Introduction Nutrition and eating disorders (DNA) are the psychiatric pathologies with the highest mortality rate, determined by a combination of biological, psychological and socio-cultural risk factors. Adolescents are the main target of these disorders, but, in recent years, there has been a lowering of the age of onset, also due to early exposure to social and cultural pressures deriving mainly from social media. Given the complexity of the pathology, the intervention involving various professionals working in synergy is the one considered most effective. In recent times, DNAs have shown an increase in their prevalence in adolescence within certain contexts in which there are pressures on the issue of performance and body shape. Some recent epidemiological data make us reflect, in particular, on dance as a context potentially at risk for the development of such behaviors, especially in high-level environments, identifying in dancers the possibility of developing three times more DNA than a non-dancer of the same age. Objectives of the study Currently, there is extremely little literature that evaluates the real prevalence of DNA in adolescents who practice ballet at an amateur level in the Italian context. The objective of the research is to verify the prevalence of DNA in adolescents who practice ballet and the association of these problems with dietary intake. Materials and methods To pursue this aim, 65 subjects aged between 12 and 18 attending dance schools in the province of Asti were enrolled. Participants were asked to complete two paper forms, one to assess DNA risk (EAT-26 or Ch-EAT) and a food consumption frequency questionnaire (FFQ), to assess nutritional adequacy. Through the MEDI-LITE interpretation it was possible to extrapolate a score of adherence to the Mediterranean Diet. The data collected in a database were analyzed using descriptive statistics methods and compared with the data present in the literature and the recommendations. Results From the responses it turned out that approximately 12% of the sample is at risk of developing DNA. The group of older children (15-18 years) shows greater attitudes and concerns towards food and the body than the group of younger ones (12-14 years). About half of the sample says they are afraid of being overweight (40%) and want to burn calories with exercise (55%). As regards food intake, the diet of these subjects appears to be lower than the caloric needs expected for the age group and unbalanced towards fats and proteins, with a tendency to avoid carbohydrates. A fair adherence to the Mediterranean diet was found (10 out of 18), but with a low consumption of vegetables, fish and legumes. Conclusions In summary, the main results of this investigation show that, among those who practice ballet at amateur levels, there is an increased risk of developing an eating disorder compared to the population of the same age and sex. Further studies are needed that extend research to other realities and different contexts to better understand the nature of these disorders. Being able to evaluate the real prevalence of these problems in the Italian youth population and with what characteristics would allow us to study and implement specific prevention projects in these subjects and, consequently, reduce the incidence of DNA throughout life.
Introduzione I disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono le patologie psichiatriche a più alto tasso di mortalità, determinate da una concomitanza di fattori di rischio biologici, psicologici e socio-culturali. Gli adolescenti sono il target principale di tali disturbi, ma, negli ultimi anni, si sta verificando un abbassamento dell’età di insorgenza, anche a causa della precoce esposizione alle pressioni sociali e culturali derivanti principalmente dai social media. Considerata la complessità della patologia, l’intervento che coinvolge vari professionisti che lavorano in sinergia è quello considerato più efficace. In tempi recenti, i DNA hanno mostrato un incremento della loro prevalenza nell’età adolescenziale all’interno di determinati contesti in cui vi sono pressioni sul tema della performance e della forma corporea. Alcuni recenti dati epidemiologici fanno riflettere, in particolare, sulla danza come contesto potenzialmente a rischio per lo sviluppo di tali condotte, soprattutto negli ambienti di alto livello, individuando nei danzatori la possibilità di sviluppare un DNA tre volte maggiore di un coetaneo non danzatore. Obiettivi dello studio Attualmente è estremamente scarsa la letteratura che valuta in ambito italiano la reale prevalenza di DNA in soggetti adolescenti che praticano Danza Classica a livello amatoriale. L’obiettivo della ricerca è verificare la prevalenza di DNA in adolescenti che praticano Danza Classica e l’associazione di queste problematiche alle ingesta alimentari. Materiali e metodi Per perseguire questo scopo sono stati arruolati 65 soggetti di età compresa tra i 12 e i 18 anni frequentanti scuole di danza della provincia di Asti. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare due form cartacei, uno per valutare il rischio di DNA (EAT-26 o Ch-EAT) e un questionario di frequenza di consumo alimentare (FFQ), per valutare l’adeguatezza nutrizionale. Tramite l’interpretazione MEDI-LITE è stato possibile estrapolare un punteggio di aderenza alla Dieta Mediterranea. I dati raccolti su un database sono stati analizzati con le metodiche della statistica descrittiva e commentati rispetto ai dati presenti in letteratura e alle raccomandazioni. Risultati Dalle risposte si evince che circa il 12% del campione è a rischio di sviluppare un DNA. Il gruppo di ragazzi più grandi (15-18 anni) mostra atteggiamenti e preoccupazioni nei confronti del cibo e del corpo maggiori rispetto al gruppo dei più piccoli (12-14 anni). Circa la metà del campione afferma di aver paura di essere sovrappeso (40%) e di voler bruciare calorie con l’esercizio fisico (55%). Per quanto riguarda gli apporti alimentari, l’alimentazione di questi soggetti sembra essere inferiore rispetto al fabbisogno calorico previsto per la fascia di età e sbilanciata verso grassi e proteine, con una tendenza all’evitamento dei carboidrati. È stata rilevata una discreta aderenza alla dieta Mediterranea (10 su 18), ma con un basso consumo di vegetali, pesce e legumi. Conclusioni In sintesi, i principali risultati di questa indagine mostrano che, tra coloro che praticano danza classica a livelli amatoriali, vi è un rischio aumentato rispetto alla popolazione di pari età e sesso di sviluppare un disturbo alimentare. Sono necessari ulteriori studi che estendano la ricerca ad altre realtà e a contesti differenti per comprendere al meglio la natura di questi disturbi. Riuscire a valutare quale sia la reale prevalenza delle problematiche suddette nella popolazione giovanile italiana e con quali caratteristiche, permetterebbe di studiare e implementare specifici progetti di prevenzione in questi soggetti e, di conseguenza, ridurre l’incidenza di DNA nel corso della vita.
