Il mercato della birra italiano è caratterizzato da un elevato grado di concentrazione, dove Heineken Italia e Birra Peroni detengono circa il 50% del mercato. A questi si aggiungono altri due gruppi, Ab-Inbev e Carlsberg Italia. I primi quattro gruppi concentrano quasi i due terzi del mercato. Accanto a questi grandi gruppi multinazionali si affiancano dei gruppi di minori dimensioni operanti a livello nazionale. Inoltre esistono oltre 500 microbirrifici che operano a livello locale e che possiedono una quota di mercato pari al 2%. La struttura del settore birrario italiano assume la caratteristica di un oligopolio dove pochi grandi gruppi multinazionali potrebbero detenere un certo potere di mercato. Le varie osservazioni effettuate durante il presente lavoro portano ad affermare che il mercato italiano della birra gode di un certo livello di concorrenzialità principalmente grazie alla rilevanza delle importazioni, la presenza di numerosi marchi esteri contribuirebbe a contenere il potenziale tentativo di incremento dei prezzi da parte dei gruppi birrai operanti all'interno del mercato nazionale. Inoltre il consumo sempre più domestico del prodotto spinge le grandi multinazionali ad utilizzare in modo crescente il canale della grande distribuzione organizzata che detiene un elevato potere di negoziazione. Infine l'analisi della redditività e della produttività effettuata su un campione rappresentativo di imprese italiane offre un ulteriore conferma di quanto appena affermato, in particolare le grandi imprese si sarebbero contese le quote di mercato con politiche aggressive di prezzo e costose campagne pubblicitarie a discapito dei ritorni economici andando a registrare i risultati peggiori di tutto il settore, mentre le medie imprese risultano le più performanti. Le micro imprese facenti capo al comparto artigianale possiedono un buon livello di redditività in costante crescita negli anni, principalmente grazie ai margini elevati di cui possono beneficiare ed un consumo in crescita verso questi prodotti. Tuttavia ad oggi la piccola quota di mercato dei micro produttori artigianali non va ad influenzare i grandi produttori, ma se tale comparto continuerà a svilupparsi nel futuro, è probabile che le grandi imprese inizieranno un processo di acquisizione di queste ultime. Sarà quindi compito dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato vigilare attentamente sulle prossime "mosse" dei grandi gruppi birrai per garantire il corretto svolgimento del gioco concorrenziale all'interno del mercato italiano della birra.
Il mercato italiano della birra tra grandi imprese industriali e microbirrifici artigianali
REVERDITO, IVANA
2012/2013
Abstract
Il mercato della birra italiano è caratterizzato da un elevato grado di concentrazione, dove Heineken Italia e Birra Peroni detengono circa il 50% del mercato. A questi si aggiungono altri due gruppi, Ab-Inbev e Carlsberg Italia. I primi quattro gruppi concentrano quasi i due terzi del mercato. Accanto a questi grandi gruppi multinazionali si affiancano dei gruppi di minori dimensioni operanti a livello nazionale. Inoltre esistono oltre 500 microbirrifici che operano a livello locale e che possiedono una quota di mercato pari al 2%. La struttura del settore birrario italiano assume la caratteristica di un oligopolio dove pochi grandi gruppi multinazionali potrebbero detenere un certo potere di mercato. Le varie osservazioni effettuate durante il presente lavoro portano ad affermare che il mercato italiano della birra gode di un certo livello di concorrenzialità principalmente grazie alla rilevanza delle importazioni, la presenza di numerosi marchi esteri contribuirebbe a contenere il potenziale tentativo di incremento dei prezzi da parte dei gruppi birrai operanti all'interno del mercato nazionale. Inoltre il consumo sempre più domestico del prodotto spinge le grandi multinazionali ad utilizzare in modo crescente il canale della grande distribuzione organizzata che detiene un elevato potere di negoziazione. Infine l'analisi della redditività e della produttività effettuata su un campione rappresentativo di imprese italiane offre un ulteriore conferma di quanto appena affermato, in particolare le grandi imprese si sarebbero contese le quote di mercato con politiche aggressive di prezzo e costose campagne pubblicitarie a discapito dei ritorni economici andando a registrare i risultati peggiori di tutto il settore, mentre le medie imprese risultano le più performanti. Le micro imprese facenti capo al comparto artigianale possiedono un buon livello di redditività in costante crescita negli anni, principalmente grazie ai margini elevati di cui possono beneficiare ed un consumo in crescita verso questi prodotti. Tuttavia ad oggi la piccola quota di mercato dei micro produttori artigianali non va ad influenzare i grandi produttori, ma se tale comparto continuerà a svilupparsi nel futuro, è probabile che le grandi imprese inizieranno un processo di acquisizione di queste ultime. Sarà quindi compito dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato vigilare attentamente sulle prossime "mosse" dei grandi gruppi birrai per garantire il corretto svolgimento del gioco concorrenziale all'interno del mercato italiano della birra.File | Dimensione | Formato | |
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