The present work is an analysis of the contributions on the phenomenon of therapist's self-disclosure. By connecting to the wider literature on therapeutic communication, will be exposed the history of self-disclosure and how it was influenced by the different theoretical orientations. Using the method of the "five W", the different chapters will touch various constructs connected to self-disclosure: what to disclose, why to disclose, where to disclose (under what circumstances), when to disclose (when it is appropriate in ethical terms) and to whom-to disclose (for which patient could result as therapeutic. Therapist's self-disclosure will be explored in all dimensions that characterize it: the dichotomy between factual and involving disclosures, which emerged from the discussions on the countertransference and ethical issues, to the sharing of information on the web. The focus of the work will be on the constant comparison between different theoretical approaches, linked to the influence of relational turn that has affected the discipline over the past forty years. Large attention will be given to the bond that self-disclosure seems to show with different theoretical constructs: the therapeutic relationship, the working alliance and ¿ruptures and repairing¿ process, the real relationship, empathy. The sharing of information can in fact produce different effects and outcomes, which will be discussed and dissected in the course of the chapters. The hypothesis is that self-disclosure can convey to the patient a picture of a therapist actively involved and participating in therapy, a functional aspect central to several clinical processes. Leaning on neuroscience, self-disclosure will be discussed as an integrative intervention that can influence the mental organization of the patient. Finally, I will examine the contributions of literature, emerged from clinical experiences and experimental designs, which connect directly to self-disclosure in some specific psychopathological features. The hypothesis is that therapist's self-disclosure can be framed as one of the many therapeutic interventions, constituting communicative option that therapists can use to catalyze the therapeutic process. The entire work starts with the assumption that self-disclosure represents a verbal intervention across the various schools of thought and the treatment of various psychopathologies, ranking as a phenomenon that embodies interesting potentials. At the same time, sharing information with patients continues to be one of the most complex construct to examine and systematize, because it seems to be constantly dependent on a complex field of interaction between contextual variables and individual factors, in which is inevitably included the therapist and his personal style of working with patients.
Il presente lavoro rappresenta un'analisi dei contributi sul fenomeno della self-disclosure del terapeuta. Collegandosi alla più ampia letteratura sulla comunicazione terapeutica, verrà esposta la storia della self-disclosure e come sia stata influenzata dalle diverse correnti teoriche. Utilizzando il metodo delle ¿cinque W¿, i diversi capitoli toccheranno varie dimensioni collegate al costrutto: cosa svelare (what to disclose), perché svelarsi (why to disclose), in quali circostanze (where to disclose), quando è adeguato in termini etici (when to disclose) e per quale paziente risulti terapeutico (to whom to disclose). La self-disclosure verrà esplorata in tutte le dimensioni che la caratterizzano: dalla dicotomia fra factual e involving disclosures, emersa dai dibattiti sul controtransfert e sulle questioni etiche, fino alla condivisione di informazioni tramite le piattaforme del web. Il focus del lavoro verterà sul confronto costante fra diversi orientamenti teorici, analizzando in parallelo l'influenza della svolta relazionale che ha interessato la disciplina negli ultimi quarant'anni. Ampio spazio verrà concesso all'esame del legame che la self-disclosure mostra di intrattenere con diversi costrutti teorici centrali: la relazione terapeutica; l'alleanza di lavoro e le riparazioni delle rotture dell'alleanza; la relazione reale; l'empatia. La condivisione di informazioni può infatti produrre diversi effetti ed esiti, che verranno discussi e sviscerati nel corso dei capitoli. L'ipotesi è che la self-disclosure possa veicolare al paziente l'immagine di un terapeuta attivamente coinvolto e partecipe alla terapia, un aspetto funzionale a diversi processi clinici centrali. Appoggiandomi alle neuroscienze, inquadrerò la self-disclosure come un intervento integrativo capace di influire sull'organizzazione mentale del paziente. Infine, cercherò di esaminare i contributi della letteratura, emersi dalla clinica e da disegni sperimentali, che collegano direttamente la self-disclosure a alcune caratteristiche psicopatologiche specifiche. L'ipotesi è che lo svelamento del terapeuta possa essere inquadrato come un intervento mirato, costituendo una delle possibili opzioni comunicative che il terapeuta ha disposizione per incentivare il processo terapeutico. L'intero lavoro parte dal presupposto che la self-disclosure rappresenti un intervento verbale trasversale alle diverse scuole di pensiero e al trattamento delle diverse psicopatologie, classificandosi come un fenomeno che racchiude in sé interessanti potenzialità. Allo stesso tempo, la condivisione di informazioni continua a rappresentare uno degli interventi più complessi da esaminare e sistematizzare, mostrandosi costantemente dipendente da un complesso campo di interazione fra variabili contestuali e fattori individuali, in cui è inevitabilmente compreso il terapeuta e la sua personale modalità di lavorare con i pazienti.
