelle manifestazioni sintomatologiche dei pazienti in relazione alle differenze nella valutazione della famiglia espressa dai pazienti stessi e dai loro genitori. la valutazione dello spettro della sintomatologia alimentare risulta caratterizzata da elevata insoddisfazione per il proprio corpo, preoccupazione circa l'aumento di peso, insoddisfazione circa la forma del proprio corpo. Dagli studi che mettono in relazione i sintomi DCA con la strutturazione dei legami di attaccamento rileviamo bassi livelli di cura e livelli elevati di controllo e iper-protezione percepiti dai figli rispetto alle figure genitoriali. i risultati del FACES III ci consentono di tracciare un quadro delle famiglie prese in esame in cui i figli percepiscono maggiormente una coesione reale di tipo disimpegnato, ritengono cioè ci sia un basso legame e un elevato livello di autonomia. Nei padri e nelle madri prevale invece una percezione di tipo connesso, ritengono cioè ci sia una moderata dipendenza tra i membri della famiglia, con confini non rigidi e forti coalizioni coniugali, quando in realtà in queste famiglie ci sono aree di conflittualità irrisolta. Questo dato è solo parzialmente in accordo con la letteratura. Anche sul livello di coesione ideale permangono le differenze tra la valutazione genitoriale e quella dei figli, lo spostamento rispetto alla dimensione reale si evidenzia nel passaggio dalla dimensione disimpegnata a quella connessa (per i figli) mentre si rileva un sostanziale accordo padre-madre sulla dimensione dell'invischiamento, parzialmente in contrasto con la letteratura secondo cui le madri sarebbero maggiormente coinvolte nel sistema invischiato. Relativamente all'area dell'adattabilità, si confermano le osservazioni fatte in precedenza circa la discordanza genitori-figli. L'elemento innovativo del nostro lavoro si ritrova nella connessione tra i dati rilevati dal FACES e i punteggi dell'EDI che descrivono al meglio i sintomi manifestati dai pazienti. i dati raccolti, confermano una discrepanza tra la visione di madri, padri e figli: punteggi EDI più elevati (indici di maggiore gravità del sintomo) si rilevano, infatti in famiglie descritte in modo diverso dai diversi membri della famiglia. Si evidenzia, inoltre, una differenziazione tra il livello reale e quello ideale, che nuovamente evidenzia una tendenza ad una visione ¿idealizzata¿ da parte dei figli. Sul versante dei genitori invece, se i padri ipotizzano una stabilità sostanziale nella struttura familiare, le madri effettuano un salto ¿qualitativo¿ in senso peggiorativo.File | Dimensione | Formato | |
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