Nel panorama attuale, dove i problemi dell'inquinamento e del deterioramento delle risorse naturali hanno acquisito un notevole peso, sorge una forte coscienza ecologica, sia dal lato delle imprese sia dal lato dei consumatori. I segnali provenienti dall'ambiente fanno pensare, e soprattutto preoccupare, incentivando l'adozione di una serie di politiche ambientali volte a riparare ¿i danni¿ creati da una modernità impegnata in un'affannata corsa allo sviluppo senza considerare la via percorsa. I cosiddetti segnali si traducono nell'assottigliamento dello strato di ozono, nel riscaldamento globale, nelle piogge acide, nella deforestazione, nel degrado del suolo, nell'impoverimento delle risorse naturali, nei disastri ecologici, nell'inquinamento atmosferico, di falde, fiumi, laghi e mari ecc. Il presente lavoro si propone, di fronte a questi fattori, di analizzare le tendenze dei consumatori e le risposte dell'agricoltura e dell'industria agroalimentare ai mutamenti dell'ambiente. Partendo da un'analisi del concetto di sviluppo sostenibile, viene esaminata la sua evoluzione in seguito a numerosi disastri ambientali che hanno influenzato il significato e l'atteggiamento al concetto di sviluppo sostenibile, visto inizialmente come soluzione ottimistica ad un futuro carico di disastri ambientali e non come problema che affonda le sue radici nei pilastri della società globalizzata. Particolare attenzione viene conferita agli strumenti tipici del settore agroalimentare, analizzando il comportamento adottato dagli operatori del settore per far fronte al nuovo scenario. La valutazione della convenienza, a livello aziendale, e dell'adozione di politiche di sostenibilità sono trattate in uno dei capitoli iniziali. La problematica riferita ai costi porta spesso le piccole medie imprese a non aderire ad alcuni standard, senza evitare iniziative alternative alla certificazione. Viene fatta una separazione fra standard cogenti e volontari con l'obiettivo di effettuare un'analisi critica-comparata dei mezzi a disposizione delle imprese, mostrando quali di loro creano o rafforzano il vantaggio competitivo permettendo di guadagnare ¿una marcia in più¿ rispetto agli schemi che non incidono sulla capacità di competere poiché sono condizione di sopravvivenza. Si osserva inoltre che l'adozione di una politica eco-sostenibile non porta i frutti ricercati in assenza di un'adeguata comunicazione sia all'interno sia all'esterno. Tale concetto di comunicazione viene ripreso indirettamente anche nel sesto capitolo, che tratta il labeling ambientale in relazione all'utilizzo reale fatto da pionieri del settore agroalimentare. Per un approfondimento dell'attuale situazione, per farsi un idea su ciò che sarà lasciato in eredità alle generazioni a venire oppure per avere un quadro sulle tendenze a livello di consumo e di politiche aziendali future nell'agroalimentare, si invita alla lettura dell'intero testo.

ANALISI DEGLI STRUMENTI DI CERTIFICAZIONE AMBIENTALE NEL SETTORE AGROALIMENTARE

MALES, DANIELA
2012/2013

Abstract

Nel panorama attuale, dove i problemi dell'inquinamento e del deterioramento delle risorse naturali hanno acquisito un notevole peso, sorge una forte coscienza ecologica, sia dal lato delle imprese sia dal lato dei consumatori. I segnali provenienti dall'ambiente fanno pensare, e soprattutto preoccupare, incentivando l'adozione di una serie di politiche ambientali volte a riparare ¿i danni¿ creati da una modernità impegnata in un'affannata corsa allo sviluppo senza considerare la via percorsa. I cosiddetti segnali si traducono nell'assottigliamento dello strato di ozono, nel riscaldamento globale, nelle piogge acide, nella deforestazione, nel degrado del suolo, nell'impoverimento delle risorse naturali, nei disastri ecologici, nell'inquinamento atmosferico, di falde, fiumi, laghi e mari ecc. Il presente lavoro si propone, di fronte a questi fattori, di analizzare le tendenze dei consumatori e le risposte dell'agricoltura e dell'industria agroalimentare ai mutamenti dell'ambiente. Partendo da un'analisi del concetto di sviluppo sostenibile, viene esaminata la sua evoluzione in seguito a numerosi disastri ambientali che hanno influenzato il significato e l'atteggiamento al concetto di sviluppo sostenibile, visto inizialmente come soluzione ottimistica ad un futuro carico di disastri ambientali e non come problema che affonda le sue radici nei pilastri della società globalizzata. Particolare attenzione viene conferita agli strumenti tipici del settore agroalimentare, analizzando il comportamento adottato dagli operatori del settore per far fronte al nuovo scenario. La valutazione della convenienza, a livello aziendale, e dell'adozione di politiche di sostenibilità sono trattate in uno dei capitoli iniziali. La problematica riferita ai costi porta spesso le piccole medie imprese a non aderire ad alcuni standard, senza evitare iniziative alternative alla certificazione. Viene fatta una separazione fra standard cogenti e volontari con l'obiettivo di effettuare un'analisi critica-comparata dei mezzi a disposizione delle imprese, mostrando quali di loro creano o rafforzano il vantaggio competitivo permettendo di guadagnare ¿una marcia in più¿ rispetto agli schemi che non incidono sulla capacità di competere poiché sono condizione di sopravvivenza. Si osserva inoltre che l'adozione di una politica eco-sostenibile non porta i frutti ricercati in assenza di un'adeguata comunicazione sia all'interno sia all'esterno. Tale concetto di comunicazione viene ripreso indirettamente anche nel sesto capitolo, che tratta il labeling ambientale in relazione all'utilizzo reale fatto da pionieri del settore agroalimentare. Per un approfondimento dell'attuale situazione, per farsi un idea su ciò che sarà lasciato in eredità alle generazioni a venire oppure per avere un quadro sulle tendenze a livello di consumo e di politiche aziendali future nell'agroalimentare, si invita alla lettura dell'intero testo.
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