Il colore ha riservato durante i secoli, una serie di variazioni simboliche che si sono riflesse all'interno del tessuto sociale entro cui il esso operava. Fin dagli albori della società, il colore ha manifestato un rapporto profondo e intrinseco con l'uomo che ne fece ben presto il simbolo di alcuni importanti aspetti sociali. Il colore, pur essendo definito come uno degli elementi attraverso il quale l'uomo percepisce la realtà, nasconde dentro di sé un valore molto più profondo: esso assume un ruolo ¿morale¿, sensibile ed etico. L'intuizione cromatica, infatti, non avviene solamente all'interno dell'organo visivo, ma si riflette all'interno della percezione mentale, facendo assumere al colore un valore simbolico. La combinazione tra i valori simbolici e i colori, dipende totalmente da precetti culturali e sociali che si sono evoluti all'interno della società stessa, in base alla linea cronologica e alla denominazione geografica. La ricerca svolta in questo testo, ha lo scopo di creare una visione unitaria dell'evoluzione simbolica e sociale del colore all'interno della cultura europea tra XI e XV secolo. Il periodo cronologico scelto, non ha un valore casuale in quanto proprio durante il basso Medioevo si andarono a delineare le maggiori evoluzioni sociali, simboliche che riguardarono direttamente il colore stesso. L'evoluzione del concetto filosofico ad opera di Roberto Grossatesta, Tommaso d'Acquino e Bonaventura di Bagnoreggio, non solo influenzò le teorie teologiche successive, ma si rifletté anche a livello ¿fisico¿ all'interno dell'ambiente ecclesiastico. Se già l'arte bizantina, aveva mostrato un forte interesse nell'uso del colore all'interno dei propri edifici di culto, con intere pareti rivestite da decorazioni musive dai colori luminosi, con l'arte romanica prima e gotica successivamente si registrò una vera e propria esplosione di colori. Timpani, decorazioni architettoniche e sculture, accolsero su di se il film pittorico cromatico, gli apparati religiosi si fecero sempre più ricchi e attenti al rapporto Luce/colore; gli edifici di culto si arricchirono di nuova luce ¿colorata¿, filtrata da ampie finestre arricchite da decorazioni didascaliche dai ricchi cromatismi. La diffusione cromatica all'interno dell'ambiente laico non fu soltanto legata agli aspetti ¿decorativi¿ del luogo di culto, ma si inserì anche all'interno delle pratiche liturgiche. Proprio durante il periodo del basso Medioevo si andarono ad istituire i colori liturgici, tutt'ora presenti nella cultura religiosa contemporanea. Il valore simbolico del colore ebbe notevoli riflessioni anche all'interno del tessuto sociale laico. Tali evoluzioni comportarono un primo cambio nel valore percettivo del colore, passando da un sistema cromatico ternario ad uno più complesso e ricco. L'evoluzione del sistema cromatico creò una serie di cambiamenti sociali: alcuni colori furono ¿riabilitati¿ rispetto alle epoche precedenti che le avevano visti sminuire e accantonare, altri ancora, divennero segni negativi attribuibili a figure al margine della società stessa. Il passaggio di sensibilità trovò spiegazione in vari aspetti culturali come la pratica tintoria, che subì un miglioramento tecnico vertiginoso. Allo stesso modo, riflessioni della nuova sensibilità cromatica si andarono a delineare all'interno della letteratura della poesia cortese. Con lo sviluppo del codice araldico vi fu la diffusione del colore legato strettamente al simbolismo e al ceto sociale all'inter
ASPETTI SOCIALI E SIMBOLICI DEL COLORE TRA IL XI E IL XV SECOLO
NARI, MARA
2013/2014
Abstract
Il colore ha riservato durante i secoli, una serie di variazioni simboliche che si sono riflesse all'interno del tessuto sociale entro cui il esso operava. Fin dagli albori della società, il colore ha manifestato un rapporto profondo e intrinseco con l'uomo che ne fece ben presto il simbolo di alcuni importanti aspetti sociali. Il colore, pur essendo definito come uno degli elementi attraverso il quale l'uomo percepisce la realtà, nasconde dentro di sé un valore molto più profondo: esso assume un ruolo ¿morale¿, sensibile ed etico. L'intuizione cromatica, infatti, non avviene solamente all'interno dell'organo visivo, ma si riflette all'interno della percezione mentale, facendo assumere al colore un valore simbolico. La combinazione tra i valori simbolici e i colori, dipende totalmente da precetti culturali e sociali che si sono evoluti all'interno della società stessa, in base alla linea cronologica e alla denominazione geografica. La ricerca svolta in questo testo, ha lo scopo di creare una visione unitaria dell'evoluzione simbolica e sociale del colore all'interno della cultura europea tra XI e XV secolo. Il periodo cronologico scelto, non ha un valore casuale in quanto proprio durante il basso Medioevo si andarono a delineare le maggiori evoluzioni sociali, simboliche che riguardarono direttamente il colore stesso. L'evoluzione del concetto filosofico ad opera di Roberto Grossatesta, Tommaso d'Acquino e Bonaventura di Bagnoreggio, non solo influenzò le teorie teologiche successive, ma si rifletté anche a livello ¿fisico¿ all'interno dell'ambiente ecclesiastico. Se già l'arte bizantina, aveva mostrato un forte interesse nell'uso del colore all'interno dei propri edifici di culto, con intere pareti rivestite da decorazioni musive dai colori luminosi, con l'arte romanica prima e gotica successivamente si registrò una vera e propria esplosione di colori. Timpani, decorazioni architettoniche e sculture, accolsero su di se il film pittorico cromatico, gli apparati religiosi si fecero sempre più ricchi e attenti al rapporto Luce/colore; gli edifici di culto si arricchirono di nuova luce ¿colorata¿, filtrata da ampie finestre arricchite da decorazioni didascaliche dai ricchi cromatismi. La diffusione cromatica all'interno dell'ambiente laico non fu soltanto legata agli aspetti ¿decorativi¿ del luogo di culto, ma si inserì anche all'interno delle pratiche liturgiche. Proprio durante il periodo del basso Medioevo si andarono ad istituire i colori liturgici, tutt'ora presenti nella cultura religiosa contemporanea. Il valore simbolico del colore ebbe notevoli riflessioni anche all'interno del tessuto sociale laico. Tali evoluzioni comportarono un primo cambio nel valore percettivo del colore, passando da un sistema cromatico ternario ad uno più complesso e ricco. L'evoluzione del sistema cromatico creò una serie di cambiamenti sociali: alcuni colori furono ¿riabilitati¿ rispetto alle epoche precedenti che le avevano visti sminuire e accantonare, altri ancora, divennero segni negativi attribuibili a figure al margine della società stessa. Il passaggio di sensibilità trovò spiegazione in vari aspetti culturali come la pratica tintoria, che subì un miglioramento tecnico vertiginoso. Allo stesso modo, riflessioni della nuova sensibilità cromatica si andarono a delineare all'interno della letteratura della poesia cortese. Con lo sviluppo del codice araldico vi fu la diffusione del colore legato strettamente al simbolismo e al ceto sociale all'interI documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/61521