Il terapeuta rivelato: la self-disclosure nella relazione terapeutica
FALOVO, VALERIA
2012/2013
Abstract
Il presente lavoro rappresenta un'analisi dei contributi sul fenomeno della self-disclosure del terapeuta. Collegandosi alla più ampia letteratura sulla comunicazione terapeutica, verrà esposta la storia della self-disclosure e come sia stata influenzata dalle diverse correnti teoriche. Utilizzando il metodo delle ¿cinque W¿, i diversi capitoli toccheranno varie dimensioni collegate al costrutto: cosa svelare (what to disclose), perché svelarsi (why to disclose), in quali circostanze (where to disclose), quando è adeguato in termini etici (when to disclose) e per quale paziente risulti terapeutico (to whom to disclose). La self-disclosure verrà esplorata in tutte le dimensioni che la caratterizzano: dalla dicotomia fra factual e involving disclosures, emersa dai dibattiti sul controtransfert e sulle questioni etiche, fino alla condivisione di informazioni tramite le piattaforme del web. Il focus del lavoro verterà sul confronto costante fra diversi orientamenti teorici, analizzando in parallelo l'influenza della svolta relazionale che ha interessato la disciplina negli ultimi quarant'anni. Ampio spazio verrà concesso all'esame del legame che la self-disclosure mostra di intrattenere con diversi costrutti teorici centrali: la relazione terapeutica; l'alleanza di lavoro e le riparazioni delle rotture dell'alleanza; la relazione reale; l'empatia. La condivisione di informazioni può infatti produrre diversi effetti ed esiti, che verranno discussi e sviscerati nel corso dei capitoli. L'ipotesi è che la self-disclosure possa veicolare al paziente l'immagine di un terapeuta attivamente coinvolto e partecipe alla terapia, un aspetto funzionale a diversi processi clinici centrali. Appoggiandomi alle neuroscienze, inquadrerò la self-disclosure come un intervento integrativo capace di influire sull'organizzazione mentale del paziente. Infine, cercherò di esaminare i contributi della letteratura, emersi dalla clinica e da disegni sperimentali, che collegano direttamente la self-disclosure a alcune caratteristiche psicopatologiche specifiche. L'ipotesi è che lo svelamento del terapeuta possa essere inquadrato come un intervento mirato, costituendo una delle possibili opzioni comunicative che il terapeuta ha disposizione per incentivare il processo terapeutico. L'intero lavoro parte dal presupposto che la self-disclosure rappresenti un intervento verbale trasversale alle diverse scuole di pensiero e al trattamento delle diverse psicopatologie, classificandosi come un fenomeno che racchiude in sé interessanti potenzialità. Allo stesso tempo, la condivisione di informazioni continua a rappresentare uno degli interventi più complessi da esaminare e sistematizzare, mostrandosi costantemente dipendente da un complesso campo di interazione fra variabili contestuali e fattori individuali, in cui è inevitabilmente compreso il terapeuta e la sua personale modalità di lavorare con i pazienti.File | Dimensione | Formato | |
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