Nel XXI secolo il problema dell'inserimento nel campo lavorativo di disabili visivi presenta ancora notevoli ostacoli; la promozione di una cultura dell'integrazione delle disabilità è sicuramente, la condizione essenziale per la realizzazione dell'uguaglianza di tutti i soggetti, negli ambiti della vita quotidiana. La collocazione sul posto di lavoro di un disabile non è complesso; occorre però pianificare un percorso d'inserimento e integrazione dedicando attenzione alle sue esigenze, prevedendo momenti di confronto, costruendo un percorso di collaborazione tra più soggetti con diverse competenze, utili per affrontare tutte le problematiche che emergono nel corso dell'analisi, da quelle psicologiche a quelle più pratiche. Attraverso l'esperienza delle Associazioni di categoria operanti sul territorio, nella fattispecie dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus e dell'Associazione Pro retinopatici e Ipovedenti-Onlus, si analizzano i servizi messi a disposizione per superare la maggior parte dei problemi concernenti l'inserimento di disabili visivi nel mondo del lavoro. L'esposizione dei riferimenti normativi delle maggiori categorie di lavoratori disabili visivi, centralinisti, fisioterapisti e insegnanti indica quanto il legislatore ha previsto a sostegno dello Stato Sociale e come la Pubblica amministrazione, nella sua fase di trasformazione, debba necessariamente affrontare e possibilmente risolvere il problema del reclutamento del personale, della formazione e di una migliore distribuzione delle risorse. Il legislatore ha tradotto anche in ambito pubblico la concreta possibilità di avvalersi di forme di lavoro flessibili, dotando la Pubblica amministrazione di una serie di strumenti contrattuali mutuati dalla norma privatistica. Sotto il profilo tecnico - organizzativo la principale fattispecie di lavoro flessibile è il telelavoro, sviluppatosi grazie alla diffusione delle tecnologie informatiche, tanto da divenire oggi prospettiva utile e possibile anche nell'amministrazione pubblica. A un campione di dodici lavoratori disabili visivi operanti o pensionati della Pubblica amministrazione è stato somministrato un questionario. Sulla base dei dati raccolti sono state, quindi, effettuate una serie d'indagini statistiche da cui si evince che le considerazioni dei lavoratori sono lo specchio dei problemi sia pratici sia psicologici sia essi devono affrontare nell'integrazione quotidiana e sono altresì l'espressione del desiderio di migliorare il loro livello di vita. Queste interviste sottolineano gli stereotipi e le discriminazioni che i soggetti normodotati provano nella normale convivenza con i disabili visivi in ambiente lavorativo e tentano di evidenziare quale futuro ci si aspetta dall'avvento delle nuove tecnologie in aiuto e sostegno di tutti i problemi d'inserimento.

I LAVORATORI DISABILI VISIVI ALL'INTERNO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

ALLOGGIO, MARINA
2013/2014

Abstract

Nel XXI secolo il problema dell'inserimento nel campo lavorativo di disabili visivi presenta ancora notevoli ostacoli; la promozione di una cultura dell'integrazione delle disabilità è sicuramente, la condizione essenziale per la realizzazione dell'uguaglianza di tutti i soggetti, negli ambiti della vita quotidiana. La collocazione sul posto di lavoro di un disabile non è complesso; occorre però pianificare un percorso d'inserimento e integrazione dedicando attenzione alle sue esigenze, prevedendo momenti di confronto, costruendo un percorso di collaborazione tra più soggetti con diverse competenze, utili per affrontare tutte le problematiche che emergono nel corso dell'analisi, da quelle psicologiche a quelle più pratiche. Attraverso l'esperienza delle Associazioni di categoria operanti sul territorio, nella fattispecie dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus e dell'Associazione Pro retinopatici e Ipovedenti-Onlus, si analizzano i servizi messi a disposizione per superare la maggior parte dei problemi concernenti l'inserimento di disabili visivi nel mondo del lavoro. L'esposizione dei riferimenti normativi delle maggiori categorie di lavoratori disabili visivi, centralinisti, fisioterapisti e insegnanti indica quanto il legislatore ha previsto a sostegno dello Stato Sociale e come la Pubblica amministrazione, nella sua fase di trasformazione, debba necessariamente affrontare e possibilmente risolvere il problema del reclutamento del personale, della formazione e di una migliore distribuzione delle risorse. Il legislatore ha tradotto anche in ambito pubblico la concreta possibilità di avvalersi di forme di lavoro flessibili, dotando la Pubblica amministrazione di una serie di strumenti contrattuali mutuati dalla norma privatistica. Sotto il profilo tecnico - organizzativo la principale fattispecie di lavoro flessibile è il telelavoro, sviluppatosi grazie alla diffusione delle tecnologie informatiche, tanto da divenire oggi prospettiva utile e possibile anche nell'amministrazione pubblica. A un campione di dodici lavoratori disabili visivi operanti o pensionati della Pubblica amministrazione è stato somministrato un questionario. Sulla base dei dati raccolti sono state, quindi, effettuate una serie d'indagini statistiche da cui si evince che le considerazioni dei lavoratori sono lo specchio dei problemi sia pratici sia psicologici sia essi devono affrontare nell'integrazione quotidiana e sono altresì l'espressione del desiderio di migliorare il loro livello di vita. Queste interviste sottolineano gli stereotipi e le discriminazioni che i soggetti normodotati provano nella normale convivenza con i disabili visivi in ambiente lavorativo e tentano di evidenziare quale futuro ci si aspetta dall'avvento delle nuove tecnologie in aiuto e sostegno di tutti i problemi d'inserimento.
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