Nel 1956 Erving Goffman sostiene che i rapporti interpersonali possano essere letti essenzialmente in chiave 'drammaturgica'; la vita quotidiana è una costante 'rappresentazione', in cui gli attori 'mettono in scena' personaggi attraverso i quali negoziano e quindi costruiscono una comune situazione narrativa. La costruzione sociale della realtà è anche e soprattutto una costruzione (e ri-costruzione/ri-definizione) d'immagini, sociali e spaziali che sono il condensato d'identità, il simbolo di luoghi e il medium principale della comunicazione stessa. Con questo lavoro ho cercato di indagare come, dal punto di vista teorico, la vita sociale sia traducibile in una rappresentazione teatrale adottando gli strumenti forniti dalla sociologia goffmaniana, e dall'altro in modo pratico, quanto questo approccio possa favorire le relazioni interpersonali accennando al metodo drammaturgico nella relazione di counselling. Quanto esposto non intende esplorare la costruzione del Sé sociale dalle sue origini ad oggi, ma piuttosto appoggiare un consenso che sta emergendo tra gli studiosi che concorderebbe sull'idea che il Sé sia, in realtà, costruito attraverso le interazioni con il mondo e non piuttosto qualcosa d'immutabile. La prima parte della mia trattazione risponderà ad alcuni interrogativi fornendo un quadro introduttivo riconducibile alla prima fase intellettuale e accademica dell'autore. Le peculiarità del suo pensiero e le modalità d'espressione saranno analizzate al fine di trasferire al lettore le basi concettuali, la 'cassetta degli attrezzi' del Goffman 'scultore' che plasma la sua interpretazione dei fatti quotidiani, applicando un metodo criticato ma efficace. La seconda parte si concentrerà sull'oggetto sacro dei rituali della vita quotidiana: l'individuo e il Sé sociale. Come avviene nel mondo delle costruzioni degli edifici, la struttura del self, è approfondita compiendo prima un'analisi del terreno che sosterrà il peso della struttura portante e poi un discorso sulla struttura stessa. Nelle conclusioni della trattazione la pratica del counselling, con il suo metodo drammaturgico, diventa un palcoscenico di vita ove l'individuo può mostrare il proprio Sé utile e finalizzato a svolgere un compito, organizzando le sue competenze affinché possa risolvere problemi di natura non patologica. Il self molteplice e situazionale di Goffman si 'forma' e trasforma in un Self specializzato il cui effetto pratico è orientato al cambiamento e al miglioramento delle condizioni di vita individuali. Il collegamento tra tradizione teorica goffmaniana e metodo drammaturgico applicato è stato uno dei principali motivi da cui è scaturito questo lavoro, da non confondere con la dimostrazione della plausibilità del metodo che potrebbe essere ulteriore argomento di trattazione.

La costruzione del sè sociale in Erving Goffman

MANGIONE, ANTONIO MARCO
2011/2012

Abstract

Nel 1956 Erving Goffman sostiene che i rapporti interpersonali possano essere letti essenzialmente in chiave 'drammaturgica'; la vita quotidiana è una costante 'rappresentazione', in cui gli attori 'mettono in scena' personaggi attraverso i quali negoziano e quindi costruiscono una comune situazione narrativa. La costruzione sociale della realtà è anche e soprattutto una costruzione (e ri-costruzione/ri-definizione) d'immagini, sociali e spaziali che sono il condensato d'identità, il simbolo di luoghi e il medium principale della comunicazione stessa. Con questo lavoro ho cercato di indagare come, dal punto di vista teorico, la vita sociale sia traducibile in una rappresentazione teatrale adottando gli strumenti forniti dalla sociologia goffmaniana, e dall'altro in modo pratico, quanto questo approccio possa favorire le relazioni interpersonali accennando al metodo drammaturgico nella relazione di counselling. Quanto esposto non intende esplorare la costruzione del Sé sociale dalle sue origini ad oggi, ma piuttosto appoggiare un consenso che sta emergendo tra gli studiosi che concorderebbe sull'idea che il Sé sia, in realtà, costruito attraverso le interazioni con il mondo e non piuttosto qualcosa d'immutabile. La prima parte della mia trattazione risponderà ad alcuni interrogativi fornendo un quadro introduttivo riconducibile alla prima fase intellettuale e accademica dell'autore. Le peculiarità del suo pensiero e le modalità d'espressione saranno analizzate al fine di trasferire al lettore le basi concettuali, la 'cassetta degli attrezzi' del Goffman 'scultore' che plasma la sua interpretazione dei fatti quotidiani, applicando un metodo criticato ma efficace. La seconda parte si concentrerà sull'oggetto sacro dei rituali della vita quotidiana: l'individuo e il Sé sociale. Come avviene nel mondo delle costruzioni degli edifici, la struttura del self, è approfondita compiendo prima un'analisi del terreno che sosterrà il peso della struttura portante e poi un discorso sulla struttura stessa. Nelle conclusioni della trattazione la pratica del counselling, con il suo metodo drammaturgico, diventa un palcoscenico di vita ove l'individuo può mostrare il proprio Sé utile e finalizzato a svolgere un compito, organizzando le sue competenze affinché possa risolvere problemi di natura non patologica. Il self molteplice e situazionale di Goffman si 'forma' e trasforma in un Self specializzato il cui effetto pratico è orientato al cambiamento e al miglioramento delle condizioni di vita individuali. Il collegamento tra tradizione teorica goffmaniana e metodo drammaturgico applicato è stato uno dei principali motivi da cui è scaturito questo lavoro, da non confondere con la dimostrazione della plausibilità del metodo che potrebbe essere ulteriore argomento di trattazione.
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