Il mito nell'arte: un mondo comune dall'antica Grecia ai giorni nostri Fiumi d'inchiostro e di parole sono stati spesi, nei secoli, per cercare di definire il concetto di mito e il ruolo , fondamentale , che esso ha sempre rivestito nelle società e nella storia, nella politica e nella cultura. Usato dai potenti per tenere sotto controllo le pulsioni e i focolai di ribellione dei sudditi o governati, il mito ha pervaso e pervade diverse sfere della produzione dell'uomo, dalla filosofia all'arte, dalla psicologia alla letteratura. Il filo conduttore di questa tesi vuole essere proprio l'uso sorprendente (nella sua continuità) del mito come chiave per interpretare e dare immagine al lato più oscuro e misterioso dell'uomo nel corso del tempo. È incredibile come il pensiero di una umanità pre-umana, come quella abitata dagli dei dell'Olimpo e da figure fantastiche, come sirene, centauri, minotauri, satiri, meduse, si associ, anche nei giovani artisti contemporanei, all'idea di un assoluto naturale, a una zona mitica che sta al di qua di ogni disagio della civiltà, nella riproposizione di un'altra realtà che ci accompagna. Il mito come espressione di archetipi, come elaborazione razionale di pulsioni, paure, valori ancestrali, o come senso di perdita di un passato migliore. Un percorso che muove da alcune produzioni del V e VI secolo a.C. e arriva ai giorni nostri. Ma il centro della riflessione sembra essere il rapporto tra l'immagine del mito e il tempo. In duemila anni di storia dell'umanità del mito si sono date le interpretazioni più differenti, da Platone ad Aristotele, da Hegel a Kant, da Freud a Jung. E certo queste diverse letture improntano la raffigurazione nelle opere degli artisti contemporanei, così come gli avvenimenti storici del Novecento influenzarono profondamente la produzione. Si pensi, per fare un solo esempio, al ritorno al classicismo che pervase l'Europa (e l'Italia in particolare) dopo la prima guerra mondiale, respingendo le innovazioni introdotte dalle avanguardie e dal surrealismo in particolare.

L' immagine del mito dall' Antica Grecia all' Arte Contemporanea

MONDAZZI, SILVIA
2012/2013

Abstract

Il mito nell'arte: un mondo comune dall'antica Grecia ai giorni nostri Fiumi d'inchiostro e di parole sono stati spesi, nei secoli, per cercare di definire il concetto di mito e il ruolo , fondamentale , che esso ha sempre rivestito nelle società e nella storia, nella politica e nella cultura. Usato dai potenti per tenere sotto controllo le pulsioni e i focolai di ribellione dei sudditi o governati, il mito ha pervaso e pervade diverse sfere della produzione dell'uomo, dalla filosofia all'arte, dalla psicologia alla letteratura. Il filo conduttore di questa tesi vuole essere proprio l'uso sorprendente (nella sua continuità) del mito come chiave per interpretare e dare immagine al lato più oscuro e misterioso dell'uomo nel corso del tempo. È incredibile come il pensiero di una umanità pre-umana, come quella abitata dagli dei dell'Olimpo e da figure fantastiche, come sirene, centauri, minotauri, satiri, meduse, si associ, anche nei giovani artisti contemporanei, all'idea di un assoluto naturale, a una zona mitica che sta al di qua di ogni disagio della civiltà, nella riproposizione di un'altra realtà che ci accompagna. Il mito come espressione di archetipi, come elaborazione razionale di pulsioni, paure, valori ancestrali, o come senso di perdita di un passato migliore. Un percorso che muove da alcune produzioni del V e VI secolo a.C. e arriva ai giorni nostri. Ma il centro della riflessione sembra essere il rapporto tra l'immagine del mito e il tempo. In duemila anni di storia dell'umanità del mito si sono date le interpretazioni più differenti, da Platone ad Aristotele, da Hegel a Kant, da Freud a Jung. E certo queste diverse letture improntano la raffigurazione nelle opere degli artisti contemporanei, così come gli avvenimenti storici del Novecento influenzarono profondamente la produzione. Si pensi, per fare un solo esempio, al ritorno al classicismo che pervase l'Europa (e l'Italia in particolare) dopo la prima guerra mondiale, respingendo le innovazioni introdotte dalle avanguardie e dal surrealismo in particolare.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/60422