The concept of "food security" has considerably changed in the last years. In the past, emerging issues related to food policy focused on the quantity and low cost of food, rather than quality and hygiene, have meant that the European Union should reconsider the food legislative situation. Both the White Paper on food safety published on 2000 and the EC Regulation n. 178/2002 introduced new concepts aimed at establishing two new major principles: trading fair and human health protection. New measures are being taken about food contact materials legislation. The EC Regulation no. 1935/2004 of the European Parliament and of the Council lays down some principles: the traceability and labeling of the material, the manner of use, the limit of migration of a substance or group of substances in contact with the food. In addition, according to the Regulation (EC) n. 2023/2006 of the Commission, are defined good manufacturing practices, to which all manufacturers must follow in order to ensure an adequate quality assurance system and an efficient quality control system. The safety of food contact materials must be evaluated as chemicals can migrate from the materials into food. This is the case of polycarbonate, a material widely used for the production of containers for foods and beverages that, after long treatment at high temperatures (for example sterilization) or alkaline washes in the dishwasher or microwave heating causes the release of bisphenol A, accused to act as endocrine disruptor, acting like endogenous hormones and thus interfering with the production, release, action and metabolism of natural hormones in the body, especially female hormones. The toxicological effects that can induce a long exposure of bisphenol A, especially during the perinatal period, are infertility, obesity, thyroid problems, endometriosis, cancer and aneuploidy. However, the European Food Safety Authority (EFSA), after establishing in 2006 a tolerable daily intake (TDI) of 0.05 mg / kg bw / day, stand up that people don't be worried because the actual human exposure is well below the TDI. The situation is more delicate when the exposure affects the most vulnerable category: infants and children under 3 years. The exposure to BPA in an organism in which the protective enzyme systems are not fully developed could produce adverse effect about the nervous system and cause problems that affect behavior. For this reason, some states (Denmark, France, Italy, Sweden, Belgium, Austria, the USA, Japan and others) have decided to ban and forbid the production of bottles and products for children that contain bisphenol A. In underdeveloped states, however, the poor information and the absence of legislation to regularize the food contact materials, means that trade is being carried out by mothers who are not aware of the problem.
Il concetto di ¿sicurezza alimentare¿ è cambiato notevolmente nel corso degli ultimi anni. In passato, infatti, i problemi emergenti legati ad una politica alimentare incentrata sulla quantità e sul basso costo dei prodotti alimentari, piuttosto che sulla qualità ed sull'igiene, hanno fatto sì che l'Unione europea riesaminasse la situazione legislativa alimentare. Il Libro Bianco del 2000 e il Regolamento CE n. 178/2002 introducono nuovi concetti finalizzati a stabilire due nuovi grandi principi: la lealtà commerciale e la tutela della salute umana. Nuove misure vengono prese anche in merito alla legislazione riguardante i materiali o oggetti destinati al contatto con alimenti (M.O.C.A.). Il Regolamento CE n. 1935/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio stabilisce alcuni principi: la rintracciabilità di filiera, l'etichettatura del materiale, le particolari modalità di impiego, il limite di migrazione di una sostanza o di un gruppo di sostanze a contatto con l'alimento. Inoltre, mediante il Regolamento (CE) n. 2023/2006 della Commissione, vengono definite le buone pratiche di fabbricazione, alle quali devono attenersi i fabbricanti al fine di garantire un adeguato sistema di assicurazione di qualità ed un efficiente sistema di controllo della qualità. Il motivo per cui viene effettuata una valutazione del rischio dei materiali o oggetti a contatto con gli alimenti è che questi, in particolari condizioni, possono cedere i loro componenti nocivi all'alimento che contengono. È il caso del policarbonato, un materiale ampiamente utilizzato per la produzione di contenitori per alimenti e bevande, che a seguito di trattamenti prolungati ad alte temperature (ad esempio sterilizzazioni) o a lavaggi alcalini in lavastoviglie o a riscaldamento in microonde provoca il rilascio di bisfenolo A, una sostanza accusata di agire nel nostro organismo come interferente endocrino (IE), mimando l'azione degli ormoni endogeni e quindi interferendo con la produzione, il rilascio, l'azione e il metabolismo degli ormoni naturali dell'organismo, in particolare gli estrogeni femminili. Gli effetti tossicologici che può indurre un'esposizione prolungata del bisfenolo A, specialmente durante il periodo perinatale, sono infertilità, obesità, problemi alla tiroide, endometriosi, cancro e aneuploidia. Tuttavia, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), dopo aver stabilito nel 2006 una dose giornaliera tollerabile (DGT) pari a 0,05 mg/Kg di peso corporeo/giorno, sostiene che non c'è bisogno di allarmarsi poiché l'esposizione umana reale è ben al di sotto della DGT. Il discorso è più delicato quando si valuta l'esposizione della fascia più vulnerabile: i neonati e i bambini fino ai 3 anni. L'esposizione al BPA in un organismo in cui i sistemi enzimatici protettivi non sono pienamente sviluppati potrebbe compromettere il corretto sviluppo del sistema nervoso e causare problemi che si ripercuotono sul comportamento. Per questo motivo, alcuni paesi (Danimarca, Francia, Italia, Svezia, Belgio, Austria, USA, Giappone e altri) hanno deciso di bandire e vietare la produzione di biberon e di prodotti destinati ai bambini contenenti il bisfenolo A. Nei paesi sottosviluppati, invece, la scarsa informazione e l'assenza di una normativa che regolarizzi i materiali che possono cedere componenti nocivi nell'alimento, fa si che il commercio venga portato avanti dalle mamme che non sono a conoscenza del problema.
