La mia tesi, fondata sull'analisi della figura di Dioniso in Walter Friedrich Otto, si articola in tre aree: la seconda, centrale, è dedicata ad Otto, alla sua concezione del mito, prima, e ai suoi studi e alla sua esperienza di Dioniso, poi. La prima area, quella introduttiva, ripercorre alcuni passi della rinascita dell'interesse filosofico per la dimensione del Mythos, in opposizione al primato assoluto del Logos, della ragione strumentale, esponendo in particolare le riflessioni sul tema di Schopenhauer, Schelling e Nietzsche; la terza parte si propone, invece, di analizzare quali "esiti" abbiano avuto le idee di Otto, in quali ambiti siano state accolte in modo più fecondo. In questa terza area, rivolgo la mia attenzione a pensatori di confine, tra mitologia, filosofia e psicologia del profondo, prendendo in esame in modo particolare i pensieri intorno al mito e al dionisiaco di Kerenyi, Jung, e Hillman. Una breve quarta parte, come conclusione, ho pensato di stenderla sul confronto con il libro Il dio personale di Ulrich Beck, testo in cui si mostrano i limiti del processo di secolarizzazione che, lungi dall'aver saturato il bisogno di religiosità, sempre più sta lasciando spazio a nuove forme personali di rapporto con il sacro e, in questo senso, può rappresentare una buona conclusione, una risposta storica a quell'esigenza di un rapporto con una forma di realtà extra logica che non è mai andato perduto del tutto, nemmeno nei periodi in cui illuminismo e positivismo sembravano aver spazzato via quella che degradavano a superstizione.

Sulle tracce di Dioniso tra filosofia, mitologia e psicologie del profondo

ZARAMELLA, BENEDETTA
2012/2013

Abstract

La mia tesi, fondata sull'analisi della figura di Dioniso in Walter Friedrich Otto, si articola in tre aree: la seconda, centrale, è dedicata ad Otto, alla sua concezione del mito, prima, e ai suoi studi e alla sua esperienza di Dioniso, poi. La prima area, quella introduttiva, ripercorre alcuni passi della rinascita dell'interesse filosofico per la dimensione del Mythos, in opposizione al primato assoluto del Logos, della ragione strumentale, esponendo in particolare le riflessioni sul tema di Schopenhauer, Schelling e Nietzsche; la terza parte si propone, invece, di analizzare quali "esiti" abbiano avuto le idee di Otto, in quali ambiti siano state accolte in modo più fecondo. In questa terza area, rivolgo la mia attenzione a pensatori di confine, tra mitologia, filosofia e psicologia del profondo, prendendo in esame in modo particolare i pensieri intorno al mito e al dionisiaco di Kerenyi, Jung, e Hillman. Una breve quarta parte, come conclusione, ho pensato di stenderla sul confronto con il libro Il dio personale di Ulrich Beck, testo in cui si mostrano i limiti del processo di secolarizzazione che, lungi dall'aver saturato il bisogno di religiosità, sempre più sta lasciando spazio a nuove forme personali di rapporto con il sacro e, in questo senso, può rappresentare una buona conclusione, una risposta storica a quell'esigenza di un rapporto con una forma di realtà extra logica che non è mai andato perduto del tutto, nemmeno nei periodi in cui illuminismo e positivismo sembravano aver spazzato via quella che degradavano a superstizione.
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