The diagnosis of tumor or cancer is an unbalancing event in every age group, but the situation becomes more complicated in childhood or adolescence. The phase of adolescence, called "no man's land", is characterized by significant social, physical and psychological changes in which identity and relationships with peers are under construction, and the family plays a fundamental role. The incidence of tumors in adolescence is lower than in other age groups, but has particularities that require specific and multidisciplinary approaches. It includes both tumors typical of pediatric age and some of adulthood but with different biological characteristics. One of the crucial factors in the progress of the disease and in its treatment is early diagnosis, which in pediatric age is often slow in arriving due to underestimation of the symptoms. The medical staff involves various professional figures and diagnostic techniques become increasingly sophisticated and precise to formulate a complete picture. The techniques used range from the most classic, such as computed tomography and magnetic resonance imaging, to the most recent, such as histological and biomolecular studies. All supported with the accurate clinical evaluation of the manifestations by professional doctors, such as oncologists, hematologists, specialized nurses, psychologists. The disease is treated but also the emotional, psychological, personal, relational and sexual aspects that are inevitably involved, which concern the adolescent but also his family. They are monitored during all phases of the disease, during but also after the oncological experience. In recent decades, cancer and tumors represent one of the most complex challenges of our times, therefore attention has increased considerably, with the creation of dedicated programs and the increase in the percentage of adolescents treated in AIEOP centers (Italian Association of Pediatric Hematology Oncology ). It has increased from 10% (1989-2006) to 37% (2013-2017), with continuous improvement in the facilities and treatments available improving the prognosis. Experiences related to chemotherapy and radiotherapy treatments, above all, involve physical and psychological side effects that greatly increase the discomfort. The different behavioral methods towards stressful events, characteristic of each individual, are defined as coping styles that allow the patient to deal with the crisis triggered by the diagnosis. Clinical psychology and psycho-oncology offer valid tools to deal with emotional difficulties but also to improve the quality of life during and after treatment. The most used model is the biopsychosocial one which places the sick patient at the center of everything, and among the strategies, some are cognitive-behavioural therapy, psychological support and stress management techniques. Much has been done but much still needs to be done to improve prognosis and treatment but above all early diagnos
La diagnosi di tumore o di cancro è un evento disequilibrante in ogni fascia d’età, ma la situazione si complica in età infantile o in adolescenza. La fase dell’adolescenza, chiamata “terra di nessuno” è caratterizzata da significativi cambiamenti sociali, fisici e psicologici in cui l’identità e i rapporti con i pari sono in costruzione, e la famiglia ricopre un ruolo fondamentale. L’incidenza dei tumori in adolescenza è più bassa rispetto ad altre fasce d’età, ma presenta delle particolarità che richiedono approcci specifici e multidisciplinari. Essa include sia tumori tipici dell’età pediatrica sia alcuni dell’età adulta ma con caratteristiche biologiche diverse. Uno dei fattori cruciali nell’andamento della malattia e nel trattamento è la diagnosi precoce, che in età pediatrica spesso tarda ad arrivare a causa della sottovalutazione dei sintomi. Lo staff medico coinvolge diverse figure professionali e le tecniche diagnostiche diventano sempre più sofisticate e precise per formulare un quadro completo. Le tecniche utilizzate vanno dalle più classiche, quali la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, alle più recenti, quali gli studi istologici e biomolecolari. Il tutto coadiuvato con l’accurata valutazione clinica delle manifestazioni da parte dei medici professionisti, quali oncologi, ematologi, infermieri specializzati, psicologi. Si cura la malattia ma anche gli aspetti emotivi, psicologici, personali, relazionali e sessuali che vengono inevitabilmente coinvolti, che riguardano l’adolescente ma anche la sua famiglia. Vengono monitorati durante tutte le fasi della malattia, durante ma anche dopo l’esperienza oncologica. Negli ultimi decenni, il cancro e i tumori rappresentano una delle sfide più complesse dei nostri tempi, dunque l’attenzione è aumentata notevolmente, con la creazione di programmi dedicati e l’aumento della percentuale degli adolescenti trattati nei centri AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica). È passata dal 10% (1989-2006) al 37% (2013.2017), con un continuo miglioramento delle strutture e delle cure disponibili che migliorano la prognosi. Le esperienze legate ai trattamenti di chemioterapia e radioterapia, soprattutto, comportano effetti collaterali fisici e psicologici che ampliano molto il disagio. Le differenti modalità comportamentali nei confronti di eventi stressanti, caratteristiche di ciascun individuo, sono definite stili di coping che permettono al paziente di affrontare la crisi scatenata dalla diagnosi. La psicologia clinica e la psiconcologia offrono dei validi strumenti per fronteggiare le difficoltà emotive ma anche a migliorare la qualità della vita durante e dopo il trattamento. Il modello maggiormente utilizzato è quello biopsicosociale che pone il paziente malato al centro di tutto, e fra le strategie, alcune sono la terapia cognitivo- comportamentale, il supporto psicologico e le tecniche di gestione dello stress. Molto è stato fatto ma molto ancora c’è da fare per migliorare la prognosi e il trattamento ma soprattutto la diagnosi precoce.
