Il problema del cambiamento climatico è diventato una questione conosciuta non solo dalle autorità competenti in materia e dalle istituzioni interessate, ma anche dalla gente comune, attraverso il bombardamento mediatico e la propaganda delle molteplici associazioni ambientaliste. Inizialmente sottovalutato, il problema del cambiamento climatico è diventato ormai primario nelle agende degli Stati mondiali a causa dei potenziali effetti distruttivi sul nostro pianeta, sulla nostra specie e sul tipo di società da noi conosciuta e costruita. Lo scetticismo di alcuni pseudo-scienziati, le scarse alternative in alcuni settori, i forti interessi in gioco, la spinta consumistica dell'economia capitalistica e le dissonanti percezioni/soluzioni del problema dovute alle differenti situazioni economiche e sociali, ostacolano, però, una reale e seria linea di intervento, rischiando di compromettere non solo gli sforzi fatti finora, ma la qualità della vita delle generazioni future. Se da un lato abbiamo, seppur per poco, ancora il tempo per intervenire e modificare questi scenari negativi del futuro prossimo, dall'altro ci giungono giornalmente allarmanti segnali di cambiamenti già tuttora in atto, sotto forma di catastrofi naturali di dimensioni sempre più grandi e disastrose, che dovrebbero portare ad una drastica inversione di tendenza e a decisioni immediate per non compromettere non solo il futuro, ma anche il presente della nostra vita quotidiana. L'attuale crisi economica globale ha sicuramente influito negativamente, rallentando i potenziali accordi per una risoluzione concreta del problema, ma se le istituzioni preposte e i governi sovra e infra nazionali non agiranno celermente e con sagacia, si rischia di superare quella immaginaria linea di non ritorno, tracciata dagli scienziati, che potrebbe completamente sconvolgere gli equilibri del mondo finora conosciuto. Con questa tesi abbiamo voluto, nella prima parte, riassumere storicamente l'evoluzione delle conoscenze sul tema, descrivendo le principali azioni intraprese per arginare il fenomeno, i vari attori/istituzioni coinvolti e la situazione dopo l'ultima Conferenza delle Parti (COP-18) tenutasi a Doha, in Qatar, nel dicembre 2012. Abbiamo, poi, sviscerato alcuni degli aspetti scientifici più preoccupanti e problematici, attenendoci alle ultime scoperte nel campo forniteci dall'ultimo rapporto IPCC e alle evidenze del cambiamento climatico già in corso. Siamo, poi, passati a setacciare le eventuali potenzialità da sfruttare per compensarne, almeno parzialmente, gli effetti negativi e sviluppare attività che fungano da ¿new green economy¿, in campo lavorativo/economico ma anche educativo. In particolare abbiamo analizzato i possibili impatti del cambiamento climatico sul turismo, puntualizzando i cambiamenti apportati dal global warming alle varie macro aree mondiali e ricercando i punti da potenziare, sviluppare ed incentivare. Scendendo nello specifico abbiamo approfondito la stretta correlazione fra i Parchi naturali in alta quota ed il clima, osservando come l'aumento delle temperature, l'innalzamento della quota neve e l'allungarsi delle stagioni, possano tramutarsi in un'occasione per aumentare/migliorare l'offerta turistica nella zona, nonché l'educazione ambientale, soprattutto di bambini e adolescenti, attraverso percorsi mirati e informazioni scientifiche veritiere sui foschi scenari futuri se non modificheremo in fretta il nostro scriteriato modo di vivere.

Cambiamento climatico e turismo: pericoli e nuove opportunità

BRUNO MATTIET, LUCA
2011/2012

Abstract

Il problema del cambiamento climatico è diventato una questione conosciuta non solo dalle autorità competenti in materia e dalle istituzioni interessate, ma anche dalla gente comune, attraverso il bombardamento mediatico e la propaganda delle molteplici associazioni ambientaliste. Inizialmente sottovalutato, il problema del cambiamento climatico è diventato ormai primario nelle agende degli Stati mondiali a causa dei potenziali effetti distruttivi sul nostro pianeta, sulla nostra specie e sul tipo di società da noi conosciuta e costruita. Lo scetticismo di alcuni pseudo-scienziati, le scarse alternative in alcuni settori, i forti interessi in gioco, la spinta consumistica dell'economia capitalistica e le dissonanti percezioni/soluzioni del problema dovute alle differenti situazioni economiche e sociali, ostacolano, però, una reale e seria linea di intervento, rischiando di compromettere non solo gli sforzi fatti finora, ma la qualità della vita delle generazioni future. Se da un lato abbiamo, seppur per poco, ancora il tempo per intervenire e modificare questi scenari negativi del futuro prossimo, dall'altro ci giungono giornalmente allarmanti segnali di cambiamenti già tuttora in atto, sotto forma di catastrofi naturali di dimensioni sempre più grandi e disastrose, che dovrebbero portare ad una drastica inversione di tendenza e a decisioni immediate per non compromettere non solo il futuro, ma anche il presente della nostra vita quotidiana. L'attuale crisi economica globale ha sicuramente influito negativamente, rallentando i potenziali accordi per una risoluzione concreta del problema, ma se le istituzioni preposte e i governi sovra e infra nazionali non agiranno celermente e con sagacia, si rischia di superare quella immaginaria linea di non ritorno, tracciata dagli scienziati, che potrebbe completamente sconvolgere gli equilibri del mondo finora conosciuto. Con questa tesi abbiamo voluto, nella prima parte, riassumere storicamente l'evoluzione delle conoscenze sul tema, descrivendo le principali azioni intraprese per arginare il fenomeno, i vari attori/istituzioni coinvolti e la situazione dopo l'ultima Conferenza delle Parti (COP-18) tenutasi a Doha, in Qatar, nel dicembre 2012. Abbiamo, poi, sviscerato alcuni degli aspetti scientifici più preoccupanti e problematici, attenendoci alle ultime scoperte nel campo forniteci dall'ultimo rapporto IPCC e alle evidenze del cambiamento climatico già in corso. Siamo, poi, passati a setacciare le eventuali potenzialità da sfruttare per compensarne, almeno parzialmente, gli effetti negativi e sviluppare attività che fungano da ¿new green economy¿, in campo lavorativo/economico ma anche educativo. In particolare abbiamo analizzato i possibili impatti del cambiamento climatico sul turismo, puntualizzando i cambiamenti apportati dal global warming alle varie macro aree mondiali e ricercando i punti da potenziare, sviluppare ed incentivare. Scendendo nello specifico abbiamo approfondito la stretta correlazione fra i Parchi naturali in alta quota ed il clima, osservando come l'aumento delle temperature, l'innalzamento della quota neve e l'allungarsi delle stagioni, possano tramutarsi in un'occasione per aumentare/migliorare l'offerta turistica nella zona, nonché l'educazione ambientale, soprattutto di bambini e adolescenti, attraverso percorsi mirati e informazioni scientifiche veritiere sui foschi scenari futuri se non modificheremo in fretta il nostro scriteriato modo di vivere.
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