Abstract. Nella prima parte di questa tesi si passano in rassegna i principali approcci teorici sullo studio dell'autoritarismo, a partire da Reich (1933), Fromm (1941) e Adorno (1950) per arrivare a quelle più recenti di Altemeyer (1981, 1988, 1996), Duckitt (2001) e Mirisola e colleghi (in stampa). L'obiettivo della ricerca, descritta nella seconda parte, è quello di chiarire il rapporto esistente tra autoritarismo e depressione. Infatti, la letteratura tradizionale riporta tesi contrastanti a tal proposito. Van Hiel e De Clerq (2009) considerano l'autoritarismo un buon meccanismo di coping per fronteggiare situazioni stressanti. Al contrario, Duriez e colleghi (2012) lo ritengono un fattore di rischio per la salute psicologica. Considerando il ruolo fondamentale della minaccia sociale nella formazione dell'RWA, sono riprese anche le tesi di Duckitt e Sibley (2008) e di Mirisola e colleghi (in stampa). I primi prevedono che in condizioni di minaccia sociale percepita si verifichi un aumento dei livelli di autoritarismo in tutti i soggetti, i secondi, invece, rilevano ciò solamente in chi inizialmente si definiva non autoritario. Sulla luce di queste tesi, sono state proposte due set di ipotesi in contrapposizione tra loro ed è stata svolta una ricerca su un campione italiano (N=105). Lo strumento utilizzato è il DPTE di Redlawsk e Lau (2009) che permette la simulazione di una campagna elettorale e si presenta sotto forma di questionario. Durante la fase pre-sperimentale i partecipanti devono rispondere a domande circa i loro orientamenti verso l'autorità e l'uniformità, il loro livello iniziale di RWA, la loro apertura alle esperienze, il loro livello di controllo, l'orientamento valoriale e il loro orientamento politico. Durante la campagna, al gruppo sperimentale (N=64) viene presentato uno scenario dell'Italia del 2025 estremamente pericoloso, mentre a quello di controllo (N=41) uno rassicurante. Nella fase post-sperimentale i soggetti rispondono ad un'altra serie di domande, che riprendono in parte quelle precedenti, attraverso le quali si cerca di individuare se essi abbiano aumentato il loro livello di depressione o no. Per rilevare tale costrutto si è fatto uso del modello della GHQ-12 di Goldberg e Hiller (1979) e la Ges-d Scale di Radloff (1977). Verranno, infine, discussi i risultati ottenuti, i limiti e i punti di forza di tale ricerca.
Autoritarismo e depressione: uno studio sperimentale
RACCA, SARA
2013/2014
Abstract
Abstract. Nella prima parte di questa tesi si passano in rassegna i principali approcci teorici sullo studio dell'autoritarismo, a partire da Reich (1933), Fromm (1941) e Adorno (1950) per arrivare a quelle più recenti di Altemeyer (1981, 1988, 1996), Duckitt (2001) e Mirisola e colleghi (in stampa). L'obiettivo della ricerca, descritta nella seconda parte, è quello di chiarire il rapporto esistente tra autoritarismo e depressione. Infatti, la letteratura tradizionale riporta tesi contrastanti a tal proposito. Van Hiel e De Clerq (2009) considerano l'autoritarismo un buon meccanismo di coping per fronteggiare situazioni stressanti. Al contrario, Duriez e colleghi (2012) lo ritengono un fattore di rischio per la salute psicologica. Considerando il ruolo fondamentale della minaccia sociale nella formazione dell'RWA, sono riprese anche le tesi di Duckitt e Sibley (2008) e di Mirisola e colleghi (in stampa). I primi prevedono che in condizioni di minaccia sociale percepita si verifichi un aumento dei livelli di autoritarismo in tutti i soggetti, i secondi, invece, rilevano ciò solamente in chi inizialmente si definiva non autoritario. Sulla luce di queste tesi, sono state proposte due set di ipotesi in contrapposizione tra loro ed è stata svolta una ricerca su un campione italiano (N=105). Lo strumento utilizzato è il DPTE di Redlawsk e Lau (2009) che permette la simulazione di una campagna elettorale e si presenta sotto forma di questionario. Durante la fase pre-sperimentale i partecipanti devono rispondere a domande circa i loro orientamenti verso l'autorità e l'uniformità, il loro livello iniziale di RWA, la loro apertura alle esperienze, il loro livello di controllo, l'orientamento valoriale e il loro orientamento politico. Durante la campagna, al gruppo sperimentale (N=64) viene presentato uno scenario dell'Italia del 2025 estremamente pericoloso, mentre a quello di controllo (N=41) uno rassicurante. Nella fase post-sperimentale i soggetti rispondono ad un'altra serie di domande, che riprendono in parte quelle precedenti, attraverso le quali si cerca di individuare se essi abbiano aumentato il loro livello di depressione o no. Per rilevare tale costrutto si è fatto uso del modello della GHQ-12 di Goldberg e Hiller (1979) e la Ges-d Scale di Radloff (1977). Verranno, infine, discussi i risultati ottenuti, i limiti e i punti di forza di tale ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/60980