Questa tesi ha lo scopo di indagare il potere predittivo dell'Index of Consumer Sentiment (ICS) della University of Michigan. Il punto di partenza dell'indagine è un Working Paper del 2001:''The predictive power of the Index of Consumer Sentiment'', di Philip Howrey, ex direttore del Survey Center della University of Michigan. In tale lavoro l'autore, tra le altre cose, si pone una domanda fondamentale sul potere predittivo dell'ICS: L 'ICS da solo o combinato con altre variabili economiche è un utile predittore della spesa per il consumo privato ? Egli per dare una risposta a questo quesito, analizza le serie storiche dal 1960 al 2000, alle porte della recessione prodotta dallo scoppio della bolla speculativa dot-com. L'obbiettivo di questo lavoro è quindi riformulare l'analisi relativamente al periodo 2000-2013, andando dapprima a verificare quelli che sono i risultati propri di questo periodo e successivamente a confrontarli con i principali risultati ottenuti da Howrey. La motivazione sottostante si può ricercare nel fatto che negli ultimi 13 anni gli Stati Uniti hanno vissuto due importanti periodi di recessione: il primo legato ad uno dei più recenti settori economici, in continua espansione ed evoluzione, quale il settore high tech e il secondo legato ai mutui immobiliari, altro settore, quello immobiliare, di fondamentale importanza nelle economie sviluppate. In particolare, quest'ultimo evento ha segnato in maniera profonda e a tratti indelebile la vita di migliaia di famiglie americane e non, proprio quegli individui che attraverso i loro consumi determinano in maniera cruciale la salute sotto il profilo economico di un Paese. Ai fini dell'analisi si utilizzano due modelli : il VECM e un VAR ''ibrido''. Il risultato finale relativo al campione prescelto mostra come in generale l'ICS non sia un utile predittore per la spesa per il consumo privato.

Il potere predittivo dell'indice di fiducia dei consumatori

TAMAI, RICCARDO
2013/2014

Abstract

Questa tesi ha lo scopo di indagare il potere predittivo dell'Index of Consumer Sentiment (ICS) della University of Michigan. Il punto di partenza dell'indagine è un Working Paper del 2001:''The predictive power of the Index of Consumer Sentiment'', di Philip Howrey, ex direttore del Survey Center della University of Michigan. In tale lavoro l'autore, tra le altre cose, si pone una domanda fondamentale sul potere predittivo dell'ICS: L 'ICS da solo o combinato con altre variabili economiche è un utile predittore della spesa per il consumo privato ? Egli per dare una risposta a questo quesito, analizza le serie storiche dal 1960 al 2000, alle porte della recessione prodotta dallo scoppio della bolla speculativa dot-com. L'obbiettivo di questo lavoro è quindi riformulare l'analisi relativamente al periodo 2000-2013, andando dapprima a verificare quelli che sono i risultati propri di questo periodo e successivamente a confrontarli con i principali risultati ottenuti da Howrey. La motivazione sottostante si può ricercare nel fatto che negli ultimi 13 anni gli Stati Uniti hanno vissuto due importanti periodi di recessione: il primo legato ad uno dei più recenti settori economici, in continua espansione ed evoluzione, quale il settore high tech e il secondo legato ai mutui immobiliari, altro settore, quello immobiliare, di fondamentale importanza nelle economie sviluppate. In particolare, quest'ultimo evento ha segnato in maniera profonda e a tratti indelebile la vita di migliaia di famiglie americane e non, proprio quegli individui che attraverso i loro consumi determinano in maniera cruciale la salute sotto il profilo economico di un Paese. Ai fini dell'analisi si utilizzano due modelli : il VECM e un VAR ''ibrido''. Il risultato finale relativo al campione prescelto mostra come in generale l'ICS non sia un utile predittore per la spesa per il consumo privato.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/61490