Rischio di disturbi della nutrizione e alimentazione (DNA) in adolescenti praticanti danza classica. Relazione con lo stile di vita e gli apporti alimentari
CANONICA, CAROLA
2022/2023
Abstract
Introduzione I disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono le patologie psichiatriche a più alto tasso di mortalità, determinate da una concomitanza di fattori di rischio biologici, psicologici e socio-culturali. Gli adolescenti sono il target principale di tali disturbi, ma, negli ultimi anni, si sta verificando un abbassamento dell’età di insorgenza, anche a causa della precoce esposizione alle pressioni sociali e culturali derivanti principalmente dai social media. Considerata la complessità della patologia, l’intervento che coinvolge vari professionisti che lavorano in sinergia è quello considerato più efficace. In tempi recenti, i DNA hanno mostrato un incremento della loro prevalenza nell’età adolescenziale all’interno di determinati contesti in cui vi sono pressioni sul tema della performance e della forma corporea. Alcuni recenti dati epidemiologici fanno riflettere, in particolare, sulla danza come contesto potenzialmente a rischio per lo sviluppo di tali condotte, soprattutto negli ambienti di alto livello, individuando nei danzatori la possibilità di sviluppare un DNA tre volte maggiore di un coetaneo non danzatore. Obiettivi dello studio Attualmente è estremamente scarsa la letteratura che valuta in ambito italiano la reale prevalenza di DNA in soggetti adolescenti che praticano Danza Classica a livello amatoriale. L’obiettivo della ricerca è verificare la prevalenza di DNA in adolescenti che praticano Danza Classica e l’associazione di queste problematiche alle ingesta alimentari. Materiali e metodi Per perseguire questo scopo sono stati arruolati 65 soggetti di età compresa tra i 12 e i 18 anni frequentanti scuole di danza della provincia di Asti. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare due form cartacei, uno per valutare il rischio di DNA (EAT-26 o Ch-EAT) e un questionario di frequenza di consumo alimentare (FFQ), per valutare l’adeguatezza nutrizionale. Tramite l’interpretazione MEDI-LITE è stato possibile estrapolare un punteggio di aderenza alla Dieta Mediterranea. I dati raccolti su un database sono stati analizzati con le metodiche della statistica descrittiva e commentati rispetto ai dati presenti in letteratura e alle raccomandazioni. Risultati Dalle risposte si evince che circa il 12% del campione è a rischio di sviluppare un DNA. Il gruppo di ragazzi più grandi (15-18 anni) mostra atteggiamenti e preoccupazioni nei confronti del cibo e del corpo maggiori rispetto al gruppo dei più piccoli (12-14 anni). Circa la metà del campione afferma di aver paura di essere sovrappeso (40%) e di voler bruciare calorie con l’esercizio fisico (55%). Per quanto riguarda gli apporti alimentari, l’alimentazione di questi soggetti sembra essere inferiore rispetto al fabbisogno calorico previsto per la fascia di età e sbilanciata verso grassi e proteine, con una tendenza all’evitamento dei carboidrati. È stata rilevata una discreta aderenza alla dieta Mediterranea (10 su 18), ma con un basso consumo di vegetali, pesce e legumi. Conclusioni In sintesi, i principali risultati di questa indagine mostrano che, tra coloro che praticano danza classica a livelli amatoriali, vi è un rischio aumentato rispetto alla popolazione di pari età e sesso di sviluppare un disturbo alimentare. Sono necessari ulteriori studi che estendano la ricerca ad altre realtà e a contesti differenti per comprendere al meglio la natura di questi disturbi. Riuscire a valutare quale sia la reale prevalenza delle problematiche suddette nella popolazione giovanile italiana e con quali caratteristiche, permetterebbe di studiare e implementare specifici progetti di prevenzione in questi soggetti e, di conseguenza, ridurre l’incidenza di DNA nel corso della vita.File | Dimensione | Formato | |
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