Lo tsunami che nel 2007 ha sconvolto il settore finanziario portando al crollo di colossi come Bear Sterns e Lehman Brothers ha avuto profonde ripercussioni sulla fiducia e sull'economia reale di ogni sistema economico mondiale. Sono emerse le numerose criticità del modello economico-finanziario in atto: le debolezze dei soggetti che vi operano, le gravi carenze regolamentari, un forte eccesso di ricorso al debito. Il dissesto finanziario innescato dallo scoppio della bolla dei mutui subprime si è poi trasformato, in particolar modo nel Vecchio Continente, spostando il focus sul rischio-paese e sul debito pubblico. In questo contesto incerto e mutevole giocano un importante ruolo le cosiddette CRA, Credit Rating Agencies. Accademici, operatori, regolatori, policy makers e stampa specializzata si trovano concordi nell'attribuire alle CRA profonde responsabilità nello scoppio, nell'inasprimento e nella trasformazione della crisi, cominciata nel 2007 e, di fatto, non ancora terminata. Le cause di questo grande potere sono ascrivibili ad un vero e proprio outsourcing regolamentativo compiuto dalle autorità di vigilanza, in primis dalla Securities Exchange Commission la quale, nell'evolversi delle normative prudenziali, ha attribuito ai rating forza di legge. Il Comitato di Basilea ha ripreso tale tendenza, estendendo la forza di legge dei rating a tutti i paesi che vi aderiscono. Ciononostante, l'elenco degli eclatanti fallimenti delle valutazioni delle agenzie è lungo e si fatica a comprendere come esse possano giocare ancora oggi un ruolo che potremmo definire come "mandatory financial gatekeepers". Il loro operato è caratterizzato da un sistema di mercato non concorrenziale e da un forte conflitto d'interesse figlio innanzitutto degli intrecci nell'assetto proprietario delle tre principali agenzie, che da sole controllano il 95% del mercato, e del il loro modello di business noto come issuer-payer, il quale prevede che sia il soggetto valutato a pagare per l'operato delle agenzie. Fenomeni come il rating shopping, i rating non sollecitati e la fornitura di ancillary services non fanno altro che mostrare ulteriori aspetti critici di un business le cui dimensioni superano i 20 miliardi di dollari l'anno. Lo shock che ha colpito i mercati finanziari nel 2007 ha successivamente spostato il suo focus sul debito degli Stati sovrani europei. L'operato delle CRA è stato ed è tuttora bersaglio di forti critiche: i modelli da esse utilizzati non si sono rivelati in grado di valutare l'altissimo grado di rischio dei complessi titoli strutturati, portando ad una decisa perdita in termini di capitale reputazionale per le agenzie. A partire dal 2010 le CRA si sono scagliate in maniera decisa contro gli Stati europei con il più alto livello di debito, con tempistiche ed entità dei downgrade spesso ingiustificate. Le rating actions infatti esercitano una considerevole influenza sui mercati, testata da un event study che ha avuto come oggetto un campione composto dagli eventi di rating su 275 imprese osservate tra il 2008 ed il 2012.
Il ruolo dei rating nei sistemi finanziari: tra asimmetria informativa e conflitto d'interesse.
CHERCHI, LORENZO
2012/2013
Abstract
Lo tsunami che nel 2007 ha sconvolto il settore finanziario portando al crollo di colossi come Bear Sterns e Lehman Brothers ha avuto profonde ripercussioni sulla fiducia e sull'economia reale di ogni sistema economico mondiale. Sono emerse le numerose criticità del modello economico-finanziario in atto: le debolezze dei soggetti che vi operano, le gravi carenze regolamentari, un forte eccesso di ricorso al debito. Il dissesto finanziario innescato dallo scoppio della bolla dei mutui subprime si è poi trasformato, in particolar modo nel Vecchio Continente, spostando il focus sul rischio-paese e sul debito pubblico. In questo contesto incerto e mutevole giocano un importante ruolo le cosiddette CRA, Credit Rating Agencies. Accademici, operatori, regolatori, policy makers e stampa specializzata si trovano concordi nell'attribuire alle CRA profonde responsabilità nello scoppio, nell'inasprimento e nella trasformazione della crisi, cominciata nel 2007 e, di fatto, non ancora terminata. Le cause di questo grande potere sono ascrivibili ad un vero e proprio outsourcing regolamentativo compiuto dalle autorità di vigilanza, in primis dalla Securities Exchange Commission la quale, nell'evolversi delle normative prudenziali, ha attribuito ai rating forza di legge. Il Comitato di Basilea ha ripreso tale tendenza, estendendo la forza di legge dei rating a tutti i paesi che vi aderiscono. Ciononostante, l'elenco degli eclatanti fallimenti delle valutazioni delle agenzie è lungo e si fatica a comprendere come esse possano giocare ancora oggi un ruolo che potremmo definire come "mandatory financial gatekeepers". Il loro operato è caratterizzato da un sistema di mercato non concorrenziale e da un forte conflitto d'interesse figlio innanzitutto degli intrecci nell'assetto proprietario delle tre principali agenzie, che da sole controllano il 95% del mercato, e del il loro modello di business noto come issuer-payer, il quale prevede che sia il soggetto valutato a pagare per l'operato delle agenzie. Fenomeni come il rating shopping, i rating non sollecitati e la fornitura di ancillary services non fanno altro che mostrare ulteriori aspetti critici di un business le cui dimensioni superano i 20 miliardi di dollari l'anno. Lo shock che ha colpito i mercati finanziari nel 2007 ha successivamente spostato il suo focus sul debito degli Stati sovrani europei. L'operato delle CRA è stato ed è tuttora bersaglio di forti critiche: i modelli da esse utilizzati non si sono rivelati in grado di valutare l'altissimo grado di rischio dei complessi titoli strutturati, portando ad una decisa perdita in termini di capitale reputazionale per le agenzie. A partire dal 2010 le CRA si sono scagliate in maniera decisa contro gli Stati europei con il più alto livello di debito, con tempistiche ed entità dei downgrade spesso ingiustificate. Le rating actions infatti esercitano una considerevole influenza sui mercati, testata da un event study che ha avuto come oggetto un campione composto dagli eventi di rating su 275 imprese osservate tra il 2008 ed il 2012.File | Dimensione | Formato | |
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