Analisi del Rischio relativo all'utilizzo del Bisfenolo A nell'Industria alimentare.
CUSANNO, GIULIA
2013/2014
Abstract
Il concetto di ¿sicurezza alimentare¿ è cambiato notevolmente nel corso degli ultimi anni. In passato, infatti, i problemi emergenti legati ad una politica alimentare incentrata sulla quantità e sul basso costo dei prodotti alimentari, piuttosto che sulla qualità ed sull'igiene, hanno fatto sì che l'Unione europea riesaminasse la situazione legislativa alimentare. Il Libro Bianco del 2000 e il Regolamento CE n. 178/2002 introducono nuovi concetti finalizzati a stabilire due nuovi grandi principi: la lealtà commerciale e la tutela della salute umana. Nuove misure vengono prese anche in merito alla legislazione riguardante i materiali o oggetti destinati al contatto con alimenti (M.O.C.A.). Il Regolamento CE n. 1935/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio stabilisce alcuni principi: la rintracciabilità di filiera, l'etichettatura del materiale, le particolari modalità di impiego, il limite di migrazione di una sostanza o di un gruppo di sostanze a contatto con l'alimento. Inoltre, mediante il Regolamento (CE) n. 2023/2006 della Commissione, vengono definite le buone pratiche di fabbricazione, alle quali devono attenersi i fabbricanti al fine di garantire un adeguato sistema di assicurazione di qualità ed un efficiente sistema di controllo della qualità. Il motivo per cui viene effettuata una valutazione del rischio dei materiali o oggetti a contatto con gli alimenti è che questi, in particolari condizioni, possono cedere i loro componenti nocivi all'alimento che contengono. È il caso del policarbonato, un materiale ampiamente utilizzato per la produzione di contenitori per alimenti e bevande, che a seguito di trattamenti prolungati ad alte temperature (ad esempio sterilizzazioni) o a lavaggi alcalini in lavastoviglie o a riscaldamento in microonde provoca il rilascio di bisfenolo A, una sostanza accusata di agire nel nostro organismo come interferente endocrino (IE), mimando l'azione degli ormoni endogeni e quindi interferendo con la produzione, il rilascio, l'azione e il metabolismo degli ormoni naturali dell'organismo, in particolare gli estrogeni femminili. Gli effetti tossicologici che può indurre un'esposizione prolungata del bisfenolo A, specialmente durante il periodo perinatale, sono infertilità, obesità, problemi alla tiroide, endometriosi, cancro e aneuploidia. Tuttavia, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), dopo aver stabilito nel 2006 una dose giornaliera tollerabile (DGT) pari a 0,05 mg/Kg di peso corporeo/giorno, sostiene che non c'è bisogno di allarmarsi poiché l'esposizione umana reale è ben al di sotto della DGT. Il discorso è più delicato quando si valuta l'esposizione della fascia più vulnerabile: i neonati e i bambini fino ai 3 anni. L'esposizione al BPA in un organismo in cui i sistemi enzimatici protettivi non sono pienamente sviluppati potrebbe compromettere il corretto sviluppo del sistema nervoso e causare problemi che si ripercuotono sul comportamento. Per questo motivo, alcuni paesi (Danimarca, Francia, Italia, Svezia, Belgio, Austria, USA, Giappone e altri) hanno deciso di bandire e vietare la produzione di biberon e di prodotti destinati ai bambini contenenti il bisfenolo A. Nei paesi sottosviluppati, invece, la scarsa informazione e l'assenza di una normativa che regolarizzi i materiali che possono cedere componenti nocivi nell'alimento, fa si che il commercio venga portato avanti dalle mamme che non sono a conoscenza del problema.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
726404_tesicorrettanote2finita.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
316.51 kB
Formato
Adobe PDF
|
316.51 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/61463