Conclusioni La fiaba, viaggiando nei diversi luoghi, nell'illimitata dimensione del tempo, incrociando culture multicromatiche, dove gli esseri umani nei momenti di quiescenza e ozio, mediante la parola, tratteggiavano, fonema per vocabolo, scolpendo e denudando un sapere inconsapevole distillato dalla logica secolare, dai miti e innalzandosi, dettero luce alla composizione universale della letteratura fiabesca (von Franz, 1980). Questo viaggio non si è concluso con la scrittura dei primi poemi epici, neppure con l'ancoraggio trascritto, operato dai primi e successivi raccoglitori di fiabe e miti; si sfilza nella dimestichezza della mente umana attraverso la psicologia e la psicoanalisi che hanno intuito, scoperto, riconosciuto e sistemato un sapere ispirato dal quale e con il quale decifrare la chiave sospesa al di là delle parole. Mediante la psicologia analitica di Jung, la sua teoria dell'inconscio collettivo strutturato con le fondamenta e i pilastri degli archetipi che si dispiegano mediante le immagini archetipiche disseppellite nei sogni, nelle visioni, nel simbolismo mitologico religioso, nei deliri e nelle fiabe, grazie anche al contributo sistematico effettuato dalla sua discepola von Franz, mediante innumerevoli studi e ricerche sulla fiaba, raggiungendo a due scoperte mitiche: quella che espressa dicendo, che la cosa più ¿sana¿ che gli uomini possono fare è quella di seguire i propri sogni (von Franz, 1980) e quella dove svela, riferendosi alla fiaba, descritta come un sistema relativamente chiuso, formato da un solo significato psicologico essenziale, da un solo evento psichico, sempre identico, ossia dallo stesso processo energetico, ciò costituisce un monito, il fatto che i fili percorrono le storie seguendo tutti la stessa direzione, mostra che vi è un ordine fondamentale al quale essi si riferiscono e la von Franz avviene all'idea che nell'intimità della fiaba ci troviamo dinanzi ad un ordine trascendentale, ad un costrutto ultimo simile all'atomo, questo significato intorno al quale tutte le fiabe ruotano, questo fattore sconosciuto, unico, identico contenuto, è ciò che Jung definisce il Sé (von Franz, 1980).
Tra fiaba e mito. L'uomo e la sua psicologia
PREGLIASCO, LILIANA MARIA
2012/2013
Abstract
Conclusioni La fiaba, viaggiando nei diversi luoghi, nell'illimitata dimensione del tempo, incrociando culture multicromatiche, dove gli esseri umani nei momenti di quiescenza e ozio, mediante la parola, tratteggiavano, fonema per vocabolo, scolpendo e denudando un sapere inconsapevole distillato dalla logica secolare, dai miti e innalzandosi, dettero luce alla composizione universale della letteratura fiabesca (von Franz, 1980). Questo viaggio non si è concluso con la scrittura dei primi poemi epici, neppure con l'ancoraggio trascritto, operato dai primi e successivi raccoglitori di fiabe e miti; si sfilza nella dimestichezza della mente umana attraverso la psicologia e la psicoanalisi che hanno intuito, scoperto, riconosciuto e sistemato un sapere ispirato dal quale e con il quale decifrare la chiave sospesa al di là delle parole. Mediante la psicologia analitica di Jung, la sua teoria dell'inconscio collettivo strutturato con le fondamenta e i pilastri degli archetipi che si dispiegano mediante le immagini archetipiche disseppellite nei sogni, nelle visioni, nel simbolismo mitologico religioso, nei deliri e nelle fiabe, grazie anche al contributo sistematico effettuato dalla sua discepola von Franz, mediante innumerevoli studi e ricerche sulla fiaba, raggiungendo a due scoperte mitiche: quella che espressa dicendo, che la cosa più ¿sana¿ che gli uomini possono fare è quella di seguire i propri sogni (von Franz, 1980) e quella dove svela, riferendosi alla fiaba, descritta come un sistema relativamente chiuso, formato da un solo significato psicologico essenziale, da un solo evento psichico, sempre identico, ossia dallo stesso processo energetico, ciò costituisce un monito, il fatto che i fili percorrono le storie seguendo tutti la stessa direzione, mostra che vi è un ordine fondamentale al quale essi si riferiscono e la von Franz avviene all'idea che nell'intimità della fiaba ci troviamo dinanzi ad un ordine trascendentale, ad un costrutto ultimo simile all'atomo, questo significato intorno al quale tutte le fiabe ruotano, questo fattore sconosciuto, unico, identico contenuto, è ciò che Jung definisce il Sé (von Franz, 1980).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/61168