L'ibogaina (o 12-metossi-ibogamina) è un alcaloide indolico presente in diverse piante, principalmente nell'iboga (Tabernanthe iboga), una pianta dell'Africa centro-occidentale, usata dalle popolazioni locali per i suoi effetti curativi e durante i riti sacrali e divinatori all'interno dei culti sincretici. Nei primi anni '60 casualmente è stato scoperto che la somministrazione di tale sostanza portava ad un'improvvisa e totale interruzione della dipendenza da eroina, senza dare crisi d'astinenza. Ad oggi la ricerca scientifica sull'ibogaina rimane ferma, a causa dei rischi associati all'assunzione da parte di pazienti con determinati problemi di salute. Questo lavoro ha lo scopo di: approfondire da un punto di vista fitochimico, farmacologico e clinico una nuova potenziale strategia nel trattamento della dipendenza da diverse classi di droghe, quale l'eroina, in sostituzione del metadone con una droga ¿meno pericolosa¿ quale l'ibogaina. L'ibogaina sembra catalizzare una parziale o completa interruzione della dipendenza da oppioidi. Ciò comprende un alleviamento dei sintomi d'astinenza. I meccanismi alla base dell'attività anti-dipendenza da oppioidi e/o cocaina sono abbastanza complessi e in parte sconosciuti. Influenzano simultaneamente diversi sistemi di trasmissione a livello neuronale. Evidenze sperimentali indicano che l'ibogaina ed il suo principale metabolita, la nor-ibogaina, interagiscano con numerosi siti di legame nel Sistema Nervoso Centrale (SNC). Tuttavia a causa delle sue proprietà allucinogene e delle evidenti possibilità di alterare il ritmo cardiaco, l'ibogaina è inserita nella lista delle sostanze controllate ed è illegale in molti paesi, quali Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Belgio e Svizzera. L'ibogaina presenta una nuova potenziale strategia nel trattamento della dipendenza da diverse classi di droghe. Sebbene non ci siano a tutt'oggi dati clinici che supportino la teoria delle proprietà anti-dipendenza dell'ibogaina, esistono però più relazioni su umani e dati preclinici da numerosi laboratori che ne confermano l'implicazione.

Ibogaina: una sostanza della tradizione africana con un futuro potenziale

OSELLA, PAOLA
2012/2013

Abstract

L'ibogaina (o 12-metossi-ibogamina) è un alcaloide indolico presente in diverse piante, principalmente nell'iboga (Tabernanthe iboga), una pianta dell'Africa centro-occidentale, usata dalle popolazioni locali per i suoi effetti curativi e durante i riti sacrali e divinatori all'interno dei culti sincretici. Nei primi anni '60 casualmente è stato scoperto che la somministrazione di tale sostanza portava ad un'improvvisa e totale interruzione della dipendenza da eroina, senza dare crisi d'astinenza. Ad oggi la ricerca scientifica sull'ibogaina rimane ferma, a causa dei rischi associati all'assunzione da parte di pazienti con determinati problemi di salute. Questo lavoro ha lo scopo di: approfondire da un punto di vista fitochimico, farmacologico e clinico una nuova potenziale strategia nel trattamento della dipendenza da diverse classi di droghe, quale l'eroina, in sostituzione del metadone con una droga ¿meno pericolosa¿ quale l'ibogaina. L'ibogaina sembra catalizzare una parziale o completa interruzione della dipendenza da oppioidi. Ciò comprende un alleviamento dei sintomi d'astinenza. I meccanismi alla base dell'attività anti-dipendenza da oppioidi e/o cocaina sono abbastanza complessi e in parte sconosciuti. Influenzano simultaneamente diversi sistemi di trasmissione a livello neuronale. Evidenze sperimentali indicano che l'ibogaina ed il suo principale metabolita, la nor-ibogaina, interagiscano con numerosi siti di legame nel Sistema Nervoso Centrale (SNC). Tuttavia a causa delle sue proprietà allucinogene e delle evidenti possibilità di alterare il ritmo cardiaco, l'ibogaina è inserita nella lista delle sostanze controllate ed è illegale in molti paesi, quali Stati Uniti, Svezia, Danimarca, Belgio e Svizzera. L'ibogaina presenta una nuova potenziale strategia nel trattamento della dipendenza da diverse classi di droghe. Sebbene non ci siano a tutt'oggi dati clinici che supportino la teoria delle proprietà anti-dipendenza dell'ibogaina, esistono però più relazioni su umani e dati preclinici da numerosi laboratori che ne confermano l'implicazione.
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