In questo lavoro si è studiata una fornace ritrovata a Chieri (TO)durante lavori di edilizia che hanno esposto resti archeologici estesi su una superficie di circa 520 m2,di età compresa tra epoca romana e periodo post-medievale.Per verificare l'inquadramento storico della fornace, descritta dagli archeologi come posteriore al 1500 d.C.,sono state usate due tecniche di datazione indipendenti applicabili a materiali ceramici:archeomagnetismo e termoluminescenza(TL).Entrambe permettono di datare l'ultimo riscaldamento del materiale e sono applicabili a reperti che sono stati scaldati a temperature maggiori di 500 °C e che non subiscano eventi accidentali successivi(incendi, frane),o spostamenti dalla posizione tenuta durante la cottura. Le analisi archeomagnetiche sono state completate su 17 campioni ricavati per carotaggio dalle pareti della fornace.Per la datazione sono state utilizzate l'angolo di declinazione e l'angolo di inclinazione della magnetizzazione rimanente(NRM),misurati dopo successivi passaggi di clearing termico del segnale magnetico.I valori di riferimento cronologico sono ricavati da un modello basato principalmente su dati di origine archeologica,per via della stabilità e dell'origine della rimanenza magnetica associata(termica)e per i vantaggi derivanti dal calcolo dei valori del campo terrestre riferiti al sito di studio,evitando errori di rilocazione e ottenendo curve di variazione secolare con incertezza contenuta anche in zone in cui la copertura sperimentale non è elevata,come in Italia.Il calcolo della densità di probabilità di sovrapposizione fra valori sperimentali e curve di riferimento è stato effettuato separatamente per D e I, combinando le due funzioni per la datazione conclusiva.Le misure di TL sono state eseguite su due diversi set di campioni,estratti contestualmente al carotaggio archeomagnetico;solo per il secondo gruppo si è avuta a disposizione una quantità di materiale sufficiente per un'analisi di datazione completa.Nonostante le problematicità,entrambe le tecniche hanno permesso di definire una cronologia ristretta per il suo ultimo utilizzo.La datazione archeomagnetica ha fornito quattro intervalli temporali di datazione probabile con un intervallo di confidenza del 95%.Escludendo i valori precedenti l'età volgare,sono stati considerate come intervalli di possibile datazione della fornace di Chieri le fasce cronologiche 744 ¿ 970 AD e 1535 - 1613 AD. Per la datazione con la tecnica della termoluminescenza, a causa dell'esiguità del materiale campionato, il parametro %K è stato assimilato a quello analogo ma ottenuto su un campione di concotto rinvenuto entro la fornace.Con queste premesse, la paleodose riscontrata sui campioni considerati è di 1,2 ± 0,1 Gy, e la dose annua di 3743 ± 61 µGy.Questo risultato permette di attribuire al campione un'età di 316 ± 36 anni e fa risalire il periodo dell'ultima cottura della fornace al periodo storico compreso fra il 1660 e il 1732 AD.Le due tecniche sono indipendenti tra loro e per questo motivo il confronto tra i risultati ottenuti si è rivelato un efficace elemento di verifica dei dati.La corrispondenza cronologica dei risultati garantisce quindi attendibilità ai risultati e costituisce anche un elemento di verifica dell'affidabilità delle tecniche.I due periodi storici proposti per la datazione, seppure non sovrapponibili,si discostano per un intervallo di tempo inferiore a 50 anni e sono compatibili con le osservazioni preliminari degli archeologi.

Applicazione delle tecniche di archeomagnetismo e termoluminescenza per la datazione di un'antica fornace del chierese

VELLA, SILVIA
2012/2013

Abstract

In questo lavoro si è studiata una fornace ritrovata a Chieri (TO)durante lavori di edilizia che hanno esposto resti archeologici estesi su una superficie di circa 520 m2,di età compresa tra epoca romana e periodo post-medievale.Per verificare l'inquadramento storico della fornace, descritta dagli archeologi come posteriore al 1500 d.C.,sono state usate due tecniche di datazione indipendenti applicabili a materiali ceramici:archeomagnetismo e termoluminescenza(TL).Entrambe permettono di datare l'ultimo riscaldamento del materiale e sono applicabili a reperti che sono stati scaldati a temperature maggiori di 500 °C e che non subiscano eventi accidentali successivi(incendi, frane),o spostamenti dalla posizione tenuta durante la cottura. Le analisi archeomagnetiche sono state completate su 17 campioni ricavati per carotaggio dalle pareti della fornace.Per la datazione sono state utilizzate l'angolo di declinazione e l'angolo di inclinazione della magnetizzazione rimanente(NRM),misurati dopo successivi passaggi di clearing termico del segnale magnetico.I valori di riferimento cronologico sono ricavati da un modello basato principalmente su dati di origine archeologica,per via della stabilità e dell'origine della rimanenza magnetica associata(termica)e per i vantaggi derivanti dal calcolo dei valori del campo terrestre riferiti al sito di studio,evitando errori di rilocazione e ottenendo curve di variazione secolare con incertezza contenuta anche in zone in cui la copertura sperimentale non è elevata,come in Italia.Il calcolo della densità di probabilità di sovrapposizione fra valori sperimentali e curve di riferimento è stato effettuato separatamente per D e I, combinando le due funzioni per la datazione conclusiva.Le misure di TL sono state eseguite su due diversi set di campioni,estratti contestualmente al carotaggio archeomagnetico;solo per il secondo gruppo si è avuta a disposizione una quantità di materiale sufficiente per un'analisi di datazione completa.Nonostante le problematicità,entrambe le tecniche hanno permesso di definire una cronologia ristretta per il suo ultimo utilizzo.La datazione archeomagnetica ha fornito quattro intervalli temporali di datazione probabile con un intervallo di confidenza del 95%.Escludendo i valori precedenti l'età volgare,sono stati considerate come intervalli di possibile datazione della fornace di Chieri le fasce cronologiche 744 ¿ 970 AD e 1535 - 1613 AD. Per la datazione con la tecnica della termoluminescenza, a causa dell'esiguità del materiale campionato, il parametro %K è stato assimilato a quello analogo ma ottenuto su un campione di concotto rinvenuto entro la fornace.Con queste premesse, la paleodose riscontrata sui campioni considerati è di 1,2 ± 0,1 Gy, e la dose annua di 3743 ± 61 µGy.Questo risultato permette di attribuire al campione un'età di 316 ± 36 anni e fa risalire il periodo dell'ultima cottura della fornace al periodo storico compreso fra il 1660 e il 1732 AD.Le due tecniche sono indipendenti tra loro e per questo motivo il confronto tra i risultati ottenuti si è rivelato un efficace elemento di verifica dei dati.La corrispondenza cronologica dei risultati garantisce quindi attendibilità ai risultati e costituisce anche un elemento di verifica dell'affidabilità delle tecniche.I due periodi storici proposti per la datazione, seppure non sovrapponibili,si discostano per un intervallo di tempo inferiore a 50 anni e sono compatibili con le osservazioni preliminari degli archeologi.
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