A volte il tempo libero diviene un rincorrersi ed un susseguirsi di attività programmate e, così facendo, si perde il vero senso ed il vero scopo di questa porzione di tempo. Rispetto al passato vi sono per i giovani molte più occasioni svago: dallo sport alla pratica musicale alle espressioni artistiche e così via. Tutte attività che contribuiscono alla formazione dell'identità e della personalità dell'individuo e che rappresentano importanti opportunità di crescita, di formazione e di sviluppo, ma che rischiano, talvolta, di trasformarsi in impegni troppo gravosi per poter essere portati avanti al meglio in età così giovane. Molte volte, infatti, il pomeriggio dei bambini, oltre ad essere in parte occupato dallo svolgimento dei compiti, viene colmato di impegni: spesso non viene lasciato spazio al vero tempo libero, in cui il bambino possa giocare liberamente o in cui, comunque, non sia impegnato in un'attività strutturata e legata ad orari e prestazioni da realizzare. In molti casi le attività che i genitori suggeriscono o a cui iscrivono i figli rispecchiano i propri desideri ed interessi, cercando, in questo modo, di permettere ai figli di raggiungere quei traguardi ai quali loro non hanno avuto l'opportunità o non sono riusciti ad arrivare. Questo, a livello scolastico e sportivo, si manifesta attraverso un marcato spirito competitivo: spesso, infatti, i genitori tendono a pretendere i risultati migliori dai propri figli in ogni ambito, sia scolastico che extrascolastico. È ovviamente giusto che i genitori si aspettino e richiedano impegno e buoni risultati ai bambini, ma nel momento in cui tale richiesta diviene eccessiva ed esasperata ed il genitore perde di vista il percorso di sviluppo del bambino, non valorizza i progressi fatti e si focalizza in modo evidente sul risultato, l'atteggiamento del genitore non è più educativo, né volto a favorire la sana crescita personale del bambino. L'accompagnamento del figlio diviene, infatti, molto legato all'apparire. La tendenza a riflettere sui figli i propri desideri non realizzati non riguarda soltanto ambiti come la scuola e lo sport, che impegnano maggiormente le giornate del bambino, ma anche altre situazioni che per loro natura non sono legate alla competitività, come le attività e le manifestazioni organizzate dall'oratorio e dalla parrocchia. Anche al loro interno, infatti, si possono osservare atteggiamenti e comportamenti competitivi non solo tra bambini, ma anche tra i genitori: molti di essi sembrano mettere in primo piano l'emergere, il potersi vantare dei risultati dei propri figli e sembrano invece dare minore importanza al fatto che queste esperienze possano essere per i piccoli un puro e semplice divertimento, un'occasione per stare insieme ad altri bambini, per socializzare e per crescere in un clima sereno di rispetto e amicizia. Nel presente lavoro si illustra lo studio condotto all'interno di due realtà del territorio racconigese. Si tratta in primo luogo dell'A.S.D. RACCONIGI '86, una società di calcio che non si occupa solo del percorso tecnico dei propri ragazzi, ma che opera anche al fine di creare e dar vita ad esperienze, in ambito sportivo e non, educativamente significative ed efficaci per i bambini ed i giovani. In secondo contesto di ricerca riguarda la manifestazione canora di carattere non competitivo chiamata BIMBOMAGGIO (ovvero ¿omaggio al bimbo¿), organizzata dai volontari dell'oratorio e rivolta a bambini e ragazzi.

Competitività dei genitori e dei bambini nella pratica sportiva e musicale: un'indagine

BERTAINA, MONICA
2012/2013

Abstract

A volte il tempo libero diviene un rincorrersi ed un susseguirsi di attività programmate e, così facendo, si perde il vero senso ed il vero scopo di questa porzione di tempo. Rispetto al passato vi sono per i giovani molte più occasioni svago: dallo sport alla pratica musicale alle espressioni artistiche e così via. Tutte attività che contribuiscono alla formazione dell'identità e della personalità dell'individuo e che rappresentano importanti opportunità di crescita, di formazione e di sviluppo, ma che rischiano, talvolta, di trasformarsi in impegni troppo gravosi per poter essere portati avanti al meglio in età così giovane. Molte volte, infatti, il pomeriggio dei bambini, oltre ad essere in parte occupato dallo svolgimento dei compiti, viene colmato di impegni: spesso non viene lasciato spazio al vero tempo libero, in cui il bambino possa giocare liberamente o in cui, comunque, non sia impegnato in un'attività strutturata e legata ad orari e prestazioni da realizzare. In molti casi le attività che i genitori suggeriscono o a cui iscrivono i figli rispecchiano i propri desideri ed interessi, cercando, in questo modo, di permettere ai figli di raggiungere quei traguardi ai quali loro non hanno avuto l'opportunità o non sono riusciti ad arrivare. Questo, a livello scolastico e sportivo, si manifesta attraverso un marcato spirito competitivo: spesso, infatti, i genitori tendono a pretendere i risultati migliori dai propri figli in ogni ambito, sia scolastico che extrascolastico. È ovviamente giusto che i genitori si aspettino e richiedano impegno e buoni risultati ai bambini, ma nel momento in cui tale richiesta diviene eccessiva ed esasperata ed il genitore perde di vista il percorso di sviluppo del bambino, non valorizza i progressi fatti e si focalizza in modo evidente sul risultato, l'atteggiamento del genitore non è più educativo, né volto a favorire la sana crescita personale del bambino. L'accompagnamento del figlio diviene, infatti, molto legato all'apparire. La tendenza a riflettere sui figli i propri desideri non realizzati non riguarda soltanto ambiti come la scuola e lo sport, che impegnano maggiormente le giornate del bambino, ma anche altre situazioni che per loro natura non sono legate alla competitività, come le attività e le manifestazioni organizzate dall'oratorio e dalla parrocchia. Anche al loro interno, infatti, si possono osservare atteggiamenti e comportamenti competitivi non solo tra bambini, ma anche tra i genitori: molti di essi sembrano mettere in primo piano l'emergere, il potersi vantare dei risultati dei propri figli e sembrano invece dare minore importanza al fatto che queste esperienze possano essere per i piccoli un puro e semplice divertimento, un'occasione per stare insieme ad altri bambini, per socializzare e per crescere in un clima sereno di rispetto e amicizia. Nel presente lavoro si illustra lo studio condotto all'interno di due realtà del territorio racconigese. Si tratta in primo luogo dell'A.S.D. RACCONIGI '86, una società di calcio che non si occupa solo del percorso tecnico dei propri ragazzi, ma che opera anche al fine di creare e dar vita ad esperienze, in ambito sportivo e non, educativamente significative ed efficaci per i bambini ed i giovani. In secondo contesto di ricerca riguarda la manifestazione canora di carattere non competitivo chiamata BIMBOMAGGIO (ovvero ¿omaggio al bimbo¿), organizzata dai volontari dell'oratorio e rivolta a bambini e ragazzi.
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