La seguente dissertazione è costituita da quattro capitoli.Nel primo capitolo prenderemo in considerazione l'etimologia e la storia del coaching, analizzando come si è sviluppato nel corso degli anni ed è passato da una connotazione prettamente sportiva a una che abbraccia le organizzazioni in generale. Inoltre indagheremo i diversi tipi di coaching (individuale, per gruppi, life e business coaching) e come questi si sono evoluti nel corso del tempo. L'originalità del coaching risiede nelle modalità di lavoro che derivano dall'interazione tra nozioni filosofiche, psicologiche e pedagogiche.Nel secondo capitolo sarà sviluppato proprio questo intreccio tra filosofia, psicologia e pedagogia, che scaturisce dalla necessità che l'uomo ha di essere riconosciuto per arrivare a una propria auto realizzazione. Secondo Maslow, e successivamente Adler, la vita di ognuno è caratterizzata da alcuni bisogni che vanno soddisfatti per arrivare all'apice della piramide dove è collocata proprio l'autorealizzazione.L'uomo, per poter raggiungere quel livello di pienezza, ha bisogno fin dall'inizio di relazionarsi e quindi di essere riconosciuto.Il riconoscimento, concetto centrale di questo capitolo, è stato tema di numerosi studi filosofici, tra i più recenti ricordiamo quelli di Ricoeur e Honneth: il primo, partendo dall'idea di riconoscimento presente in Kant, Husserl e Aristotele, cerca di definire una filosofia di questo concetto; il secondo, seguendo il fondamentale concetto di lotta per il riconoscimento di Hegel, vede il tentativo dell'uomo di essere riconosciuto come una costante lotta che l'individuo compie nel corso di tutta la sua vita per il raggiungimento della dignità e del rispetto.Nel terzo capitolo prenderemo in esame quei ruoli verso i quali il coaching è principalmente rivolto: i leader e i manager.Il leader è colui al quale è riconosciuta la capacità di guidare il suo gruppo verso il raggiungimento di questi obiettivi; il manager, invece, è colui che agisce un ruolo di amministrazione e di controllo sulle persone che agiscono "sotto"di lui. In un mondo economico e sociale sempre più competitivo, è richiesto che le due figure si fondano tra di loro.Inoltre, attraverso il percorso R.I.S.O.R.S.E. delineato da Paolo Terni, vedremo come il coach agisce all'interno delle organizzazioni aziendali.Nel quarto e ultimo capitolo saranno riportate due interviste poste a persone che, in ambienti diversi e complessi, hanno avuto a che fare con la disciplina presa in esame. Le interviste hanno come linea guida la questione del riconoscimento e della sua rilevanza negli ambienti in cui gli intervistati agiscono, oltre che la sua attinenza con la pratica del coaching. La domanda che mi pongo, e che ho ritrovato nelle ricerche che ho preso in esame, è se si possano coniugare l'attenzione alla persona e al suo sviluppo con la necessità di portare l'organizzazione a risultati e obiettivi competitivi.Mettendo in luce il nesso fra il concetto di riconoscimento, più filosofico e pedagogico, e la pratica del coaching, più centrata su aspetti psicologici e motivazionali, ho cercato di far emergere l'importanza del ri-conoscere rivolto alla realtà, a ciò che esiste, alle essenze e ai significati delle persone e delle cose che circondano il soggetto.
Il Coaching: una pratica del riconoscimento
DINOCCA, ROBERTO
2012/2013
Abstract
La seguente dissertazione è costituita da quattro capitoli.Nel primo capitolo prenderemo in considerazione l'etimologia e la storia del coaching, analizzando come si è sviluppato nel corso degli anni ed è passato da una connotazione prettamente sportiva a una che abbraccia le organizzazioni in generale. Inoltre indagheremo i diversi tipi di coaching (individuale, per gruppi, life e business coaching) e come questi si sono evoluti nel corso del tempo. L'originalità del coaching risiede nelle modalità di lavoro che derivano dall'interazione tra nozioni filosofiche, psicologiche e pedagogiche.Nel secondo capitolo sarà sviluppato proprio questo intreccio tra filosofia, psicologia e pedagogia, che scaturisce dalla necessità che l'uomo ha di essere riconosciuto per arrivare a una propria auto realizzazione. Secondo Maslow, e successivamente Adler, la vita di ognuno è caratterizzata da alcuni bisogni che vanno soddisfatti per arrivare all'apice della piramide dove è collocata proprio l'autorealizzazione.L'uomo, per poter raggiungere quel livello di pienezza, ha bisogno fin dall'inizio di relazionarsi e quindi di essere riconosciuto.Il riconoscimento, concetto centrale di questo capitolo, è stato tema di numerosi studi filosofici, tra i più recenti ricordiamo quelli di Ricoeur e Honneth: il primo, partendo dall'idea di riconoscimento presente in Kant, Husserl e Aristotele, cerca di definire una filosofia di questo concetto; il secondo, seguendo il fondamentale concetto di lotta per il riconoscimento di Hegel, vede il tentativo dell'uomo di essere riconosciuto come una costante lotta che l'individuo compie nel corso di tutta la sua vita per il raggiungimento della dignità e del rispetto.Nel terzo capitolo prenderemo in esame quei ruoli verso i quali il coaching è principalmente rivolto: i leader e i manager.Il leader è colui al quale è riconosciuta la capacità di guidare il suo gruppo verso il raggiungimento di questi obiettivi; il manager, invece, è colui che agisce un ruolo di amministrazione e di controllo sulle persone che agiscono "sotto"di lui. In un mondo economico e sociale sempre più competitivo, è richiesto che le due figure si fondano tra di loro.Inoltre, attraverso il percorso R.I.S.O.R.S.E. delineato da Paolo Terni, vedremo come il coach agisce all'interno delle organizzazioni aziendali.Nel quarto e ultimo capitolo saranno riportate due interviste poste a persone che, in ambienti diversi e complessi, hanno avuto a che fare con la disciplina presa in esame. Le interviste hanno come linea guida la questione del riconoscimento e della sua rilevanza negli ambienti in cui gli intervistati agiscono, oltre che la sua attinenza con la pratica del coaching. La domanda che mi pongo, e che ho ritrovato nelle ricerche che ho preso in esame, è se si possano coniugare l'attenzione alla persona e al suo sviluppo con la necessità di portare l'organizzazione a risultati e obiettivi competitivi.Mettendo in luce il nesso fra il concetto di riconoscimento, più filosofico e pedagogico, e la pratica del coaching, più centrata su aspetti psicologici e motivazionali, ho cercato di far emergere l'importanza del ri-conoscere rivolto alla realtà, a ciò che esiste, alle essenze e ai significati delle persone e delle cose che circondano il soggetto.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/60386