Tema centrale di questa tesi è la ricerca di un nesso tra l'immanenza dell'uomo e la trascendenza della natura, mediante l'esame della contrapposizione tra natura e azione, utile a rappresentare un percorso umano di esercizio della libertà di scelta, e la speculare attitudine del legislatore di mettere in comunicazione legge naturale e diritto positivo al fine di evitare la deriva totalitaristica. Ci proporremo, innanzitutto, di chiarire il concetto di diritto naturale (con l'aiuto di eminenti intellettuali: San Tommaso D'Aquino, Fassò e Del Vecchio) e di diritto positivo (Bobbio). Descriveremo, in seguito, cosa succede quando il sistema statale, che dovrebbe sorreggersi oscillando tra questi due diverse concezioni di diritto, si trasforma in un totalitarismo. Analizzeremo, così, le sue caratteristiche, in particolare facendo riferimento al nazismo e osserveremo come esso dia vita a un meccanismo grazie al quale è possibile un parossistico ricongiungersi di idea e realtà, che permette la realizzazione massiva di un'ideologia e che si manifesta come Unità. La conseguenza è l'eliminazione del pluralismo dalla società, poiché nel totalitarismo le idee sono il frutto di un atto decisorio, impositivo; al contrario, noi affermiamo che l'idea dovrebbe provenire ¿dal basso¿ ed essere il risultato di una contemplazione della natura. In questo senso, il sindacalismo rivoluzionario, di cui parleremo analizzando il pensiero di Sorel, rappresenta il sottosuolo da cui la libertà positiva sgorga, come da una fonte eterna e che nel totalitarismo venne cancellato. Sposteremo, poi, il baricentro sul discorso riguardante l'esercizio della libertà umana: dopo un esame antropologico che farà riferimento all'agire umano, affronteremo, con Pareyson, il tema della filosofia della libertà, riguardante la differenza tra la libertà di scelta e la scelta della libertà. Il male sarà oggetto di analisi a tratti, poiché sarà un principio di spiegazione, una crepa rivelatrice dell'origine delle cose. A questo punto appariranno temi diversi. Faremo riferimento al neogiusnaturalismo, analizzeremo la teoria del mondo vitale e della ragione intersoggettiva di Habermas, osserveremo le strutture dei sistemi che, come piaghe silenziose, imprigionano l'uomo, (Luhmann, Rawls), e infine, come già accennato, faremo luce sull'argomento della violenza rivoluzionaria proletaria, poiché il concetto di violenza ricoprirà un posto importante nella struttura del percorso umano che descriveremo. È tramite un atto violento, infatti, che l'uomo dà vita a una rivoluzione mediante la quale acquisisce la capacità di contemplare la natura trascendente, con lo scopo di aprire i varchi delle sue possibilità e di rifuggire il male (dopo averlo attraversato) per tendere verso la salvezza. La ¿lettura¿ della natura per l'uomo e del diritto naturale per il legislatore rimanda a uno degli obiettivi della nostra tesi e cioè la teorizzazione di una nuova ragione, che si pone a fianco della ragione intersoggettiva descritta da Habermas, e in contrasto con la ragione sistemica di Luhmann: la ragione contemplativa. La diversità dei temi trattati sarà orientata a uno scopo comune: la comprensione del significato di libertà positiva, che consente all'uomo di creare egli stesso il mondo in cui vive, e di non lasciare che la sua specie si faccia schiavizzare da se stessa (e dai sistemi che crea) e che si renda colpevole dell'incapacità di assumersi le proprie responsabilità per via di una scarsa sensibilità

diritto naturale e totalitarismo

VERGANO, LUCA
2012/2013

Abstract

Tema centrale di questa tesi è la ricerca di un nesso tra l'immanenza dell'uomo e la trascendenza della natura, mediante l'esame della contrapposizione tra natura e azione, utile a rappresentare un percorso umano di esercizio della libertà di scelta, e la speculare attitudine del legislatore di mettere in comunicazione legge naturale e diritto positivo al fine di evitare la deriva totalitaristica. Ci proporremo, innanzitutto, di chiarire il concetto di diritto naturale (con l'aiuto di eminenti intellettuali: San Tommaso D'Aquino, Fassò e Del Vecchio) e di diritto positivo (Bobbio). Descriveremo, in seguito, cosa succede quando il sistema statale, che dovrebbe sorreggersi oscillando tra questi due diverse concezioni di diritto, si trasforma in un totalitarismo. Analizzeremo, così, le sue caratteristiche, in particolare facendo riferimento al nazismo e osserveremo come esso dia vita a un meccanismo grazie al quale è possibile un parossistico ricongiungersi di idea e realtà, che permette la realizzazione massiva di un'ideologia e che si manifesta come Unità. La conseguenza è l'eliminazione del pluralismo dalla società, poiché nel totalitarismo le idee sono il frutto di un atto decisorio, impositivo; al contrario, noi affermiamo che l'idea dovrebbe provenire ¿dal basso¿ ed essere il risultato di una contemplazione della natura. In questo senso, il sindacalismo rivoluzionario, di cui parleremo analizzando il pensiero di Sorel, rappresenta il sottosuolo da cui la libertà positiva sgorga, come da una fonte eterna e che nel totalitarismo venne cancellato. Sposteremo, poi, il baricentro sul discorso riguardante l'esercizio della libertà umana: dopo un esame antropologico che farà riferimento all'agire umano, affronteremo, con Pareyson, il tema della filosofia della libertà, riguardante la differenza tra la libertà di scelta e la scelta della libertà. Il male sarà oggetto di analisi a tratti, poiché sarà un principio di spiegazione, una crepa rivelatrice dell'origine delle cose. A questo punto appariranno temi diversi. Faremo riferimento al neogiusnaturalismo, analizzeremo la teoria del mondo vitale e della ragione intersoggettiva di Habermas, osserveremo le strutture dei sistemi che, come piaghe silenziose, imprigionano l'uomo, (Luhmann, Rawls), e infine, come già accennato, faremo luce sull'argomento della violenza rivoluzionaria proletaria, poiché il concetto di violenza ricoprirà un posto importante nella struttura del percorso umano che descriveremo. È tramite un atto violento, infatti, che l'uomo dà vita a una rivoluzione mediante la quale acquisisce la capacità di contemplare la natura trascendente, con lo scopo di aprire i varchi delle sue possibilità e di rifuggire il male (dopo averlo attraversato) per tendere verso la salvezza. La ¿lettura¿ della natura per l'uomo e del diritto naturale per il legislatore rimanda a uno degli obiettivi della nostra tesi e cioè la teorizzazione di una nuova ragione, che si pone a fianco della ragione intersoggettiva descritta da Habermas, e in contrasto con la ragione sistemica di Luhmann: la ragione contemplativa. La diversità dei temi trattati sarà orientata a uno scopo comune: la comprensione del significato di libertà positiva, che consente all'uomo di creare egli stesso il mondo in cui vive, e di non lasciare che la sua specie si faccia schiavizzare da se stessa (e dai sistemi che crea) e che si renda colpevole dell'incapacità di assumersi le proprie responsabilità per via di una scarsa sensibilità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/60488