Il presente lavoro vuole incominciare a portare degli elementi di riflessione sulla formazione originaria dell'attuale modello industriale e urbanistico di Torino, che si costituì negli anni a cavallo della metà del XIX secolo. L'inizio della rilevanza storica di questa città si può datare 1563, anno in cui Emanuele Filiberto, il duca di Savoia, trasferì la capitale da Chambery a Torino, facendola diventare centro politico-amministrativo dei territori ducali italiani e francesi da poco unificati. In quegli anni, accanto alle attività politiche, si erano sviluppate in modo graduale diverse attività economiche: artigianato e abbigliamento per fornire servizi agli abitanti e lavorazioni metallurgiche, meccaniche e chimiche per necessità belliche. La proclamazione del Regno d'Italia nel 1861 e la stipulazione della convenzione del 1964 con la Francia posero la cittadinanza torinese di fronte all'impellente necessità di realizzare un modello di crescita nuovo: proprio in quegli anni nacque la vocazione industriale di Torino. La classe dirigente capì che il futuro si sarebbe giocato soprattutto sulle attività economiche manifatturiere, perché in quelle mercantili e commerciali la concorrenza di Milano e Genova sarebbe stata schiacciante. Attraverso una serie coordinata di interventi, diretti sia a conservare gli opifici governativi, sia a favorire lo sviluppo di nuove iniziative private, si venne formando quel modello fondato prevalentemente sui comparti metallurgico, meccanico e tessile. Il frenetico ritmo che l'attività economica assunse successivamente negli anni del decollo non modificò l'impostazione di fondo originatasi negli anni post-unitari, ma diede ad essa dimensioni molto maggiori e varietà molto più ampie.
Torino da capitale politica a centro manifatturiero
PELLEGRINO, ALBERTO
2012/2013
Abstract
Il presente lavoro vuole incominciare a portare degli elementi di riflessione sulla formazione originaria dell'attuale modello industriale e urbanistico di Torino, che si costituì negli anni a cavallo della metà del XIX secolo. L'inizio della rilevanza storica di questa città si può datare 1563, anno in cui Emanuele Filiberto, il duca di Savoia, trasferì la capitale da Chambery a Torino, facendola diventare centro politico-amministrativo dei territori ducali italiani e francesi da poco unificati. In quegli anni, accanto alle attività politiche, si erano sviluppate in modo graduale diverse attività economiche: artigianato e abbigliamento per fornire servizi agli abitanti e lavorazioni metallurgiche, meccaniche e chimiche per necessità belliche. La proclamazione del Regno d'Italia nel 1861 e la stipulazione della convenzione del 1964 con la Francia posero la cittadinanza torinese di fronte all'impellente necessità di realizzare un modello di crescita nuovo: proprio in quegli anni nacque la vocazione industriale di Torino. La classe dirigente capì che il futuro si sarebbe giocato soprattutto sulle attività economiche manifatturiere, perché in quelle mercantili e commerciali la concorrenza di Milano e Genova sarebbe stata schiacciante. Attraverso una serie coordinata di interventi, diretti sia a conservare gli opifici governativi, sia a favorire lo sviluppo di nuove iniziative private, si venne formando quel modello fondato prevalentemente sui comparti metallurgico, meccanico e tessile. Il frenetico ritmo che l'attività economica assunse successivamente negli anni del decollo non modificò l'impostazione di fondo originatasi negli anni post-unitari, ma diede ad essa dimensioni molto maggiori e varietà molto più ampie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/60721