Introduzione In questo periodo in cui la contrazione della spesa pubblica sta ponendo serie difficoltà nel garantire l'erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini, la riscoperta del mutualismo, il riconoscimento del ruolo svolto finora dalle realtà del Terzo settore e il potenziamento delle loro competenze all'interno delle politiche di welfare, potrebbero essere un utile punto di partenza per riorganizzare i servizi sanitari secondo il principio della complementarietà, per mantenere gli elevati standard finora raggiunti in campo sanitario e per dare modo agli infermieri di mettere a disposizione la propria professionalità offrendo loro nuove opportunità lavorative. Obiettivo Indagare le opportunità offerte dal Terzo settore in ambito sanitario, evidenziando le situazioni favorevoli e utili all'infermiere per l'esercizio della professione, spostando l'attenzione al di fuori del tradizionale contesto ospedaliero, nell'ottica del potenziamento dei servizi sanitari territoriali e di assistenza alla persona. Materiali e metodi Nel corso di questo lavoro di ricerca qualitativa ho condotto un'intervista semi-strutturata ai funzionari di due enti impegnati nel settore non-profit in ambito socio-sanitario: la Compagnia di San Paolo e la Società di Mutuo Soccorso ¿Cesare Pozzo¿. Risultati Le Società di Mutuo Soccorso sopravvissute ai tentativi di smantellamento a opera del regime fascista e ancora oggi in vita, alcune più prospere di altre, sono riuscite nel loro intento appunto perché hanno saputo mantenere fede ai presupposti originari tenendo fermamente in considerazione i valori fondanti e reinterpretando l'attività di auto-mutuo aiuto in chiave moderna, occupandosi oggi di servizi di integrazione sanitaria, per contribuire a sostenere il welfare state in crisi e oggetto di attuale discussione a livello politico. Trattandosi di soggetti impegnati in attività di utilità sociale e di natura non speculativa, i servizi di integrazione sanitaria che essi offrono ai propri soci costituiscono un'interessante soluzione ai problemi di tenuta del welfare poiché in grado di ampliare, integrandola anziché sostituirla, l'offerta dei servizi sanitari erogati a supporto dei tradizionali pilastri, lo Stato e il Mercato. Hanno natura giuridica privata ma perseguono finalità di pubblica utilità, e pertanto sono estranei alle logiche tipiche del mercato, agendo non solo con l'intento di soddisfare la logica del profitto, seppur legittimo, ma con un'ottica di solidarietà. Conclusioni Attualmente il sistema delle cure è ancora permeato da una logica assistenziale molto radicata alla rete ospedaliera in cui l'ospedale rappresenta per l'infermiere il principale luogo di lavoro. A tal fine si potrebbe sviluppare con il patrocinio dell'Università degli Studi di Torino in collaborazione con i soggetti del Terzo settore interessati, un progetto di incubatore di impresa (su iniziativa del prof. Fava) destinato ai giovani laureati in Infermieristica (e più in generale agli appartenenti al settore delle professioni sanitarie) che abbiano la volontà di tramutare in azione le proprie idee e il proprio talento e siano motivati a diventare imprenditori nel settore socio-assistenziale, dando loro la possibilità di disporre delle risorse e della supervisione necessaria a realizzare il proprio progetto, se ritenuto valido da una commissione esaminatrice, sul modello di quanto realizzato già da molti anni dal Politecnico e dall'Università di Torino per i loro laureati.
L'ATTIVITÀ PROFESSIONALE DELL'INFERMIERE NELL'ECONOMIA SOCIALE PROPEDEUTICA AD UN NUOVO WELFARE
ARMANDO, SILVIO
2012/2013
Abstract
Introduzione In questo periodo in cui la contrazione della spesa pubblica sta ponendo serie difficoltà nel garantire l'erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini, la riscoperta del mutualismo, il riconoscimento del ruolo svolto finora dalle realtà del Terzo settore e il potenziamento delle loro competenze all'interno delle politiche di welfare, potrebbero essere un utile punto di partenza per riorganizzare i servizi sanitari secondo il principio della complementarietà, per mantenere gli elevati standard finora raggiunti in campo sanitario e per dare modo agli infermieri di mettere a disposizione la propria professionalità offrendo loro nuove opportunità lavorative. Obiettivo Indagare le opportunità offerte dal Terzo settore in ambito sanitario, evidenziando le situazioni favorevoli e utili all'infermiere per l'esercizio della professione, spostando l'attenzione al di fuori del tradizionale contesto ospedaliero, nell'ottica del potenziamento dei servizi sanitari territoriali e di assistenza alla persona. Materiali e metodi Nel corso di questo lavoro di ricerca qualitativa ho condotto un'intervista semi-strutturata ai funzionari di due enti impegnati nel settore non-profit in ambito socio-sanitario: la Compagnia di San Paolo e la Società di Mutuo Soccorso ¿Cesare Pozzo¿. Risultati Le Società di Mutuo Soccorso sopravvissute ai tentativi di smantellamento a opera del regime fascista e ancora oggi in vita, alcune più prospere di altre, sono riuscite nel loro intento appunto perché hanno saputo mantenere fede ai presupposti originari tenendo fermamente in considerazione i valori fondanti e reinterpretando l'attività di auto-mutuo aiuto in chiave moderna, occupandosi oggi di servizi di integrazione sanitaria, per contribuire a sostenere il welfare state in crisi e oggetto di attuale discussione a livello politico. Trattandosi di soggetti impegnati in attività di utilità sociale e di natura non speculativa, i servizi di integrazione sanitaria che essi offrono ai propri soci costituiscono un'interessante soluzione ai problemi di tenuta del welfare poiché in grado di ampliare, integrandola anziché sostituirla, l'offerta dei servizi sanitari erogati a supporto dei tradizionali pilastri, lo Stato e il Mercato. Hanno natura giuridica privata ma perseguono finalità di pubblica utilità, e pertanto sono estranei alle logiche tipiche del mercato, agendo non solo con l'intento di soddisfare la logica del profitto, seppur legittimo, ma con un'ottica di solidarietà. Conclusioni Attualmente il sistema delle cure è ancora permeato da una logica assistenziale molto radicata alla rete ospedaliera in cui l'ospedale rappresenta per l'infermiere il principale luogo di lavoro. A tal fine si potrebbe sviluppare con il patrocinio dell'Università degli Studi di Torino in collaborazione con i soggetti del Terzo settore interessati, un progetto di incubatore di impresa (su iniziativa del prof. Fava) destinato ai giovani laureati in Infermieristica (e più in generale agli appartenenti al settore delle professioni sanitarie) che abbiano la volontà di tramutare in azione le proprie idee e il proprio talento e siano motivati a diventare imprenditori nel settore socio-assistenziale, dando loro la possibilità di disporre delle risorse e della supervisione necessaria a realizzare il proprio progetto, se ritenuto valido da una commissione esaminatrice, sul modello di quanto realizzato già da molti anni dal Politecnico e dall'Università di Torino per i loro laureati.File | Dimensione | Formato | |
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