Di fronte agli squilibri finanziari di questi ultimi anni, è risultata sempre più evidente la necessità di un ridimensionamento del settore finanziario internazionale. In un simile contesto nasce dunque l'esigenza di applicare misure di intervento radicali che possano ricondurre il sistema ad un normale livello di efficienza, finalizzate perlopiù a limitare i sempre più diffusi comportamenti speculativi, principali responsabili delle distorsioni del mercato, e a restituire alla politica un qualche grado di controllo sulla finanza. Come misura più efficace per far fronte a queste esigenze torna al centro di controversi dibattiti la proposta di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, nota con l'appellativo Tobin Tax, in onore del suo originario ideatore. Avanzata per la prima volta dall'economista James Tobin nel 1972, a sua volta ispirato dall'opera di J. M. Keynes, la possibile implementazione di un simile provvedimento entra così a far parte dell'ordine del giorno dei principali incontri del G20, ma per ora solo in ambito europeo si è registrata un'accelerazione verso una sua concreta applicazione. Nel presente elaborato vengono pertanto analizzate le peculiarità di una simile misura, nata con l'obiettivo principale di ¿gettare qualche granello di sabbia negli ingranaggi di un sistema finanziario internazionale eccessivamente efficiente¿. Ripercorrendone l'evoluzione, il lavoro analizza gli aspetti caratterizzanti l'idea originaria, sviluppatasi nel corso dei vari dibattiti arrivando alla forma di tassazione oggi conosciuta. La seconda parte è quindi dedicata all'analisi della tassa nel contesto europeo; si approfondiscono le proposte di implementazione avanzate dalla Commissione europea, gli aspetti più controversi che rendono l'effettiva applicabilità ed efficacia di una simile misura non facilmente realizzabili e le discordi posizioni dei vari paesi europei in un quadro di applicazione ancora frammentato. Infine, si esaminano le caratteristiche principali del modello di Tobin Tax introdotto nell'ordinamento italiano, evidenziando i limiti che l'implementazione unilaterale di un simile provvedimento comporta sull'andamento del mercato interno.

La Tobin Tax: problemi e applicazioni

AIMONE CAT, FEDERICA
2012/2013

Abstract

Di fronte agli squilibri finanziari di questi ultimi anni, è risultata sempre più evidente la necessità di un ridimensionamento del settore finanziario internazionale. In un simile contesto nasce dunque l'esigenza di applicare misure di intervento radicali che possano ricondurre il sistema ad un normale livello di efficienza, finalizzate perlopiù a limitare i sempre più diffusi comportamenti speculativi, principali responsabili delle distorsioni del mercato, e a restituire alla politica un qualche grado di controllo sulla finanza. Come misura più efficace per far fronte a queste esigenze torna al centro di controversi dibattiti la proposta di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, nota con l'appellativo Tobin Tax, in onore del suo originario ideatore. Avanzata per la prima volta dall'economista James Tobin nel 1972, a sua volta ispirato dall'opera di J. M. Keynes, la possibile implementazione di un simile provvedimento entra così a far parte dell'ordine del giorno dei principali incontri del G20, ma per ora solo in ambito europeo si è registrata un'accelerazione verso una sua concreta applicazione. Nel presente elaborato vengono pertanto analizzate le peculiarità di una simile misura, nata con l'obiettivo principale di ¿gettare qualche granello di sabbia negli ingranaggi di un sistema finanziario internazionale eccessivamente efficiente¿. Ripercorrendone l'evoluzione, il lavoro analizza gli aspetti caratterizzanti l'idea originaria, sviluppatasi nel corso dei vari dibattiti arrivando alla forma di tassazione oggi conosciuta. La seconda parte è quindi dedicata all'analisi della tassa nel contesto europeo; si approfondiscono le proposte di implementazione avanzate dalla Commissione europea, gli aspetti più controversi che rendono l'effettiva applicabilità ed efficacia di una simile misura non facilmente realizzabili e le discordi posizioni dei vari paesi europei in un quadro di applicazione ancora frammentato. Infine, si esaminano le caratteristiche principali del modello di Tobin Tax introdotto nell'ordinamento italiano, evidenziando i limiti che l'implementazione unilaterale di un simile provvedimento comporta sull'andamento del mercato interno.
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