ONCOLOGIA PEDIATRICA: dalla clinica al contesto emozionale
BENEVENTI, LUCIANA
2023/2024
Abstract
La diagnosi di tumore o di cancro è un evento disequilibrante in ogni fascia d’età, ma la situazione si complica in età infantile o in adolescenza. La fase dell’adolescenza, chiamata “terra di nessuno” è caratterizzata da significativi cambiamenti sociali, fisici e psicologici in cui l’identità e i rapporti con i pari sono in costruzione, e la famiglia ricopre un ruolo fondamentale. L’incidenza dei tumori in adolescenza è più bassa rispetto ad altre fasce d’età, ma presenta delle particolarità che richiedono approcci specifici e multidisciplinari. Essa include sia tumori tipici dell’età pediatrica sia alcuni dell’età adulta ma con caratteristiche biologiche diverse. Uno dei fattori cruciali nell’andamento della malattia e nel trattamento è la diagnosi precoce, che in età pediatrica spesso tarda ad arrivare a causa della sottovalutazione dei sintomi. Lo staff medico coinvolge diverse figure professionali e le tecniche diagnostiche diventano sempre più sofisticate e precise per formulare un quadro completo. Le tecniche utilizzate vanno dalle più classiche, quali la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, alle più recenti, quali gli studi istologici e biomolecolari. Il tutto coadiuvato con l’accurata valutazione clinica delle manifestazioni da parte dei medici professionisti, quali oncologi, ematologi, infermieri specializzati, psicologi. Si cura la malattia ma anche gli aspetti emotivi, psicologici, personali, relazionali e sessuali che vengono inevitabilmente coinvolti, che riguardano l’adolescente ma anche la sua famiglia. Vengono monitorati durante tutte le fasi della malattia, durante ma anche dopo l’esperienza oncologica. Negli ultimi decenni, il cancro e i tumori rappresentano una delle sfide più complesse dei nostri tempi, dunque l’attenzione è aumentata notevolmente, con la creazione di programmi dedicati e l’aumento della percentuale degli adolescenti trattati nei centri AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica). È passata dal 10% (1989-2006) al 37% (2013.2017), con un continuo miglioramento delle strutture e delle cure disponibili che migliorano la prognosi. Le esperienze legate ai trattamenti di chemioterapia e radioterapia, soprattutto, comportano effetti collaterali fisici e psicologici che ampliano molto il disagio. Le differenti modalità comportamentali nei confronti di eventi stressanti, caratteristiche di ciascun individuo, sono definite stili di coping che permettono al paziente di affrontare la crisi scatenata dalla diagnosi. La psicologia clinica e la psiconcologia offrono dei validi strumenti per fronteggiare le difficoltà emotive ma anche a migliorare la qualità della vita durante e dopo il trattamento. Il modello maggiormente utilizzato è quello biopsicosociale che pone il paziente malato al centro di tutto, e fra le strategie, alcune sono la terapia cognitivo- comportamentale, il supporto psicologico e le tecniche di gestione dello stress. Molto è stato fatto ma molto ancora c’è da fare per migliorare la prognosi e il trattamento ma soprattutto la diagnosi precoce.File | Dimensione | Formato | |
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